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V E T B I H A D E L L A P O E S I A

(a c u r a d i E Z I O S A I N I )

R E N Z O L A V R A N O

Krnzo J.aurano. di San Krmo. ha l'inlo il Premio di poesia della Birnnalt di I ro n ia con la raccolta « Chiara ride

»;

il premio

l'o rli del Tempo di M ussolini con

«

La ballala del vecchio colonissatore ». Ha liberamente ricreati in porsia francese

i •

Tre

salmi alla mrmoria di Sandro Mussolini « di Franco C iarlantini.

Sue liriche sono stute tradotte in francese, tedesco, inglese, spagnolo, polacco, serbo-croato, neogreco, e in latino dal prof. Giuseppe

D'Arcore Zappa.

Laurano è compreso in una ventina di antologie; fa parte dei comitati direttivi di

«

Lirica

»

e di

«

Term ini

». Sla

preparando

una traduzione dall'antico provenzale del Cantoniere di Bernart de l entadorn. ed una raccolta di liriche assolutamente

inedite: di lu i presentiamo alcune fresche poesie.

SET TEM BRE N EL! E LANCHE

Nelle 1-anghe ho un amore: una fiumana

riposata nel verde. E pili alberelli

trrmulanti d'argento? Quanti odami

larghi di fogli? ammarano; e in si chiare

acque che intorno attingono a qurl lume

per molto raggio, e gli uomini

e

le mandre

e le rase dei ruttici fra i cedui

boschi ermi dei colli. Queste ariose

giornate di Settembre nelle Langhe

esce fischiando sempre un giovanotto

cacciatore, e tu vedi come vada

di se lieto e sicuro; e non ti pare

più crudele di quanto egli al sanguigno

colore onesto, inconscio, non ti sveli.

Vedi, e questa è la caccia. Ora fra gli alberi

ti s’è tolto; riappare a mezza rosta,

d'un tratto. Lo rivedi che va in cresta,

là. sull'onde a matita dei pianori

ventilati, sul colle. £ questa finta

guerra al giovane cara; gli ricorda

come anda\a. non è molto, un suo allegro

plotone esercitando alle doline,

ne' nocd&li, quando era, immaginoso

tempo!, un ragazzo condottiero; un giovane

infaticabile e gentile. 1 giorni

delle grandi manovre erano sogni.

Se li ripensa il cacciatore andando

con fantasia, e incontra una ragazza

alla fontana. Incontra il cacciatore

— oggi il mondo è propizio — e donna e fauna

predisposta. E ferisce di nna frase

che innamora la fresca portatrice

d’acqua; e quella s’indugia. Gli sorride

dabitoaa e benigna. Oggi sarà

giorno misto di amori e cacce in questa

sua giovinezza al giusto ponto umana.

Poi n'andranno alle vigne, o in meno all'ava.

RONDO’ DEI LAMPONI

A precipizio nei lamponi,

sono caduto — stanco, e lungo, b o ra » .

Io non resisto, no. Capite: lamponi!

Lamponi qui, lamponi là, lamponi!

Nei profanimi ci si sta bocconi,

sazii. E i crèmisi musi de’ lamponi

umidi, eh loro, sanno sempre (a emozioni

cosi, non ci resisto... no!) come i più buoni

de’ m u ri C a n i s u c c ia r b e n e — n h b serian i

gfi a ltr i! — s a c rific a re ; c h ’io op in o i la a ip a n i

(imponi

Ig^pnu là, J

omjmiw

)

|

m m

n y

— fc N a * p M b a s a i

ioao

duco i hnfo koccQBi«

m

b o o

recio to p ili d i I

m o

» ta m p o n i

lamponi qui, lamponi là , lamponi.

SOGNO ALLA BELLA DIANA

Uomo che è giunto a desiata borra,

paflrosa e serena

d’un pozzo.

stanco non sa come bere,

questa sera, e s’addorme.

E fa un bel sogno. Si disseta. Beve

clisire; e ha un suo lungo

brivido, che non finisce, a suo piacere.

(Quanta sete! Si smemora, e neppurr

immagina che è per un sogno

desiderato che si ristora).

Desiderato,

dalle ragazze del villaggio

— le portatrici d’acqua — egli sarà

dolce e bianco, domani.

uomo dopo una notte alla diana.

e preparato.

senza memorie pesanti,

a vedere le danze

originali, i greci passi

di giovinceUe un poco aspre

e umide

di fresco mattino — come raggiorna

freddamente, e queste

ragazze sono chiaramente galanti

e naturali. Innocenza di queste parti.

LA CANZONE NELL’AIA

Conio

di vecchia contadina.

— Noi non sappiamo pià, peccato!, che era...

Noi non sappiamo pià, canzone gaia,

la canzone nell’aia

quando maturo è il grano.

Qnando il grano è maturo, i giovanotti

da ragazze son rotti;

dalla fatica, ubbriachi.

Ma. bei tempi,.. Cosi, quello che è stato

affaticato affaticato,

lasso, ere vita?

N a t

non sappiamo più, peccatoI, ebe

e ra

. la

v ita

q n s lla

che a

s a n

npoM ta è

N a t n a n is pp is m i p i* , ra n aa n i ( a ia ,

b m n n s n r n efl’a ia