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GIUSEPPE DE MAISTRE

me joindre en Piémont

Il De

Maistre stesso ricorda con orgoglio

queste prove di fedeltà savoiarda

nelle Lcttres d'un royaliste savoisien,

scritte allora a scopo di propa­

ganda mentre il Re preparavasi a

riconquistare la culla dei suoi

avi. Il Savoiardo è fedele ed eroico,

ma ha tuttavia i suoi difetti. Il

Piemontese è d'una superbia irri­

tante, ma sa essere calmo, educato,

subordinato, “ obéit et commande

avec passion Bisogna che i due

popoli imparino a comprendersi,

a compatirsi e ad amarsi. “ Vos

frères cadets ont fait fortune: ce

n’est pas une raison pour les hair.

Conservez seulement la dignité de

l'amesse ” .

Questi scritti piacquero al ba­

rone Vignet des Etoles, ambascia­

tore sarde a Berna: " Il me pa-

raitrait précieux d’avoir, sous

votre main, une piume capable de

bien exposer tout ce que vous

jugeriez devoir l’étre selon les

circonstances. Deux mots lui indi-

quant votre idée ou votre but

suffiraient pour que son esprit

épuise la matière avec le touche le

plus convenable au sujet ” . Ma il

conte d’Hauteville non credette

opportuno di chiamarlo a Torino:

“ Je connais ses talents: c'est,

comme vous dites, un homme de

beaucoup d'esprit. Je ne crois pas cependant pouvoir

tirer de'sa piume d'aussi grands avantages que vous

imaginez, toute bonne qu’elle soit ” . Fu invece no­

minato. forse soltanto perchè avesse una soddisfa­

zione,

Correspondant des bureaux du Ministère des

Affaires étrangères de Turin;

e con questo ufficio ri­

mase poi a Losanna quasi quattro anni, sino al feb­

braio 1797 (8).

Intanto falliva il tentativo di liberare ia Savoia ed

egli, come gli altri, ne cercava le ragioni. " Tandis

qu’il faudrait inonder la Savoie d'écrits encourageants

et consolateurs, ils ne pensent qu’à planter des po-

tences ” . Così il 4 settembre 1793. E il 9 dicembre:

“ Dans ma manière de penser le projet de mettre

le lac de Genève en bouteilles est beaucoup moins

fou que celui de rétablir les choses précisément sur

le mème pied où elles étaient avant

la

rèvolution...

J ’ai toujours détesté, je déteste et je

détesterai

toute

ma vie le gouvernement militaire

Militarismo e

piemontesismo erano la

medesima cosa pei magi­

strati di Chambéry! Nel 1794

i Francesi incomincia­

rono a

minacciare

il Piemonte da

Nizza e poi. violata

la neutralità di Genova, dall'Appennino ligure. Il

Robespierre

era

caduto, ma il suo spirito vinceva

ancora le battaglie. “ Sans un gènéral unique qui

absorbe toute la puissance, il n'y

aura pas trop moyen de se tirer

d'affaires ” . Stava leggendo qual­

che libro su Federico II. " Le s

Allemands sont soldats, mais les

Francis sont militaires” .

E

accu­

sava l'austriaco generale Devins

d’imperizia e di tradimento, men­

tre offriva ancora una volta i suoi

servizi al Re per impedire un di­

sastro irreparabile: “ Il faut écou-

ter les gens qui savent la politique

et ne pas les traiter de mauvaises

tétes... lorsqu’ils montrent très

respectueusement, du bout du

doigt, l'abtme où l'oncourt” (9).

Odiava l’Austria come un re-

pubblicano o, dicasi pure, un emi­

grato francese e ripeteva, facendo

eco al Mallet du Pan (IO), che

•* l’empire de la coalition sur la

Franceet la division de ce royaume

seraient un des plus grands maux

qui puissent arriver à l’huma-

nité ” ( I I ) ; ma con la rivoluzione

non era disposto a transigere.

Perciò fu contrario a

M.me

di

Staél e al suo nuovo invidiato

amico Benjamin Constant quando,

nel 1795, presero a dimostrare,

con la parola e con gli scritti,

l'opportunità di aderire alla re­

pubblica, non fosse altro che per

conquistarla. La Chiesa, diceva

l’ab. Vuarin, non ha forse fatto

la stessa cosa coi Barbari? La Staél e il Constant erano

protestanti, e coi protestanti il De Maistre aveva affet­

tato sempre i migliori rapporti, ma quella propa­

ganda, allorché vi ripensò un po’ più tardi, fu per

lui come una rivelazione: la Rivoluzione scaturiva

dalla Riforma o, meglio. Rivoluzione e Riforma erano

figlie del medesimo spirito.

Così il suo orizzonte si allargava improvvisamente.

Nel

1794,

essendo caduto alla Saccareila il figlio sedi­

cennedel marchese Enrico Costadi Beauregard, aveva

scritto per la madre, la quale stava a Losanna mentre

il marito era al campo, un Discours consolatorio in

cui per la prima volta gli avvenimenti in corso erano

osservati dall'alto, fuori del ristretto cerchio degl'in­

teressi politici e dinastici, nello spirito teologico della

tradizione cattolica da S. Agostino al Bossuet. Perchè

la Provvidenza, govematrice del mondo, permette

che il giusto soffra per il colpevole? " Sous l'empire

de Dieu trèvbon. très grand, tous les maux dont

nous sommes les témoins ou les vietimes ne peuvent

étre que*des actes de justice ou des moyens de régé-

nération également néccssaires... Attachés à un point

de l'espace et du temps. nous avons la manie de rap-

porter tout à ce point, nous sommes à la fois ridi-

cules et coupables La Marchesa trovò ch'egli non