in una memoria per lo Czar, in cui, tra le altre cose,
combatteva l’insegnamento di Stato ed esaltava i
Gesuiti, i quali avevano a Pietroburgo il collegio di
S. Caterina, frequentato anche da giovani della più
alta nobiltà ortodossa. Cosi anzi questa casa d’istru
zione e di educazione fu salva, ed inoltre, nel no
vembre 1811, i Gesuiti stessi poterono aprire una
libera Università a Polotsk (24).
Nella primavera del 1812 il De Maistre entrò nel
Consiglio dello Czar, non in qualità di ministro, come
si ripete, ma di “ rédacteur de tous les écrits offìciels
qui émaneraient de lui directement
Era la vigilia
della guerra destinata a dare il segno della catastrofe
napoleonica, e lo Czar, in preda a una crisi di misti
cismo, riceveva ogni settimana l'illuminato Kochélev,
il quale pretendeva di comunicare direttamente con
Dio. Non è quindi improbabile che il De Maistre, pro
penso com’era alle spiegazioni e alle previsioni mi
stiche. abbia esercitato allora un certo influsso sul
l'animo dello Czar. Ma, comunque, ciò non durò a
lungo, e nel dicembre egli venne allontanato. Molti
forestieri, anche italiani, servivano allora lo Czar nella
diplomazia e nell'esercito, ond’è facile intendere la
sua amarezza. Così ebbe anche il dolore di vedersi
tenuto in disparte nel riordinamento dell’Europa che,
tra il 1814 e il 1815, si compì a Parigi ed a Vienna.
Ed egli era stato uno dei più tenaci avversari della
rivoluzione! Il 14 luglio 1814 scrisse a Vittorio Ema
nuele: ** Toutes mes vues se tournent vers la terre:
pour posséder un jardin j ’irais à la Chine. Dans toute
l'Europe, Sire, on ne voit dans ce moment que titres
et dotations en faveur de ceux qui ont contenté les
Souverains, mais V. M. se trouve dans des circons-
tances particulières et j'ignore également ce quelle
peut et ce qu'elle veut L' “ Europeo ", come gli
piaceva chiamarsi, pensava di finire i suoi giorni, ora
che sera ricongiunto finalmente con la sua famiglia,
sulle rive della Neva; ma il destino aveva disposto
altrimenti.
Subito dopo Tilsitt, s'era manifestata nelle alte
classi sociali russe una tendenza, che divenne poi
sempre più forte, a rompere l'angusto cerchio della
Chiesa di Stato per cercare altrove una verità meglio
rispondente a quel bisogno del vago e dell'asso
luto eh'è tuttavìa nel fondo delia sognatrice anima
slava. Alcuni andavano al protestantesimo o al ra
zionalismo, altri al cattolicesimo, altri ancora alle
antiche eresie o ai misteri massonici. Erano di que
st’ultimo gruppo Alessandro Galitzine e lo stesso
Czar. Anime inquiete, commosse dalla fede apocalit
tica nel prossimo inizio d'una nuova era. cercavano
nella Bibbia il vero cristianesimo, la dottrina segreta
e obliata che avrebbe riunito in una sola Chiesa tutti
i credenti nel Salvatore. Da questo movimento uscì,
com'è noto, la Santa Alleanza, mistico sogno di soli
darietà internazionale ed umana, destinato a tradursi
ben presto in efficace strumento di conservazione
politica. Il De Maistre aveva una volta auspicato, nelle
loggie massoniche, l'unione delle Chiese, ma ora non
vedeva salute fuori d'un ritorno puro e semplice dei
dissidenti all'obbedienza di Roma. Così incominciò
a scrivere il libro Du Pape. Frequentava assiduamente
il collegio di S. Caterina e faceva opera di proseli
tismo nei salotti, specialmente tra le donne. Nel 1809
scrisse una Lettre à une dame protestante sur la maxime
qu'un honnète homme ne change jamais de religion e,
nel 1810, un'altra Sur la nature et les effets du schisme
et sur l'unité catholique. La sua più famosa conquista
fu la contessa Anna Sofia Swetchine, nata Soymonow,
che il Saint-Beuve chiama " fille intellectuelle de
J. De Maistre " (25). Ma queste conversioni, nel 1815,
non potevano non impressionare il governo. La
., guerra patriottica " aveva dato una forte scossa al
sentimento nazionale e ridestato quindi la coscienza
della missione della Russia ortodossa. D'altra parte i
Gesuiti, tornati milizia del Papa, avevano perduto
quell'indipendenza da Roma per cui erano stati tolle
rati e protetti sino allora nella Russia. Il 2 dicembre
1815 lo Czar rientrò nella sua capitale, e il 21 il col
legio e la scuola di S. Caterina furono soppressi.
I Gesuiti, cacciati da Pietroburgo, si ridussero a
Polotsk, ma, poco più tardi, furono espulsi da tutto
l'impero.
Il De Maistre fu travolto nella loro disgrazia.
Nel
1816,
essendosi convertiti ancora il conte Ema
nuele Tolstoi e il principe Alessio Galitzine, ch’emi
grarono quindi in Francia, lo Czar chiese a Torino
che fosse richiamato non essendo tollerabili " son
zèle de prosélytisme, son langage au sujet des Jésuites,
la tendance ordinaire de ses opinions, sa partialité et
son acharnement contre les idées libérales du siècle ” .
Consigliava di dargli un posto importante nell’ammi-
nistrazione, ma di non impiegarlo più nella diplo
mazia, e riassumeva il suo giudizio in tre crude parole:
Orateur de salon
(26).
Il De Maistre partì, con la sua
famiglia, il
27
maggio
1817,
sopra una nave da guerra
che lo condusse a Calais. Il
27
giugno era a Parigi,
nella “ grande Lutèce ” , nella “ sage, folle, élégante,
grossière, sublime, abominable cité ” che non aveva
avuto ancora occasione di conoscere
(27).
Sperava
un posto alla Corte di Luigi XVIII, ch’egli aveva
servito nei giorni tristi, ma rimase deluso: non sarebbe
stato prudente, a
parte
ogni
altra considerazione,
tenersi
vicino
un uomo
che faceva sfoggio del più
rigoroso ultramontanismo. Il
14
agosto rivide la sua
Chambéry.
**
J ’ai passè six jours chez
moi
en venant
ici. J ’ai
trouvé vingt maisons nobles, aumoins, fermées
dans
une ville de
12.000
àmes, toutes mes connais-
sances mortes ou dispersées, les hideaux acquéreurs
de biens nationaux à la place de tout ce que j’avais
connu
ft aimé. Allons cependant, peu importe, en
core
quelque jours et tout est dit Così al conte
di Blacas. Ma alla Swetchine: '* J’ai èté chez moi, où
j'ai passé six jours dans une espèce d’enchantement
continue!, environné de frères. de saeurs, de neveux.
de nièces. de cousins. de cousines, caressé, célebré.