

i cuori di tutti noi sobbalzarono, come se ravvisas
sero in essa incarnarsi l'imperativo categorico del
destino che ci chiamava. Sobbalzò, coi nostri, anche
un più «rande cuore, che non hatte più. fermato
dalla morte gloriosa sul campo: il cuore di Scipio
Slataper.
In quell'epoca remota in cui era possibile uscire
non pur dai Licei ma anche dalle Facoltà filologiche
senza aver letto un solo verso originale di Shake
speare o di Goethe, ecco filialmente il gesto largo
e sicuro di uu Maestro svelarci, riaffermando il con
cetto della
H eltlileralur,
uu nuovo sterminato
campo d'indagini, di studii. di meditazioni interpre
tative. iu cui tutto, allora, era da avviare
ab inilio:
con l'onere ma anche con l'onore, impliciti in ogni
ardimentosa opera antesignana. Eccolo indicare a
parecchie generazioni di universitarii italiani la gi
gantesca impresa connessa allo studio di tutte le
letterature straniere, perchè l'attività dello Spirito
divino, fattosi carne attraverso i secoli in favelle
dalla nostra diverse, per virtù dei Poeti di tutti i
popoli e di tutti i tempi, ridivenisse attività di Spi
rito divino, viva e operante per ogni anima asse
tata di bellezza, anche in questa nostra Italia uni
versale. a cui d'ora innanzi nulla di ciò che fu bello
al mondo nei reami della INtesia riuscirà più mai a
dimostrarsi straniero.
Fu il tòno di quella voce prorompente dal fuoco
stesso centrale d'una mirabile totalità umana, che
subito ci scosse.
Eravamo ansiosi d'una guida alta e sicura. Incerti
fra il metodo storico-filologico e quello estetico, al
lora in aspro contrasto per soverchiarsi. Stanchi del
primo, troppo spesso ridotto a fine di se medesimo.
Delusi dal secondo, troppo spesso aberrante in grot
teschi e pretenziosi vaniloqui.
Cercammo sùbito, attratti dunque dal tòno di quella
voce, cercammo
sùbito
l'opera del Maestro.
E
la
lettura infianunatissima de
L ’umaiiità di Herder.
del
Romanticismo in Germania,
di
Hebbel e i suoi
drammi,
fu per la nostra scalpitante inquietudine
spirituale una decisiva esperienza di vita vissuta,
che ancora oggi agisce connaturata in noi, nelle più
intime profondità dell'anima, influendo sull'opera
nostra di studiosi e d'insegnanti.
Di lì. e da quel momento, risalimmo, e poi ci allac
ciammo seguaci, a tutta quanta la portentosa opera
sua. E ci avvedemmo via via sbalorditi che la mas
sima dell'indivisibile unità spirituale nella
Weltli-
leratur
non era balzata da una geniale intuizione
di Arturo Farinelli poeta egli stesso della Poesia,
ma che l'aveva conquistata, nella sua luminosa ve
rità. Arturo Farinelli studioso, attraverso una lunga,
instancabile, eroica es|»erienza conoscitiva diretta.
Attraverso quella lunga, instancabile, eroica espe
rienza conoscitiva diretta, per cui era possibile
ormai al Maestro, giovine ancóra, muoversi da pa
drone. con una valanga di scritti e di corsi, in tutti
i campi delle più diverse letterature romanze e ger
maniche di tutti i secoli; e n
e La
rila è
un sogno
rintracciare il concetto della vita ragguagliata ap
punto all'ombra d'un sogno, su, su, nei documenti
letterarii filosofici religiosi d'Oriente e di Grecia, e
nell'Europa quindi tutta quanta del medioevo del
rinascimento e del seicento; e, travarcando anche i
limiti immensi delle letterature, interpretar le mu
siche di Schubert o di Beethoven; e passare infine
al vaglio tecnico «Iella critica più rigorosa gli schizzi,
le tomhe, la Sistina, il Giudizio, nel volume
Miche
langelo e Dante,
per dimostrar l'indipendenza del
primo dal secondo.
E come mirabilmente risolto, con l'impeto veloce
dcH'istinto.
noi trovavamo, nell'opera sua, quel
problema inquietante di metodo, che allora ci as
sillava!
Il metodo storico, non vólto a classificare, incasel
lare. incarcerar nell ‘angustia delle prigioni sistema
tiche la divinità perenne del libero Spirito creatore:
ma esercitato alla paziente ricerca analitica dei dati
di fatto infinitesimi e precisi, sotto il controllo per
spicuo di una vigile intelligenza sceveratrice e coor
dinatrice. ai rabdomantici effetti di un obbiettivo
geniale da raggiungere. — Il metodo filologico, non
accanito a disarticolar l'opera di poesia nei sangui
nosi tacerli senza più battito di sangue d'una sala
anatomica: ma impegnato a scoprir piuttosto la pul
sazione organica, spirituale e poetica, in ogni più
riposta fibrilla dei testi indagali. — Il metodo este
tico. finalmente, non arzigogolato a pimentar la
poesia con le perniciose droghe di un'esegesi volut
tuaria pel godimento dei palati guasti dall'abuso
delle leccornie letterarie: ma inteso piuttosto a co
gliere austeramente, a svelare e a rappresentare, il
divino mistero deU'anima umana, che si converte
nel prodigio del canto.
E tutti i metodi, poi. fusi e scanditi nel loro ef
fettuarsi dal battito di un cuore magnanimo, par
tecipe sensibilissimo a tutti i drammi degli spiriti
poetici: particolarmente di quelli, che vissero sof
frendo l'eterna realtà terrena del dolore ineluttabile
e del sogno deluso. E il fascino di uno stile critico
tutto percorso dalla corrente elettrica dell'entu-
siasmo; scattante e nervoso: drammatico e interiet
tivo; rapido di scorci; impennato in ellissi; fre
mente e apocalittico: personalissimo. E nel coro
immenso delle voci poetiche di tutti i popoli e di
tutti i tempi, non più distinta, si può dire, una
lingua dall'altra; ma tutte le voci confuse neH’estro
di un'unica favella universale ed eterna : umanità,
umanità, umanità...
Noi discepoli lontani ci accostammo allora a' suoi
discepoli autentici, con un senso, per questi, di am
mirazione riflessa e d'invidia generosa. E da loro
apprendemmo che il Maestro, nell'intimità della
cattedra e del proprio laboratorio aperto a tutti i
giovani; nei diretti colloqui infiammati, protesi alla
donazione totale di sè; nel fascino indefinibile della
romantica persona astratta e ispirata, — superava
perfino l'immagine che di Lui c'eravam fatta, leg
gendo le opere sue.
Tremanti, osammo allora, senza conoscerlo e senza
esserne conosciuti, rivolgergli di lontano le prime
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