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Problemi del Traffico

PER UNA M I G L I O

D E L L E N O R M E DI

I

progressi della scienza e il conseguente accresciuto

ritmo della vita e dell'attività umana verificatosi

nel secolo scorso hanno radicalmente mutato

l'aspetto e le condizioni viabilistiche delle città.

Fattori di una così grande trasformazione furono

l'aumento e la concentrazione della popolazione, il

tram, l'automobile, la meccanizzazione in genere dei

mezzi di trasporto e le accresciute necessità com­

merciali ed economiche.

Ma se l'aspetto e le condizioni viabilistiche sono

radicalmente mutate un'altrettanto corrispettiva tras­

formazione è ora avvenuta nella nostra stessa con­

cezione delle necessità del traffico e nella legisla­

zione relativa.

Questa trasformazione nella concezione dei rap­

porti tra uomo e traffico è avvenuta, se pur rapida­

mente, a gradi, ed a essa trova riscontro la capacità

di adattamento dell'elemento umano. Capacità che

pur essendo assai forte non ha talvolta la stessa

velocità di trasformazione degli elementi meccanici

del progresso.

L'uomo che nella sua vita cittadina ha conside­

rato per secoli come velocità massima quella del

cavallo lanciato al trotto, non poteva adattarsi nel

giro di pochi anni, e senza un notevolissimo sforzo,

a considerare come normale una velocità assai supe­

riore a quella, tanto più in quanto il fatto nuovo gii

imponeva necessariamente limitazioni, preoccupa­

zioni e pericoli.

Ecco

quindi

che

le prime norme di circolazione,

apparse

per mettere un po' d'ordine a questa rivo­

luzione,

si orientarono sul comune buon senso di

allora

che considerava il pedone come il fulcro del

sistema viabilistico, intorno ai cui sacri diritti tro­

vavano posto soltanto doveri, obblighi, restrizioni

per

gli altri veicoli.

Tale concezione ripugna oggi ai nostro spirito,

ma

è logico ammettere che ciò allora cosi non fosse,

e che l'equilibrio non si sarebbe stabilito se non

colla generazione nata già sotto il nuovo stato di

cose.

Oggi non è ammissibile un concetto diverso da

quello che attribuisca a qualsiasi utente della strada

uguali diritti ed uguali doveri; non

può più

esistere

una gerarchia di diritti viabilistici

ma una parità

assoluta. Il fatto che

l'abuso anziché l’uso legittimo

di tali diritti sia

più dannoso e pericoloso perii

E C O N O S C E N Z A

C I R C O L A Z I O N E

civile consorzio se esercitato da una categoria di

utente della strada piuttosto che dall'altra può por­

tare ad una graduazione delle relative sanzioni ma

non certo ad una minorazione di diritti.

Le generiche restrizioni o limitazioni alla circo­

lazione degli autoveicoli che ieri si ritenevano giu­

stificate appaiono oggi retrograde e dannose quando

non siano dettate da speciali esigenze particolari e

locali, vagliate con giusti criteri.

Questa rap

oiezione di concetti chiarisce

l'attuale posizione morale dei rapporti tra i diversi

utenti della strada, che è la base sulla quale si adegua

la tecnica stradale e la legislazione viabilistica odierna.

Attualmente le strade ed il traffico sono uno

degli aspetti esteriori più evidenti della civiltà, della

disciplina e della capacità di progresso di un popolo.

Il Governo di Mussolini ha assimilato tosto e

valorizzato questo postulato ed è con vanto che gli

italiani possono ora asserire che le strade extra­

urbane d'Italia sono le più belle e le più razionali

d'Europa e che la legislazione viabilistica italiana,

compendiata nel recente Codice della Strada dell'8

dicembre 1933, è una delle più perfette del civile

consorzio.

A fianco dell’opera del Governo e con non mi­

nore fervore, le amministrazioni locali hanno iniziato

e proseguono l’opera per l'adeguamento del traffico

urbano alle nuove necessità. Urbanistica e viabilistica

hanno nei maggiori centri italiani portato a risana­

menti edilizi, costruzioni di nuove arterie, trasfor­

mazione del manto stradale, segnalazioni, regolazioni

semaforiche, intensificazione d'illuminazione

pub­

blica. aumento di vigilanza stradale, costruzione di

metropolitane ed altri provvedimenti intesi tutti

direttamente ed indirettamente allo scopo.

Ma se queste opere di trasformazione hanno

potuto compiersi in un tempo limitatamente rapido

non cosi può dirsi della educazione stradale.

Le indagini e

U

rilevazioni analitiche del traffico

cittadino hanno determinato che i problemi della

sicurezza, della speditezza, e della regolazione della

circolazione sono rappresentati per il SO% da un

problema di ordine.

Con dò si vuol dire che. se attraverso una per­

fetta conoscenza dei propri doveri da parte di tutti

gli utenti della strada, si riuscisse ad ottenere dette

varie unità che costituiscono il traffico cittadino una