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riinlii'triii cartaria con 108 milioni di kW h. Lieve

differenza appare in quello d ie assorbe la trazione

elettrica nelle due regioni: il Piemonte è a 1200 mi­

lioni di k\Vh e la Lombardia a 210: nè risulta ec-

ce.»i\o lo scarto di consumo negli scopi elettrochi-

mici ed elettrometallurgici con 104 contro 516.

Le due regioni qui non sono però più in gara pel

primato, poiché sono largamente superate dalle V e­

nezie che hanno un consumo di 700 milioni di kWh.

Non c'è bisogno di far rilevare come il gioco dei di-

\er-i fattori fisici, economici coesistenti spieghi le

differenze rilevate, nè come tali confronti siano solo

C'po«ti allo scopo di dare un idea panoramica dello

•viluppo e della distrihu/.ione dell'industria idroe­

lettrica in Piemonte ed in Italia, non certo per ri­

valità regionali inesistenti e senza significato.

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I na domanda si affaccia spontanea, dopo questa

lireve dUamina. (Ju ali sono le possibilità future del-

l'industria elettrica ili Piemonte?

Occorre distinguere gl'impianti tecnicamente esegui­

bili da quelli economicamente convenienti: distin­

zione clic i tecnici segnano ili genere per tutta la

regione italiana.

Furono s\olte delle lunghe indagini accurate ed at­

tendibili al riguardo: la potenza inedia teorica di-

'punibile (si tralascia qui l'esposizione dei principi

tecnici e statistici con cui essa fu calcolata e che

non permette un'immediata comparazione con la

potenza installata) raggiungerebbe per il Piemonte

la cifra di kW 1.387.115.

IV r a\ere un punto di riferimento con la nazione

tutta 'i può ricordare come in Italia si calcoli circa

I

3

della potenza in', t . quella già data da impianti

in funzione od in compimento. 1/3 da impianti con-

ce-'i od in istruttoria : rimane I 3 di impianti tec­

nicamente possibili.

>ia per gl'impianti concessi od in istruttoria, come

per questi ultimi è indispensabile esaminare la con-

temenza economica della loro costruzione. Questo

spiega come non tutte le concessioni non vennero

C'Cguite. Molte domande furono inoltrate in periodi

a prezzi crescenti e nella fase declinante il muta­

mento generale avvenuto della struttura nazionale

«lei prezzi ha certamente reso antieconomica la co­

rruzione di diverse centrali già apparse come-

nienti.

II prezzo dei fattori produttivi. la politica doganale.

I influenza dei prezzi politici, l'andamento della

congiuntura; tutti questi elementi rendono impos-

'iliile rifo n d e re d e fin iti aniente alla domanda più

'••Ite affacciata: quale quota di questi impianti è

economicamente con\ eniente?

In Piemonte quelli in funzione danno una potenza di

ni . t*. 468.078 e quelli in costruzione 21.4«2 : queste

«lue cifre insieme rientrano in quelle che formano

il primo terzo su citato. Riguardo agl'impianti con*

•ttsi od in istruttoria essi — sempre nel 1932 —

assommavano a 188.033 kW . Rimanevano i possi­

bili con 229.103. I dubbi sulla convenienza econo­

mica di questi ultimi riaffiorano quando si rifletta

che per la realizzazione del programma tracciato dal

Servizio Idrografico si renderebbe necessario co­

struire grandi serbatoi idrici. Nel Piemonte ne oc­

correrebbero per una capacità di 215 milioni di me­

tri cubi. Quelli esistenti — già di circa 124 milioni

complessivi — non rappresenterebbero più che una

quota modesta del quantitativo totale.

Lo sfruttamento integrale delle risorse idriche pie­

montesi collahorerà potentemente alla lotta per l'a u ­

tarchia nella «piale le pure considerazioni econo­

miche vengono cancellate e subordinate a fini su­

premi della Nazione. Ma poiché — in Piemonte

come nell'Italia tutta — esse non sono illim itate si

è più volte discusso l'indirizzo da imprimere al con­

sumo.

Senza riferire gli esami e le discussioni tecniche

svolte al riguardo si possono ricordare le conclu­

sioni a cui si è pervenuti.

Parlare di utilizzazione dell'energia elettrica per

il riscaldamento privato risulta idea priva di ogni

base reale.

Occorrerebbe consumare in Italia da 8 a 10 m iliardi

di kWh per sostituire da 1.5 a 2 milioni di ton­

nellate di combustibile fossile.

A dimostrare l'assurdo della proposta basta la r i­

flessione che questo fabbisogno, da st..

orbi-

rehbe per cinque mesi tutta la nostra produzione

di energia elettrica come fu dimostralo dall'avvo-

cato Motta.

Massima appare invece la coincidenza a sostituire

il carbone o la nafta per la produzione di energia

meccanica. Qui un k\\ h sostituisce siilo a 1000 g.

di (lardiff o 350-400 di nafta. mentre impiegato a

produrre calore non equivale che a circa 160 g. di

Cardiff.

A ltri problemi relativi all'industria: quello relativo

al preteso monopolio che porta con sè da un lato

la convenienza economica di impedire doppioni ed

immobilizzi inutili e dall'altra il pericolo di prezzi

che si avvicinino a quello definito dagli economisti

il punto di Cournot, con danno alla collettività, ap­

pare superato. Anche a prescindere dalla concor­

renza dei succedanei, col controllo costante dei

prezzi, esercitato dal Regime ad alti scopi sociali,

il pericolo apparso cade nel nulla.

In Piemonte si giunse ad un accordo tra le aziende

produttrici per evitare lo stendere parecchie reti di

linee in medesimi stabili o zone, e le tariffe appar­

vero sempre propizie allo sviluppo dell'elettrifica­

zione industriale.

In un ambiente economico ordinato e disciplinato

da una coscienza unitaria in marcia verso luminosi

orizzonti, l'industria idroelettrica piemontese può

continuare il suo ardito sviluppo fiera del potente

contributo, dato alla nazione produttiva ed al­

l'ideale autarchico, indice delle sue solide e tenaci

virtù costruttive.

ANTONIO POSSATI