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È uscito (E

diz. Paravia, Torino),

un album di canto

e più zinco­

tlpie di quadri e schizzi diversi del pittore

M. Calderlni.

Sono temi

di paese, oltre alcuni ritratti e poche composizioni di figura.

L’autore volle, per più ragioni, limitare la quantità delle ripro­

duzioni e l'edizione stessa, intendendo dare confidenzialmente una

parte molto ristretta del suo lavoro, cioè quanto possa bastare a

ricordarlo agli amici, prima della dispersione che è la sorte dei quadri.

Il modesto insieme deve poter dire abbastanza le caratteristiche

dell'autore, anche presentando soltanto in parte un resoconto di

carriera, percorsa nell'ambiente torinese fra le influenze dei condi­

scepoli e per gli insegnamenti dei maestri antichi e contemporanei,

nostri e stranieri.

Cioè: una formazione derivata, ma indipendente, per istinto

guardingo verso le influenze troppo speciali dei più forti maestri,

e non solo guardingo poi verso le mode, ma refrattario irriducibile.

Quindi un sacro dissidio da ciò che da un sessantennio inquina l'arte

con un crescendo di barbarie e di incredibile decadenza: epidemia

dalla quale non furono salve le collezioni pubbliche e private.

Preservato da quei morbi, l'autore deN'a/bum ebbe la fortuna di

ffotersi avviare e di procedere su strada propria, tuttoché riverente

verso i suoi primi maestri: Enrico Gamba. Andrea Gastaldi, Angelo

Moia (prospettiva e architettura): riverente poi. ma assai più inti­

mamente, verso l'ultimo: A. Fontanesi, e verso i più degni di altri

centri.

Di tutti studiati con devozione gli alti esempi delle ispirazioni

originali e dei mezzi per realizzarle, cioè il sapere tecnico, l'esecu­

zione. segreto supremo per servire le idee. Segreto appunto specia­

lissimo del Fontanesi. ricco di mezzi pittorici e dotato di un grande

fascino, oltreché, più di chiunque, appassionato per il culto leonar­

desco dei

valori,

ossia del chiaroscuro, mentre la sua tecnica specia­

lissima lo faceva distinguere su tutte quelle delle scuole italiane

odierne, imparentandosi invece a quella di alcuni inglesi e francesi

detti del 1830.

Perciò l'invito alla sua poetica originale, ma senza l'impulso a

ripetere il maestro, come troppo a sè. e inarrivabile nell'espressione

del suo sentimento non comunicabile se non per l'emozione ammi­

rativa. E fu una fisima il pretendere negli allievi quel medesimo

linguaggio, se apparvero spinti a dire un ideale proprio che evitava

il pericolo del plagio, anche involontario, tuttoché giovandosi delle

norme del maestro. Chè altro è la linea di condotta personale e

altro è la dedizione cieca.

E fu questa condotta che l'autore deM'o/bum ha inteso dimostrare

possibile.

Con la semplice fedeltà alle direttive fontanesiane. talismano

sicuro, l’arte del C. è riuscita notevole per un accento che. come

quello del maestro, non si può confondere con quello di nessun altro

pittore, sia in ciò un merito o un difetto, certo è che intanto l’ha

immunizzato contro ogni asfissia vecchia o nuova.

Quanto alle fonti di ispirazioni per i soggetti dell'album, se da

esse può risultare un interesse, sarà per la loro semplicità e natu­

ralezza, per il non ripetersi, in dipendenza della costante varietà

di Madre Natura, la quale in primo luogo suggerì, anche per con­

siglio dello stesso Fontanesi, di guardarsi intorno e di trovare i

temi anche a due passi da noi, poiché, diceva egli,

anche a MoncaIteri

c’è

il Giappone.

Cosi, fin dall’inizio si procedeva dai dintorni stessi di Torino,

e l'autore dell

album

ebbe i temi dai viali e parchi torinesi, dai colli,

dai fiume, come, più in là nelle vicine Prealpi, indi nelle due Riviere

liguri, nei laghi di Garda, di Lugano e Maggiore, nel Cantvese. in

valle d’Aosta

(Cervino. Ruttar),

di sfuggita a Venezia, Anzio, Villa

Borghese, Vinci, indi nella Scozia, e nell'antico dominio sabaudo di

Bresse e Bugey. e a Verona... E, in tutte quelle località lo studio

delie sta|ioni, cimentandosi l'artista anche nei siti più impervii e

più distanti, con lunghe sedute anche nella neve o sotto le piogge

di marzo.

