I t 1 I L I B R I
Nino Salvaneachi,
Madonna Pazienza.
Romanzo. Milano. Corbaccio,
1935. pag. 346. L. 12.
Nello sviluppo organico del pensiero di Nino Salvaneschi e nel
sistematico estrinsecarsi di esso in successive espressioni di arte,
questa
Madonna Pazienza
ha un posto tutto suo e mira a specifiche
finalità, con mezzi e caratteri nettamente distinti da quelli dei lavori
che l'hanno preceduta.
Col
Fiore della notte e
col
ireviario della Felicità
si pone la base
di tutto l'edifìcio: la capaciti di rivelazione insita nel dolore e ia
possibilità di valersi dell'adesione alla propria sofferenza per acuire
la intuizione e la sensibilità dei Veri superiori.
Con la
Cattedrale senza Dio
l’orizzonte si amplia: l'accettazione
cosciente del dolore eccede le finalità e i risultati personali e si
afferma dovere di utilità sociale per equilibrare le forze del male
implicite nel piacere e nella prepotenza del dominio. La solidarietà
del corpo sociale attraverso alla comunione delle anime, la riversi-
bilità del merito, la forza redentrice della rassegnazione raggiunta
come pratica di attiva milizia costituiscono i motivi fondamentali
dell'azione, culminante nell'ordinarsi a battaglia delle due forze in
contrasto (che dal piano sociale assurgono a volte quasi alla figura-
ore di necessità cosmiche antagoniste) e nella vittoria dei valori
spirituali della sofferenza e della povertà dei diseredati sulle forze
della potenza e della corruzione dei favoriti.
Da milizia in spirito ad esercito ordinato il passo è breve e cosi,
dopo la
Giwanna d'Arco
(la Santa guerriera che, accettandolo, supera
il suo destino), troviamo nell'Arcobaleno
sull'abisso
la vigilia dell’urto
apocalittico fra le masse dei Senza Dio e quelle dei Credenti schierate
sotto il segno di Cristo Re, legate con i vincoli d'infinito amore della
comunione dei Santi che opera nello spazio e nel tempo oltre le
frontiere stesse della morte e prepara alla visione della unità suprema
del disegno divino cui tutto -viventi in lotta,spiriti purganti e trion
fanti, forze della natura, cose inanimate, visibili ed invisibili realtà,
passato presente e futuro - converge cooperando secondo il compito
che è a ciascuno assegnato.
Compito che ciascuno deve necessariamente subire, ma al quale
- con atto di deliberata e cosciente volontà - può aderire positiva-
mente o repugnare.
Dal che. poi, il destino che ciascuno può a se stesso foggiare:
di ribellione sterile che porta fataimente verso la tenebra o di accet
tazione feconda che inalza gradualmente alla cosciente
collaborazione
con la Divinità e. conferendo all'individuo superiori possibilità di
intuizione e di espressione spirituale, gli dona il senso del mistero
e lo fe partecipe - quando si tratti di elettissime personalità che Dio
prescelga per i Suoi imperscrutabili fini - della uniti assoluta in cui
il tempo e lo spazio si annullino.
Tutta questa luminosa e perfetta costruzione non può etaere
però fine a se stessa, espressione della fervida fede deH'autora che
nel quadro delia più sicura ortodossia cattolica l’ha inalzata e che
di essa ha magnificata la sua sofferenza ed ha illuminata la sua cariti:
sotto alle sue volte stellanti vivono e soffrono e lottano gli uomini
che hanno, anche se veggenti, bisogno di chi li confarti e additi il
Sono nati cosi i pensieri di
Consolazioni
in cui - fra l’altro -
Salvaneschi ha traodati i lineamenti definitivi deila sua mistica dal
dolore e le biografie di Giovanna d’Arco e di Chapin che - interpre
tate in funzione di testànoraonzo storica dal modo con cui lo
tpiri
to
può giungere, mediante l'accettazione dtNa sofferenza, alta conaape-
Ma Giovanna d'Arco e Chopin sono creature d'eccezione: il
dramma da essi vissuto si svolge - al pari delle vicende della
Catte
drale e de\\'Arcobaleno -
troppo in alto, in contrasto eroico di forze
che se, per una parte, rendono più duro il loro sacrificio, per l’altra
gii conferiscono elementi esaltanti di bellezza e di gloria che la grigia
atmosfera del vivere quotidiano dei piccoli uomini non consente:
ed ecco la necessiti di provare come anche sotto questa grigia atmo
sfera possano vivere e svilupparsi eroismi silenziosi e ingaggiarsi
battaglie lunghissime e resistenze tenaci e ottenersi vittorie luminose
collegate come le altre - anche se inserite in avvenimenti modesti -
alla grande vicenda della vita che faticosamente e lentamente ascende
sino a congiungersi con Dio.
Madonna Pazienza
nasce cosi sotto un suo inconfondibile segno
e con caratteri e sviluppi per certi
-'^essari che se, per una
parte, hanno posto il suo autore d i........a o.tficolti gravissime, per
l'altra hanno costituita la ragione prima del suo successo.
Difficile era la ricerca di una trama che offrisse all’autore quante
più occasioni possibili per svolgere il suo assunto e raggiungere i
suoi scopi, pure lasciandogli la disponibilità di quel tanto d'impreve
dibile necessario per tener desto l'interesse del lettore e ravvivare
la vicenda romantica, arduo il collegare tali occasioni in modo logico
e verosimile, mediante battute d'aspetto che non fossero vuote o
forzate, il conservare in tali condizioni la coerenza indispensabile
ai caratteri dei personaggi e insieme dar loro la scioltezza di movi
mento necessaria per fame esseri vivi e vitali, il trovare una forma
espressiva adeguata alla più modesta materia, ma contemporanea
mente atta a collegare il nuovo romanzo al tutto organico dell'opera
precedente.
Ora, sia pure con risultati per tutte non egualmente brillanti,
tutte queste difficolti sono state superate da Nino Salvaneschi e
Madonna Pazienza
costituisce un racconto nel suo complesso orga
nico e vario, di interessante lettura e di convincenti conclusioni:
fatta astrazione, bene inteso, di akuni momenti di stanchezza eie
d'altra parte si riscontrano anche nei precedenti romanzi, di alcune
situazioni un po' troppo evidentemente volute per comoditi di
intreccio (il marito di Clara Albani, al pari della vecchia Anna,
muore proprio al momento in cui cominciava ad essere ingombrante)
e d'alcune altre che avrebbero potuto essere utilmente rese più
agili con lo sfrondamento di soprastrutture non convincenti (quale
apporto, ad esempio, d i allo sviluppo della personaliti di Clan la
scialba figura del primo marito che essa, d'altronde, non ha neppure
amato?).
Lasciando le arte vette oeiia
Lotzcoroie e
oeii
Arcoootcno,
ove ia
essenza umana dei protagonisti era spesso, per forza stessa di cote,
superata dai valori universali che
alia modesta vita