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R A S S E G N A D I P O L IT IC A IN T E R N A

P O L I T I C A

I M P E R I A L E

Il mese fatidico della Rivoluzione ha concluso il

sedicesimo anno del Governo Fascista con una se­

rie di importantissime deliberazioni dei massimi

organi del Regime ed una attività in tutti i settori

della vita nazionale, particolarmente intensa.

Le riunioni del Gran Consiglio del Fascismo, della

Commissione Suprema per l'Autarchia e del Con­

siglio Nazionale del Partito, hanno non solo ri­

flessi» quale sia l'attuale solidissima situazione del­

l'Italia tanto nel campo della potenza politica in­

terna ed estera quanto in quello dell’economia,

ma hanno anche segnato una inequivocabile presa

di posizione del Regime nei riguardi dei più im­

pellenti problemi del momento e precise direttive

per quella che deve essere l'azione futura da svol­

gere.

La storica dichiarazione approvata dal G. C. F.

circa il problema razziale, fissa i criteri direttivi

e le norme fondamentali di attuazione della poli­

tica italiana in questo campo.

Le misure precise e radicali di attiva difesa do­

vevano essere prima di tutto di carattere generale.

Di qui il divieto categorico dei matrimoni di ita­

liano o di italiana con elementi appartenenti alle

razze non ariane, e le più che giustificate limita­

zioni o divieti dei matrimoni tra italiani e stranieri

in genere e, infine, la necessità di rafforzare le

misure contro gli intollerabili attentati al presti­

gio della nostra razza nei territori dell’impero.

Circa il problema semita, il G. C. F. ha dato la

definizione di chi debba essere considerato ebreo,

seguendo un criterio di logica equità. Ed ha poi

stabilito come gli ebrei debbano considerarsi nel­

l'ambito della vita nazionale, dando vita non già ad

una politira di persecuzione e di oppressione, ma

ad un politica di separazione.

Nella sua seconda riunione, il G. C. F. ha messo

definitivamente a punto la riforma costituzionale,

approvando gli schemi dei due disegni di legge ri­

guardanti la riforma del Consiglio Nazionale delle

Corporazioni e la costituzione della Camera dei Fa­

sci e delle Corporazioni. La nuova Assemblea le­

gislativa fascista viene così a rispecchiare una

costituzione reale, non inventando, ma ricono­

scendo e coordinando elementi già in opera. Come

scrisse S. E. Bottai c il popolo non elegge nessuno

a rappresentarlo; il popolo si rappresenta nelle

sue funzioni gerarchiche. Il nuovo organo legisla­

tivo ha una continuità di funzione indefinita. Ciò

non significa che non avvenga il suo rinnovamento.

I Consiglieri Nazionali die decadano dalla funzione

esercitata in seno ai rispettivi Consigli, decadono

anche dalla Camera dei Fasci e delle Corporazioni.

Il processo di rinnovazione è quindi continuo; la

nuova Camera insomma, senza turni elettorali pe­

riodici, anzi proprio per la loro abolizione, è in

ogni momento espressione immediata e diretta della

vita della Nazione». Questa nuova Camera avrà

essenzialmente il carattere di immediata integralità

nazionale, di perennità, e di diretta e totalitaria

rappresentanza di tutti gli interessi nazionali, po­

litici e produttivi, nel giusto equilibrio della loro

importanza. Con la fusione delle rappresentanze

della politica e deU’economia, la riforma viene a

rispondere perfettamente alle esigenze ed agli ideali

di giustizia del Popolo Italiano.

La meravigliosa efficienza del Partito, in tutte le

sue organizzazioni ed in tutti i settori della vita

nazionale, è stata ampiamente documentata dal Mi­

nistro Segretario Starace, alla riunio

1 Consi­

glio Nazionale.

A questa efficienza fanno magnifico riscontro i su­

perbi risultati raggiunti già nella battaglia per l'au­

tarchia, che, come abbiamo più volte affermato,

è una lotta che esige, innanzitutto, una prepara­

zione spirituale solidissima, quale appunto il Par­

tito può ottenere attraverso la sua molteplice at­

tività.

L’indipendenza politica di una nazione si riduce

praticamente a ben poco ove ad essa non corri­

sponda un’adeguata indipendenza economica. Un

secolo di scuola e di sistema liberale nel campo

economico ci dimostrano ampiamente questa ve­

rità. La via dell’indipendensa economica, per l’I­

talia, si chiama

autarchia.

Il Duce l’ha indicata per

primo e l’Italia la sta percorrendo fedelmente, in­

telligentemente, tenacemente.

Le relazioni e le discussioni die si sono svolte hanno

annunciato agli italiani come il Regime stia libe­

rando la Patria dd pesante fardello delle servirtù

economiche dall’estero e come già si sia raggiunto

un primo imponente complesso di realizzazioni au­

tarchiche che assicura d nostro popolo la piena

indipendenza in molti settori dell’economia, indi-

pendenza die sarà assicurata e consolidata anche

ndl’awenire in quanto l’incremento ddla produ­

zione seguirà il regolare incremento demografico.

Il Duce ha già affermato la necessità die la proda-

zione dd grano raggiunga i 90 milioni di quintali

che sono necessari per nn popdo di SO

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S

ìmu

,

quanti cioè noi saremo Ira pòchi anni. E come

avremo il nootr« pone anche nell’avvenire cod d

saranno assicurati qnei prodatti ddla terra che co*