Tale - in parte - il contenuto dell'album che dà un s^gio d'arte

non nata nell'isolamento, sebbene raro il consorzio della scuola,

e. dopo i primordi, rara l'ass»stenza stessa del Fontanesi, che, negli

scolari amava anche l'umor* indipendente, e, per gli studi dai vero

consigliava di «accani non più che in due. preferendo pure l'uomo

solo, secondo il parere leonardesco: Se sonai

toh

sarai tua» hi/

Una pubblicazione artistica.

Con ciò il C., cercati pur molto i condiscepoli, per bisogno di

affiatamento e di mutuo consiglio, come fratelli d'armi, fra essi

fu assai legato (il triste

fu

dice che quegli amici già sono spariti!)

con F. Mosso, D. Cosola. G. Tesio, G. Piumati, C. Pollonera, oltreché

col fortunatamente sopravissuto C. Stratta e altri, alle cui osserva­

zioni e idee andò talvolta debitore di importanti direzioni e spinte

e risolventi nelle difficoltà delle opere.

Quanto all'essere forse scarso il

bagaglio

di carriera presentato

nell'ofbum, ia sua assoluta mancanza di pretese dovrebbe assicurargli

quella benevolenza che spetta al lavoro intrapreso senza scopo di

lucro, ma essenzialmente e soltanto per comunicare !e più degne

impressioni ed emozioni estetiche provate dal vero.

Maasimo d'Azeglio,

Ettore

Fieramosca o la Disfida di Barletta.

Con

introduzione e commento di

Angiolo Mancotti.

Casa Editrice

G. B. Paravia & C.

Quando Massimo d'Azeglio ebbe finito i suoi studi per il quadro

che doveva rappresentare

La disfida di barletta

pensò che tutto il

vasto materiale storico raccolto ben avrebbe potuto servirgli per

scrivere un libro per« mettere unpo' di fuoco in corpodegli Italiani ».

Il pittore si ritrovò cosi un bel giorno scrittore eccellente anche

se gli si può imputare d'essersi qualche volta lasciato influenzare

dal Manzoni per qualche suo personaggio (vedi, ad esempio, Fra

Mariano), di essere qualche volta prolisso e non sempre purissimo

nelle espressioni linguistiche. Ma il fattore politico-nazionale che

predomina nel libro fu ben inteso dagli Italiani meglio che non fosse

avvenuto per

I Promessi

Sposi e il d'Azeglio apparve come un apostolo

della nuova scuola patriottica, nè, per volgere di anni, la sua opera

cadde nell'oblio, ma ancora si legge, si discute, si ammira. Questo

volume, largamente commentato, e preceduto da un pregevole e

dotto studio introduttivo del Biancotti, sulle finalità ed i protago­

nisti del romanzo, gioverà agli studenti che, per volere del Regime

Fascista, devono leggere le opere degli autori e giudicarle con libera

coscienza anziché accettare supinamente le opinioni degli altri, la

qual cosa, se è certo più comoda e sbrigativa, non giova certo al

formarsi del raziocinio e della cultura di una persona.

Prof.ssa ADELINA ZIGNOLI

Guido Malfatti,

Vocabolario Italiano-Francese.

Casa Editr. G. B. Pa­

ravia & C.. Torino.

Dopo che i nuovi Programmi per le Accademie Militari, emanati

dal Regime, ebbero data la massima importanza allo studio delle

lingue straniere, si avverti una grave lacuna nei dizionari: esiste

infatti uno splendido dizionario in quattro lingue dei termini tecnici

inerenti alla ingegneria, macchine, utensili, ecc., ma mancava affatto

un dizionario tecnico dei termini militari e di quelli che col frasario

militare ha qualche attinenza. Ora, per il francese ha splendidamente

rimediato il Malfatti con un dizionario che si scorre volentieri,

anche se non militari, specialmente per la sua appendice in cui sono

raccolti tutti i termini del gergo delle trincee, cosi pittoreschi,

profondi e significativi anche se non sempre... eccessivamente

parlamentari.

Preziosissimo per gli Accademisti e gli Allievi delle Scuole Mili­

tari, utilissimo alle persone colte che leggono libri francesi o viag­

giano aH'estero, questo dizionario troverà posto presto in tutte le

biblioteche ed in tutte le famiglie di studiosi accanto ai dizionari

scolastici di cui è necessario complemento.

Prof.ssa ADELINA ZIGNOLI

Ndarte» O»H ltiicb»,

Cosi portò

Zaratustra.

A cura di

Barbara

AMmùb. Collana di Traduzioni diretta da A. Farinelli. Casa

Editrice U. T. E. T.. Torino.

Federico Nietzsche fu Iòne uno dei filosofi più studiati • più

incompresi: il suo programma è: «Morti sono tutti gli Dai: noi

vogliamo che viva il superuomo

». E

su questo programma si sbic*

zarrl non soltanto lui coma scrittore filosofo e poeta, ma indie