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timide ridile, chiedergli apprensivi i primi pudi-

bolidi consigli. E sempre, da Torino o da Beigirate

(i dai più remoti paesi cercati con l'ansia romantica

Mia di eterno randagio, sempre ci giungevano in

riposta quelle sue lettere non paterne ma addirit­

tura fraterne, in cui quasi subito il « tu » confiden­

ziale procurava d'abolir le distanze, per avvicinare

i nostri cuori al suo cuore... Lettere traboccanti, an­

córa e sempre, d'umanità, misericordi verso i molti

difetti della nostra deplorevole inesperienza, per un

baleno solo, per un guizzo solo d'ingegno; ricche

di suggerimenti, generose d'incoraggiamenti; re­

cline ansiose sulle vicende anche delle nostre sin­

gole combattutissime vite. E come gli pervenivano

i nostri primi tentativi d'indagine, i primi nostri

abbozzi e cartoni, eccolo prodigarsi in tutti i modi,

mettendo al servizio di noi i tesori delle sue cono­

scenze. la sua ricca biblioteca, perfino i suoi ap­

punti e i resultati delle sue ricerche: lutto, che po­

tesse ev itarci di aberrare; sorreggerci nella fase delle

fatiche più ingrate: avviarci insumina sulla retta

strada verso la mèta prefissa.

A quanti di noi le sue lettere non seguitarono a

giungere edificatrici tra i ghiacci dell'Adamello o

nelle doline del Carso, durante la guerra? E quanti

di noi. reduci dal massacro terribile e divino, diso­

rientati dopo la tragica esperienza, — non trassero

dalla sua potenza d'incoraggiamento l'animo per

ricominciar, non più giovanissimi, da capo; per

riaffrontare la dura battaglia verso quegli obbiettivi

di .-tudio. che uovamente imponeva il suo esempio?

K furono anni di lavoro febbrile, compiuto come

in uno stato di grazia perenne.

Stretti a Lui e fra di noi in una fraterna comunità,

che rimarrà esemplare nella storia delle Università

italiane, discepoli diretti e indiretti, sparsi per tutta

la Penisola, vólti alle varie letterature europee, ci

impegnammo a dissodare i rispettivi campi specifici.

Producendo senza posa, di sul perdurante para­

digma del Maestro. Ciascuno libero nella propria

individualità, formatasi ormai sotto la sua guida,

cosi sapiente nelPindirizzarci senza mai una volta

esercitar violenza sui singoli temperamenti, ma aiu­

tando piuttosto ciascuno a svilupparsi, con estro,

nel senso delle native inclinazioni organiche.

Occorreva, come aveva fatto Egli stesso, occorreva

dimostrare positivamente, con la serietà molteplice

delle opere ininterrotte, l'importanza dei nostri

studii nuovi. Conquistare a questi nuovi studii, at­

traverso traduzioni d'arte, saggi critici, conferenze,

articoli di periodici, infaticabilmente. L’interesse

della giovine cultura italiana, perchè a poco a poco

anche le Facoltà più diffidenti e misoneiste si con­

vincessero che studii, i quali avevano nel giro di

pochi anni occupato d'assalto posizioni di primo

piano giustappunto nella giovine cultura italiana,

non potevano restare ormai esclusi da quella con­

clusiva consacrazione universitaria, senza la quale

non v’è possibilità di seria esistenza, in alcun paese,

per nessuna disciplina...

F lavorando noi tenaci accanto a Lui, in aspra

guerra contro difficoltà materiali d'ogni genere,

connesse fra l'altro alla penuria di mezzi bibliogra­

fici specifici e alla imprescindibile necessità di sog­

giorni lunghi e frequenti all'estero, quella dimo­

strazione fu data; e conquistato un posto d'onore

agli studii di letterature straniere in Italia.

Soltanto allora, alla dimostrazione e alla conquista

seguì, validamente via via sostenuta dall'alta auto­

rità combattiva del Maestro, la consacrazione uffi­

ciale delle molte cattedre di ruolo nelle Facoltà di

Lettere e di Magistero. Scarsissime al termine della

guerra europea, hanno superato orinai la trentina.

Ardenti officine, da cui escono, preparatissimi, gli

insegnanti di lingue e letterature straniere nelle

Scuole medie; e in cui si preparano i futuri stu­

diosi, che erediteranno da noi le nostre cattedre

superiori.

Arturo Farinelli può così aggiungere alle trecen-

totre voci per le quali, tra gli anni 1892-1938, si

stende la sua bibliografia personale (rapporti fra

Italia e Spagna; fra Italia e Francia; fra Italia e

Germania: fra Italia e Inghilterra; fra Spagna,

Francia e Paesi Bassi; fra Spagna e Germania: let­

teratura italiana, francese, spagnuola, portoghese,

catalana, inglese, tedesca, norvegese; letteratura ge­

nerale e filosofia; linguistica; storia dell'arte e della

musica). Arturo Farinelli può così agg'

e

il me­

rito di aver creato una scuola di universitari!, che

per la molteplicità degli uomini, per la varietà e

per l'estensione delle discipline, non trova riscontri

nelle statistiche degli Atenei in Italia.

E di questo merito insigne, in cui la sua persona­

lità s'infutura nel tempo col legittimo orgoglio di

un'altissima paternità spirituale, ha ben ragione di

essere fiero.

Gli resta come il più ambito compenso a una vita,

ispirata a quest'unica massima: «Maestro è soltanto

colui che sente il dovere di perennemente arric­

chirsi, per potersi perennemente donare».

• * *

Oggi, in quel suo laborioso ritiro di via Volante a

Torino, nella città che da trentanni, fiera di Lui,

lo ospita con la propria cordiale accoglienza fa­

mosa, oggi Arturo Farinelli ha dischiuso ancóra una

volta ai giovani studenti i tesori della propria biblio­

teca : unica ricchezza possibile a quella povertà che

i Maestri universitarii di Lettere e di Scienze digni­

tosamente sopportano, ultimi superstiti campioni,

armati degli speroni d'oro invisibili di una ideal

cavalleria spirituale.

E i giovani studenti accorrono alla sua casa.

E vi salgono anche i discepoli più anziani: i pre­

diletti, che nelle varie Università d'Italia conti­

nuano il Suo insegnamento.

Vi salgono, come si sale ad un tempio. Parificati;

ma per più parificarsi al contatto di Lai; sacerdote

integerrimo dello Spirito creatore.

Wiln,

R. Umivrwà.

VINCSNZO SM U N T I