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Le opere alfieriane sulle quali le generazioni del

patrio risorgimento educarono la coscienza e fecero

fiorire l'entusiasmo e l'ammirazione non furono nè

il

Panegirico di Plinio a Traiano,

nè le commedie sati­

riche o politiche, non il

Misogallo,

poco o nulla le

Satire, le Rime in scarsa misura, ma la

Vita di Vittorio

Alfieri scritta da esso,

e le Tragedie.

L'Autobiografia è una fanfera di preromanticismo,

desolazione e tempesta di un'anima grandissima, ma­

linconia prepotente di un temperamento desideroso

di altezze e di solitudini, sempre in pena, sempre in

sul partire, soggettivismo selvaggio nella contempla­

zione del mare e del deserto, nell'amore, neH'aréij

cizia, nella ricerca di gloria, è il libro che ha fimo

piangere i giovani e li haossessionati di

volontà nuova

e di stoica grandezza di sacrifici.

Le Tragedie avrebbero dovuto essere per la folla,

per l'educazione delle masse all’acquisto di una co­

scienza politica, ma. presto passato il periodo dèi

favore reoubblicanetaiante. le tracedie colitiche fu-

rono più lette che rappresentata, e par Catone fu,

come SviTiprCi necessario n tramite

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laide Ristori, Gustavo Modena. Ernesto Rotti,

maio Salvini.

Hsuo sogno di glorie si avverava dunque i

col programma di giovare ai suoi connazionali >

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cuori e ili animi (tacenti con ninnato, la fon. !

A credergli sutta

*la

DUE PALADINI DEL CICLO PIEMONTESE: GIUSEPPE RARETTI

-

VITTORIO ALFIERI

e invece il senso italiano era spento e dormiva, in

lui, per ripetere la chiara espressione del Gioberti,

si incarnava veramente con magnanimo orgoglio la

coscienza della Patria.

Alla stessa fonte dell’odio percuotitore di vili e

di tiranni, sgorga la dolcezza incitatrice dei forti e

buoni, e fu quella che inebriò subito le menti delle

generazioni contemporanee. Il Parini vede il fiero

allobrogo unico armato del pugnale di Melpomene,

il Foscolo lo rievoca muto errante ov'Arno è più

deserto negli ultimi anni di sua vita, e, in Santa

Croce, Tossa frementi amor di patria; il Leopardi ne

celebra il memorando ardimento, e in Piemonte,

imperando Napoleone, i giovani che si infervoravano

in segreti pensieri di patriae di libertà, Luigi Ornato,

Santorre di Santarosa, Cesare Balbo, Luigi Provana,

necelebravano l'anniversario comed'un padree, fetta

una corona di alloro e cipresso intrecciati, l'appen-

devano alla immagine di lui.

iraconda disamina dei crudeli tiranni, dei vili corti­

giani, e dei paurosi sudditi contro i quali dovrà accam­

parsi l'animo feroce e libero dell’eroe, e l'eroe su­

premo sarà il poeta. Confusione, intanto, nei campi

dell’estetica di una idea magnanima a cui la realtà

non corrisponde, e di un sentimento appassionata­

mente nutrito, ma isolato, ma astratto, ma non

calato nella pratica.

Quel suodottrinarismo è precisamente come l'in­

castellatadi pontiche rivesteunedificio incostruzione

e

si

abbatte quando la fabbrica è compiuta. Per

di

più,

i

suoi non sono soltanto puri sentimenti, ma.

senza gioco di parola, sentimenti puri, che il poeta

non

so^nt lontanwiiente possano incontrarsi coi «atti#

un

fuoco che illumina a scalda, dova può essere tor­

mentomanonmorte, come la fiammadal purgatorio

dantescodentro il cui alvo tu stessi benmiti'anni non

ti

potrebbe k r d'un

idealità metilic a che si correggono e si inverano

dalla naturaKU dalia loro orifina a dalla nobiltà dai

loro scopo. Fu questa la via per la qualefo detto che

l’Alfieri scoperse IItalia coma Colombo l'America,

M h f c l mawtra

d'Italia in au^

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