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foot-ball e con le riunioni in pista

degli atleti dei vari giri, la piscina

al posto del teatro, la gara di sci

in luogo di un concorso dram­

matico. la questione sembrerebbe

risolta in pura perdita per qua­

lunque scrittore e tanto più per

un poeta tragico. Però c'è molto

di esagerato e confuso in ciò che

si ripetedelladecadenzadel teatro

o in quel che apparirebbe dai ri­

chiami volutamente eccezionali e

dalle pittoresche regie all’aperto

a cui si appigliano i devoti dell’o­

perateatrale perdarle ancoracre­

dito e vogafra il pubblico.

D'accordo! non c'è opera

del

passato che, anche messa su e in­

terpretata come il gusto moderno

pretende, resisterebbe unnumero

di repliche sufficiente a pagarne

la spesa; ma quello che si dice

di

Alfieri va detto di Sofocle,

di

Shakespeare, di Molière, di fu­

cine, di LopedeVega, di

Goldoni»

Lacolpa non è già di quei geni ma

dell'augusta e tremenda dote di

attualità che hanno tutte le opere

teatrali, e poi del pubblico.

Questione grossa, che qui sa­

rebbe fuori di posto, ma essa ne

conduce una minore: se e quanto

giovi, oggi, sempre oggi, all'edu­

cazione estetica e alla formazione

spirituale del pubblico la lettura,

una lettura ponderata e intelli­

gente, delle tragedie dell'Alfieri.

L'efficacia di questo paladino

di italianità è stataenorme,e nes­

suno la mette in dubbio, anzi è

accaduto che essa sia andata ad

oscurare la sua importanza di ar­

tista, che è invecedi prim’ordine.

Mettiamo pure da parte le tragedie strettamente

politiche come ia Virginia, Lo congiura del Pazzi,

l'Ottavia, il Tlmoleone, i due bruti,

il Don Gonio.

Ha ragione Attilio Momigliano: « In esse la passione

politica è viva, ma la fantasia - ossessionati - ruota

sopra due punti soli: la paura che Incute il tiranno e

---iS ira iA - li--------a- J . I H_____u - ÌIH J__J-M - - ÌL^ I

gagnaroo allenamento oeii eroe all idee oeiia noet-

lione e

della morte.

N

che nasce dai fatto che nel-

l’Alfieri la passione politica era violenta, ma l’espe­

rienza storico-politica era scarsa od artritta; il suo

amore

per a siona era troppo arcoacnxto ira i oue

lim iti

delta libertà e della schiavitù».

Ma vi sono tre capolavori, di cui uno solo balle­

rebbeacircondarlodi gloria imperitura: Agamnnonc,

Saul,Mirra* Tregrandianime, stgnateconunmarchio

a

rtii altro nome non conviene se non di

ipnBcwpMtoii

MérnaMm

tica nonc'entra più, e non v‘è senon il poeta eccelso,

solo con séstesso, titanico nel concepire, profondo

nell'analizzare. Saulè il capolavoro fra i capolavori: il

protigoniiti èunmonarcapenetratodi regalitàpiù di

tutti gli altri re delle altre tragedie, maè uomo, icui

procellosi ondeggiamenti lo innalzanofinoa

Dio il suo antagonista, un titano travolti

da ire fregorase, t illuminatodaMmmei

manti di cnsrifnia, tra i quali s'inoltra col

destino la rofflfin iw » dagli altri e la

Muso da un momento d'orgagRo

afl'emoiett. combattuto dai io

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DUE PALADINI DEL CICLO PIEMONTESE: GIUSEPPE BARETTI

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VITTORIO ALFIERI