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DENTISTI ED EMPIRICI NEL SETTECENTO TORINESE

Et

la vita cittadina che si svolgeva nella piazza: Osten­

sione della S. Sindone, parate militari, feste e fuochi

di giubilo per liete ricorrenze storiche o della Casa

Sabauda, passaggio di ricche carrozze e portantine

dorate, di servi in livrea, non è raro osservare fra i

banchi di vendita, la baracca-teatrino dal limitatis­

simo palcoscenico su cui agivano contemporanea­

mente alcuni attori, o di dimensioni ridotte, tipo

marionette bolognesi, e cantastorie che illustravano

Fig. 4.

P iu u Castello alto fina M Sdcanta

Movimento di soldati a d ttad ld -Antica «sedata dai Castalla

(P a la n a Madama)

(Da un dipinto ad olio di prop. prof. Ruffini)

con voce poderosa sui vart quadri del cartellone, le

rischiose imprese di prodi e nobili cavalieri o quelle

meno eroiche, ma ugualmente care al popolino, di

briganti celebri (fig. IO).

La piazza era a quel tempo ridotta perchè una

galleria o padiglione in legno (“ Pavaión ’d bosch ”

-demolito il 22 marzo 1801) univa il Castello (dimora

nella seconda metà del '700 dei Duchi d’Aosta e di

Monferrato e negli anni 1798-99 del Governo prov­

visorio repubblicano) alla Sala d’Armi (Armeria

Reale), ala del Palazzo del Re. Si distingueva quindi

Fif. 6.

>•<

(Granari, I7S2 -

Dipinto

ad sto •

la piazza in " davanti del Castello ” e " dietro il

Castello " . Solo la prima parte aveva particolare

importanza.

Anche il poeta Viriglio (8) riporta un'incisioni

della piazza, fronte l'isolato di S. Gaetano, in cui si

continua la tradizione dei ciarlatani (1825). Il pub*

blico si stringe attorno ad un palco su cui l'imboni*

tore, fra una chiacchiera e l'altra, smercia i suoi

preparati medicinali.

Cima)

Fig. 5.

Preipstta dalla P la n a di Parta Palano con veduta daMs

strada d ia caadiica d Palano dd Connina

(Inc. Sclopis)

Dobbiamo far pure presente che alcuni venditori

ed operatori, i quali occupavano stabilmente barac*

coni o piccoli alloggi nel cantone di S. Lorenzo, scen­

devano per qualche ora in piazza per lavorare all'aria

aperta, essendo coram populo, più facili e più celeri

i guadagni. Un esempio, diremo classico, lo troviamo

ancora nell'approssimarsi della metà dell'Ottocento.

Il famoso Orcorte Bartolomeo Maurizio, con stabile

dimora nei portici di S. Lorenzo, si presentava ai

pubblico su di una vistosa vettura, per vendere, eoa*;

diuvato da servi, " l'oeli de strassón " , panacea

molti dolori fìsici. Egli si allontanava dopo circa un'c

anche se le richieste fossero notevoli. Questo fa

incoraggiava l'acquisto affrettato nelle successi*

giornate.

Porta Italia (Palazzo) (fig.

5)

è

quella parte

frequentata che si continua nella contrada d'1

(v.

Milano), dapprima angusta e tortuosa, e poi

pliata con profilo rettilineo sotto il regno di

Emanuele III (1736-55).

In una incisione del conte Ignazio Sclopis di

stura (1727-1793) troviamo oltre ai banchi di

carrette carichedi ortaggi, somari dai basti bencoir

banchi $ merce varia protetti da teli, movimento

donne e di uomini affaccendati, di monelli e di

darmi col cappello a tricorno. Maggiore festa

movimentò, luce e colore riscontriamo in un

quadroadoliode! Granari (1752)(fig. 6). rif

un angolo di Pòrta Palazzo. In prossimità di

caseggiati con in primo-piano l'insegnadi una Se

sono in pienaattività fra baracconi e banchi,

di frutta, verdura, pollame, carne bovina,

a gioconde maschere. Queste sul somaro od a

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