I.
Il 1° aprile 1792 Giuseppe De Maistre scriveva nei
suoi Carnets: ** Il y a aujourd'hui trente-neuf ans que
j'ai fait une grande bétise, vers les trois heures après
minuit” (I). Era nato infatti il 1° aprile 1753. Suo
padre, Francesco Saverio, poi se
condo presidente del Senato della
Savoia, apparteneva a famiglia bor
ghese di Nizza, originaria, pare,
dalla Provenza. Sua madre, Cri
stina Demotz, era invece savo
iarda. Nove figli, senza tener
conto dei morti in tenera età,
vennero a rallegrare, dopo di lui,
la casa paterna: Saverio, celebre
autore del Lèpreux de la c/té
d’Aoste e del Voyage autour de
ma chambre; Nicola, colonnello;
Andrea, vescovo designato di
Aosta; Vittorio, prima ufficiale nei
dragoni di Sardegna, poi nell’e
sercito francese, morto a Padova
nel 1801; Maria Cristina, Teresa,
Anna, Giovanna, che andarono
spose, e Maria Marta che fu Suor
Eulalia delle Orsoline (2). Famiglia
patriarcale come tante altre una
volta, specialmente nelle pro-
vincie, dove un'affettuosa indul
genza temperava il diritto sacro
di autorità, e intorno al focolare
domestico, nel culto perenne delle
tradizioni, si formavano le solide
basi da cui i figli avrebbero poi affrontato i flutti tem
pestosi e le mobili arene della vita civile e politica.
In siffatto ambiente crebbe Giuseppe De Maistre.
“ Je suis aimé de tout ce qui m’environne Più
tardi, in Russia, ripenserà con accorata nostalgia alla
“ petite république familiale ” che accettava sempre
così volentieri la sua presidenza. '■Ah, ma chère.
qu est devenue notre petite république que nous
avons crue longtemps une et indivisible: comme la
voilà éparpillée! Une seule chose n’a jamais varié,
c’est l’esprit de famille et le souvenir de nos jeunes
années: mon coeur sur ce point est d’une fraicheur
qui demandeton approbation. Qui sait si nous devons
trouver une image de cette antique vie pa
triarcale! " (3).
Laureatosi a Torino nel 1772, entrò due anni dopo
nella magistratura di Chambéry. " Je suis le plus
jeune des magistrats ” (4). Ma poi la sua carriera
non fu cosi rapida come aveva sperato. A Torino
dispiacquero presto i suoi stretti contatti con le
loggie martiniste, che avevano il loro centro a Lione,
e, in genere, il suo continuo agi
tarsi e contraddire e sentenziare
e dirsi vittima, un po' sul serio e
un po’ per posa, deN’incompren-
sione e dell'ostilità piemontese,
il Savoiardo era, com’è noto, un
malcontento perchè, fiero d’aver
dato i natali alla Dinastia e sempre
pronto amettersi in sella alla voce
del Re, si credeva posposto in
qualchemodo ai transalpini. •*Ces
Savoyards ” , così, bonariamente.
Vittorio Amedeo III, “ ne sont
jamais contents: s'il pleuvrait des
sequins, ils diraient que le bon
Dieu casse leurs ardoises” . Giu
seppe De Maistre voleva diven
tare, perora, senatore. Nel 1786
sposòunaMorand di Saint Su'pice,
Francesca Margherita, che lo fece
subito padre di una bambina (A-
dele, a cui seguirono Rodolfo e
Costanza), e allora le sue richieste
divennero, com’i naturale, più
insistenti, e più alte quindi le
sue lagnanze. Nel 1788, a Torino,
dove lo appoggiavano i Napione
di Cocconato, ch'erano suoi pa
renti, scrisse due memorie, una sulla Vinaliti des
charges, l'altra sui Parlements en France.
La chose publique ne peut absolument pai te passer de l'activité
de la jeunesse. La vietitene ne commence rìen. Je voi* des hommes
que la fortune a porté
à
des grandes charges sur te déclin de l'Ige,
mais je tes vois tous dévoués au mépris puWtc. Je cherche des ex-
ceptions, je n'en fttxivc point. Combien d'exemptes au contraire
en fiveur de la jeunesae dm tous les sièctes, dara tous tes pays et
dans tous tes genres d'ilKistrations: Alexandre, Scipion. César,
Pompée. Turerai*, Crédine
li.
D'Afuesaaau, Chatham, Pitti Pa
pinien. le plu% grand des jurisoonsuites romains. a été asaassiné à
32 ans. La vietitene n'apprend rien. ne corrige rien et n'éUbfct
rien (5).
Questa volto voleva proprio riuscirei Un suo
prozio, ii conte Maistre di Castelgrana, era diventato
Procuratore generale a 23 anni per decreto di Vit-