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C I N E M A T O G R A F O

Bilancio mensile folto n i intenso, con

presentazione di lilui di vario genere e

qualità. Sopratutto caratterizzato dalla

visione di lavori di produzione italiana

di prim ordine.

So nna Felicita

di M. Mattali è la ridu­

zione cinematografica dell’omonima com­

media di G. Adami 1 seguito, in sostanza

di

F elicita Colombo,

con la stessi impa­

reggiabile protagonista su cui gli anni e

i dolori hanno potuto lx-n poco. Non ne

hanno, infatti, smorzata l'intraprendente

furberia e la pratica e sperimentata sa­

viezza, questa volta dirette, scomparsi

dalla scena del mondo figlia e genero,

ad aggiustare le malefatte e i trascorsi

del loro rampollo. Ambrogino ha eredi­

tato dai magnanimi lombi niente spirito

bottegaio, e, romantico e fantastico, vuol

fan* il pittore. E gli pare che il metodo

più opportuno e semplice per iniziarsi

all'arte sia quello di partire per la riviera

e spassarsela in allegra compagnia. Il

guaio è che la sua gioventù ed inespe­

rienza manovrate da una donnetta scaltra

e navigata sostenuta dagli armeggi di una

zia putativa, stanno per metterlo nel

sacco. Ambrogino è innamorato cotto e

pensa già ad una soluzione matnmoniale.

Arriverà in tempo a farlo ricredere il

Conte Scotti, ormai divenuto abile ammi­

nistratore della ditta Colombo. Egli sma­

schera i piani delle due intriganti, le

mostra al nipote nella loro genuina fisio­

nomia, e riconduce Ambrogino all’ovile.

Il film risente della tessitura e dell’impo­

stazione scenica. E si presenta, comples­

sivamente. come il tentativo di svilup­

pare. o, meglio, di spremere una trama

già in gran parte esaurita. Non ci pare

inoltre, encomiabile la trovata di carat­

terizzare tipi e macchiette ricorrendo allo

impiego d; un assortimento di lingue e

dialetti. Tuttavia il lavoro sorretto da un

regia corsiva e sciolta, è facile e piacevole.

Oltre la Galli ed al Falconi sono da men­

zionare il D'Ancora, il Gandolfi, il Ta­

ranto, la Haude, la Johnson.

Sotto la croce del sud

di G. Brignone è un

film d’ispirazione coloniale cd africana

girato quasi interamente nella regione

dei Galla Sidamo. Un giovane ingegnere

italiano. Marco, proprietario di pianta­

gione parte per la guerra impenale ed

abbandona la sua concessione. Quando

ritorna, dopo aver valorosamente com­

battuto. trova che la sua tenuta, io se­

guito al compiacente consenso di un

degiac, è stata ceduta ed usurpata da un

certo Simone. un losco figuro levantino

che lì vive, dedicandosi a traffici clande­

stini. in compagnia di una donna: Mailù.

Marco, risoluto, vorrebbe liquidare la

partita scacciando su due piedi gli usur­

patori. Ma interviene Paolo, il suo gio­

vane socio, il quale preso da subitanea

sim patia per La donna, perora la causa

dei

due e riesce a far desistere il compagno

dai suoi propositi. La longanimità degli

italiani non ha gran presa sul cuore e sui

disegni deU'avventuriero. Egli continua,

impassibile, i suoi maneggi e contrab­

bandi. ScojKTto da Marco e licenziato,

per vendicarsi tenta un grosso furto,

appicca il fuoco all'accampamento e

fugge. In seguito s'imliatte nelle sabbie

mobili dove trova tragica morte. 1 film

è costruito con larghezza di mezzi ed ha

scene efficaci e belle inquadrature. I na

pagina esemplare, per ritmo e vigoria

drammatica, è la scena dell’inseguimento

e della fine di Simone. Misurata ed ac­

corta l'interpretazione, con E. Glori.

A. Centa. G. Grasso. D. Duranti.

Con

Giuseppe Verdi

di C. Gallone siamo

al film storico-biografico di grande impo­

stazione. Esso ci offre, oltre agli episodi

più salienti della vita dell'insigne musi­

cista — ma anche alcuni particolari di

puro carattere anedottico non sono tra­

scurati — la rievocazione della fisionomia

della sua epoca, un largo repertorio di

musiche, accuratamente trascelte inmezzo

alla dovizia della sua produzione, e ma­

gnificamente interpretate e dirette. Questa

parte, anzi, rilevantissima non ha una

semplice funzione genericamente esem-

plativa ed illustrativa, ma. sistemata ac­

canto al filone storico e biografico, ha un

compito di postilla e di commento. La

vita di un musicista in genere e quella

di Giuseppe Verdi in ispecie. non è di

solito movimentata ed avventurosa al

punto da oHnre una ricca ed intensa

trama quale si richiede ad un lavoro cine­

matografico. Tuttavia questa non manca

di capitoli e di svolte inattese, di un ritmo

sempre più rapido e progressivo, di ele­

menti drammatici, sopratutto conside­

rata nel quadro particolare del risveglio e

dei fasti nazionali in cui si attuò e svolse,

li anche quando si conchiuse, raggiunto

che ebbe l'artista la pienezza dei suoi

mezzi e la sicura coscienza ilei proprio

mandato, nella fase più solitaria e lavo­

rativa. si colorò «Ielle trepidazioni e del­

l’ansia di un popolo, di una gloria che

ebbe subito eco nell») spinto delle molti*

tuilini. I.e vicende di questa vita nobilis­

sima ed esemplare, contesta d'episodi

intuiti ed immaginati, nel film hanno

spesso c«>ntomi pitt«m*schi e quasi sempre

le proporzioni di un giusto rilievo. Dalla

incertezza dei pnnu passi alla |>artenza

di Verdi per Milano, al matrimonio con

Margherita Barezzi. alla prima rappre­

sentazione dell'«Obertodi San Bonifacio»,

alla desolazione |>er la morte di Marghe­

rita. E via via. la tetra misena. i soccorsi

della Strepponi. il trionfale successo del

« Nabucco »,

1

lunghi anni di intensa ope­

rosità. gli incontri con i personaggi celebri

dell’epoca, la collana dei trionfi successivi,

l'n ’esistenza ricca d'anni e di eventi che

il film illustra e rievoca, scendendo spesso

fino alle minuzie «lei dettagli e dei parti­

colari. Belle e grandiose le ncostruzioni.

sobn i costumi, splendida la fotografia. E

numerosissimi cd efficaci gli interpreti ita­

liani e stranieri: da F. Giachetti. protago­

nista, a G. Paolieri. da P. Brasseur a

G. Morlay, da C. 1^lotto a G. Paoli, ecc.

La scelta delle musiche e la direzione

dell’orchestra è di Tullio Seratin. la loro

superba interpretazione di Gigli. Cerbot-