DENTISTI ED EMPIRICI NEL SETTECENTO TORINESE
nistra, su di un palco appartato, innanzi alla chiesa
di S. Cristina, un ciarlatano sta decantando alcuni
prodotti, probabilmente specifici. A ricordo dell'at
tività odontoiatrica in questa piazza, anche nella
prima metà dell'Ottocento, rimane un pregiato
quadro del Finazzi (1848), di un collezionista fran
cese, in cui il cavadenti opera con disinvoltura su di
un palco posto innanzi alla chiesa di S. Cristina (fig. 9),
Una osservazione che non dobbiamo tralasciare
è quella dell'ora più propizia al lavoro. Al mattino
Piazza del
(Sul
Fig. IO.
all'imbocco M ia
Piazza il teatrino
(Inc. Sclopis)
contrada Dora G rotta
il cantastorie)
il mercato ed al pomeriggio il cambio della guardia,
l’uscita dei personaggi dalla Corte, od altri avveni
menti mondani attiravano il pubblico nelle piazze o
contrade. Il sole poi, quand’era sfolgorante, impo
neva al dulcamara di rizzare il palco all’ombra: a
ridosso dell'isolato S. Giovanni Evangelista verso il
cantone di S. Cristina (ore antimeridiane), ed in
piazza Castello fuori dei portici dell’isolato S. Gae
tano e verso il cantone di S. Lorenzo (ore pome
ridiane).
Piazza Carolina o Carlina
era nota per il mercato
del vino e per la posta reale dei cavalli (corriera).
Ai quattro lati i magazzini della città per la legna,
carbone, fieno con peso e stadere.
Nella
Piazza Susina o Paesana
(p. Savoia) al sabato
vi era il mercato delle " lingerie usate, come anche
di abiti da uomo e da donna, e delle ferramente
usate (attualmente al Baldn) e negli altri giorni del
pollame ed erbaggi ” .
In queste pubbliche piazze fra tanta umanità in
faccende e provvista sufficientemente di denaro,
anche il cavadenti e lo spacciatore di mirabolanti
rimedi odontalgici potevano trovare numerosi clienti.
Ripetiamo‘infine che fra attori (fig. IO) e cava
denti la parentela in quel secolo, al pari dei prece
denti, era spesso strettissima: anche Cavenago (Ve
nezia) ( II) e Dagen (Parigi) (12) in recenti pubblica
zioni hanno apportato dati descrittivi interessanti e
precisi. L'attore cambia non solo d'abito e di voce,
ma anche di professione: la maschera si trasforma a
tempo opportuno in operante dentista od in vendi
tore di rimedi fra i quali gli odontalgici. Se ciò acca
deva nella serenissima repubblica veneta e nel fastoso
reame di Francia, doveva pur ripetersi nel guerriero
regno sardo. La lingua francese, allora in Piemonte
maggiormente diffusa, favoriva frequenti scambi intel
lettuali ed economici fra i due paesi confinanti: gli
attori cavadenti ed i dentisti ambulanti agivano sul
margine di questa relazione. L'unico ostacolo da
superare sarà stato quello delle autorizzazioni locali
a “ lavorare ” liberamente, ma i guadagni, talvolta
lauti, acconsentivano di ottenere l'indispensabile
licenza.
Il carattere transitorio e ciarlatanesco di tale
attività sanitaria non avrà dato eccessivamente ombri
ai chirurghi ed ai dentisti fissi e di seria reputazione.
Questi poi avranno profondamente disprezzato, per
decoro professionale, gli operatori da piazza.
Come lavoravano questi dentisti ciarlatani?
In maniera non dissimile da quella che chiaramente
osserviamo nei quadri, nelle stampe e nelle carica
ture riesumate dal Proskauer, dal Dagen. e dal De
Vecchis (13). Su di un rozzo palco sorretto da caval
letti poggia un tavolo, dal quale pende, ben visibile
verso il pubblico, l’autorizzazione d'esercizio munita
del regolare bollo, e sul tappeto stanno le collane
fatte con denti estratti, le caraffe, i tovaglioli ed il
Fig. II.
(Francesco Maggiotto, 1750-1805 - he. coll. Coietti)
•
« Credilo, amteo. un pah a me tra cento
Non v'è in quest'arte, e il dente che ti duole
Fidati a me. fuor tratto in un momento
Mirar godrai con la radico al soie.
• Par carità levatemi d'ambascia
Ha non agBflfjhorate la pnocal