WAGNER E L'ARTE WAGNERIANA A TORINO
inizia appunto la più monumentale de lle sue opere:
il ciclo d e ll'« A n e llo del N ib e lu n g o » .
Pochi g io rn i dopo W agne r lasciava l'Ita lia e r it o r
nava a Zu rigo , in uno stato di grave abba ttim en to
nervoso e scriveva al Liszt: «S ono to r n a to ... per
morire... o per c re a re ...» . La so rte , pe r fo rtuna ,
lo riserbava alla creazione!
I primi bagliori dell'arte wagneriana a Torino
Se lim ita ti e fugaci fu ro n o i ra p p o rti d ir e tti della
città di T o rino con la personalità di W agne r, di gran
dissima importanza fu ro n o invece i ra p p o rti con lo
sviluppo dell a rte wagneriana in Italia: dopo Bologna
— che per un complesso di circostanze, spesso fo r
tuite, può considerarsi la culla del wagnerismo in
Italia — T o rino fu la c ittà che, pe r parecchi decenni,
ebbe legami sp iritu a li più intensi col W agne r e che
dimostrò una maggior comprensione e intelligenza
della nuova a rte , c o n tro di cui si accanivano allora,
senza freno e rite gno , legioni di avversari irre d u c ib ili.
Il
p rim o c o n ta tto del pubb lico to rinese con la
musica wagneriana si ebbe il 22 marzo 1872. In un
concerto di beneficenza a favore del R icovero di
Mendicità, fu ro n o eseguiti al T e a tro V it to r io Ema
nuele il p re lud io d e ll’a tto p rim o , il p re lu d io d e ll’a tto
terzo e il co ro nuziale del
Lohengrin;
l ’ope ra che era
apparsa, per la p rim a vo lta in Italia, alcuni mesi
prima (1° novembre 1871) a Bologna.
Quel conce rto ebbe una pa rtico larissima influenza
sullo sviluppo della v ita musicale to rinese : non sol
tanto perchè segnò il p rim o irrad iam en to d e ll’a rte
wagneriana a T o rin o , ma perchè il ris u lta to a rtis tico
di esso decise d e ll’ is tituz ione d i una società di Con
certi Popolari O rc he s tra li, che fu la p rim a Società
del genere so rta in Italia e fu benem e rito ed effica
cissimo s trum e n to di propaganda e d i educazione
musicale nella nostra c ittà . In fa tti, meno d i due mesi
dopo il p re d e tto conce rto — e precisamente il 12
maggio de llo stesso anno — ta le società iniziava la
sua v ita lità feconda, che doveva g lo riosamen te du ra re
diversi decenn i...
E in questo stesso conce rto d ’ in iz io e ra di nuovo
in programma il p re lud io del p rim o a tto del
Lohen
grin,
che ebbe, in generale, accoglienze anche più
favorevoli, che non alla sua p rim a apparizione. Il
terzo conce rto della società stessa —
17
novembre
1872 — po rtava un nuovo c o n trib u to alla conoscenza
de ll’a rte wagneriana, con l'inclusione nel programma
d e ll'« o u v e r tu r e » e de lla marcia del
Tannhóuser,
le quali na tu ra lmen te d iede ro o rig in e a discussioni
animatissime ,prò e c o n tro l ’a rte musicale wagneriana.
Dovettero però trascorrere diversi anni, prima
che
un'intera opera wagneriana venisse allestita sulle
scene
torinesi. Dopo l'incerto esito del
Tannhóuser
a Bologna (1872) e la clamorosa caduta del
Lohengrin
a Milano (20 marzo 1873), il portare sulle scene ita
liane un'opera di Wagner poteva apparire cosa som
mamente audace e rischiosa; eppure quando — il
14 marzo 1877 — il
Lohengrin
comparve sulle scene
del no s tro Tea tro Regio, a pa rte qualche inevitab ile
voce dissidente, il successo fu buono e il contegno
del pubb lico to rinese , anzi — pe r essere più precisi
— del popo lo to rinese , m e ravig liò pe r la sua in te lli
genza musicale e comprensione un c ritic o s tran ie ro ,
il Vander S traeten, per lo più assai aspro e ingiusto
verso c e rti aspetti de lla v ita musicale italiana:
«Cosa bizzarra e in c re d ib ile !» , eg li lasciò s c ritto ,
« uscendo dalla rappresentazione, io ud ii gente del
popolo canticchiare le me lodie più salienti del
Lohen
g rin .
G li in iz ia ti hanno spesso m in o r in tu izione della
bellezza vera, che non il
profanum vu lgus l» .
In quella sua prima ed izione to rinese il
Lohengrin
ebbe a in te rp re ti il te n o re Ita lo Campanini, già
p rim o esecutore d e ll’ope ra a Bologna e a M ilano,
cantante veramente ricco d i riso rse espressive e fe li
cemente do ta to vocalmente; la soprano Romilda
Pantaleoni, che più ta rd i doveva essere scelta dal
V e rd i, come p rim a in te rp re te de lla parte di Desde-
mona ne ll
'Otello;
la mezzosoprano Fanny Laville-
Fe rm ine t, a cui nocque non poco l ’ imposto alquanto
g u ttu ra le della voce e l'accen to s tra n ie ro ; il ba ritono
Giuseppe Kaschmann, a rtis ta in te lligen tiss im o e squi
sitissimo cantante; il b
mando Castelmary e,
nella b reve parte d e ll'a ra ld o , il b a rito n o Alessandro
S ilvestri.
A lcun i anni dopo (1882) apparve sulle scene del
Tea tro Regio u n ’a ltra ope ra wagneriana: il giova
n ile
Rienzi,
i cui ca ra tte ri ancora così decisamente
meyerbeeriani — e s o p ra ttu tto così poco wagneriani
— fin iro n o col non interessare nè i wagne risti, nè
a calmare gli irre d u c ib ili avversari.
W3-I93S: I* **Anello del Nibelungo „
Si giunse così a ll'anno 1883, in cui si compì un
avvenimento decisivo pe r la divulgazione d e ll'a rte
wagneriana in Italia: l'esecuzione d e ll'in te ra trilo g ia
con p ro logo , l
'Anello del Nibelungo,
avvenuta in
diverse c ittà d 'Ita lia , tr a cu i T o rin o ; q u e il’Ane//o che,
pe r la p rim a vo lta in ita liano ,
è
ricompa rso in questi
g io rn i sulle stesse scene del n o s tro Tea tro Regio.
1883-1935!
Due date: due epoche. Oggi le opere
del Wagner — come quelle del Verdi — sono diven
tate un elemento fondamentale ed essenziale del
teatro lirico; ma quando la Compagnia tedesca di
Angelo Neumann scese in Italia per far conoscere
l'opera più audacemente rivoluzionaria di Wagner,
si stava appunto combattendo, nel nome del compo
sitore teutone, la più grandiosa e aspra battaglia
artistica, che ia storia registri; più vasta ed aspra
ancora di quella che, circa un secolo prima, aveva
messo in subbuglio la Francia, con la storica e memo
rabile contesa fra gluckisti e piccinisti.
La battaglia wagneriana, condotta con animosità,
fervore, esaltazione e passione, suscitò polemiche
interminabili, fece versare fiumi d ’inchiostro su tu tte