

Montserrat sorgeva lungi, torreggiarne sui piani, con
una corona di rosee nubi, fasciatiti le cime e le gu
glie»; «un treno ancor pigro mi riprendeva»: e
questa commossa descrizione del porto di Barcel
lona all'alba, efficace pur nella sua foga asintattica:
« quando potevo spingermi nelle prime ore del mat
tino all'alivolo più silenzioso del porto per osser
vare la gran sfera del sole sorbente sulle acque in
finite e posarsi i raggi di quella suprema maestà
celeste e ridere e frangersi sugli alberi e le vele ri
piegate delle navi e seguire il primo lento trascor
rere d'una gran nave staccata e allontanarsi tacita
come se conducesse con sè la pace viaggiante impe
riosa sulle acque, io ero entro di me tranquillo e
godevo di una sembianza di felicità ».
lu questi ricordi il Farinelli ci appare altresì ma
gnifico osservatore e descrittore d'uomini. Ho ricor
dato il Muneker: vedetelo ora nella descrizione che
egli ne dà : « l'ordinatissimo figlio del borgomastro
di Bayreutli. innocuo e dotto, pronto a rimettere
sugli altari il Klopstock... Agli studenti piaceva per
la chiara e blanda esposizione, facilmente afferra
bile e come cantata da una voce di falsetto»; «sor
ridente e affabile», vedeva «come distesa su un
piano levigato e molle, senza alture e avvallamenti,
la bella e fertilissima letteratura tedesca ». K sof
fermatevi analogamente
su
qualsiasi delle figure che
egli rievoca, specie nelle « Prime avventure «lei mio
gerinanesimo »: Kridi Schmidt, il fe ltrili, il Mi
nor. ecc. : tutte sono felicemente colte, nel lon»
aspetto più caratteristico e personale, dosi mi torna
innanzi Paul Heyse. quale lo vidi nella sua ospitale
casa di Monaco, l'anno avanti alla morte: «Imma
ginava le armonie più serene e torceva l'occhio da
ogni bruttura. Diritto, con tanta placidezza diffusa
nel bel volto aveva l'aria di un evangelista in esi
lio: poetava, narrava, fantasticava come in lonta
nanza, remoto da ogni fremito o convulsione di vita
contemporanea; soffriva che si ritenessero fiacchi e
languidi i suoi drammi e aveva orrore dello Strind
berg e del Wedekind. Turgide e senza sforzo gli
uscivano le sue belle traduzioni; con tanta grazia
e candore e serenità ideava le sue novelle ».
Non è la stes?a arte evocatrice che sorregge il Fa
rinelli a tracciare le sue caratteristirhe? Tratti cor
porei e tratti fìsici si fondono insieme; e i tratti
fìsici in tanto lo colpiscono in quanto si imprimono
essi stessi di spirito.
Confessi» che questi leggeri brani di pro*a autobio
grafica mi sono profondamente cari, cosi come mi
è caro, dopo aver seguito il Maestro nelle sue pe
netranti e geniali esplorazioni, soffermarmi ancora
a conversare con lui. tra le aiuole fiorite del giar
dino della sua villa, o sul terrazzo che domina il
piano del Po e guarda ai suoi monti, o nella rac
colta intimità del suo studio, ricco di opere e di
ricordi.
(*rnni a. H . I HHrrutm .
G. A. ALFERO
P E R
L ’ I T A L I A
I N
( i
E 11 M A N I A
Quando nel 1928 si incominciò a pensare alla fon
dazione. a Colonia, di uu Istituto di cultura italo-
germanico. Arturo Farinelli parve subito la persona
più indicata ad assumerne la direzione. Romanista
in terra tedesca — era stato nominato per detta ma
teria aH*Università di Innsbruck dove insegnò vari
anni e fu valido difensore degli studenti trentini.
«maestro degli irredenti » fu detto di lui — germa
nista in Italia — all'Università di Torino dal 190K
— univa alla competenza nella letteratura romana
e germanica numerose ed altissime relazioni perso
nali nel mondo della cultura.
Nella primavera del 1931, avviate ormai le tratta
tive tra la città di (ioionia e lo Stato italiano, il
Farinelli, quale futuro presidente dell'istituto, si
recò a Colonia. C'era tutto da fare: trovare la sede,
pensare all'organizzazione, ecc. Ma il Farinelli, con
quel senso pratico che è in lui accanto ed indipen
dente dalla romanticità della sua anima, agì con de
terminata chiarezza. Scelta, vicino all'allora Uni
versità. una villa fra il verde, in posizione tran
quilla. si mise all'opera con tale giovanile fervore
che, nel novembre dello stesso anno, l'istituto potè
iniziare in pieno la sua attività.
II giorno deH'iuaumirazioiie il Farinelli tenne il di
scorso inaugurale sii « Petrarca und Deutschlaud in
der tiàmmerndeii Kenaissauce ». presente S. E. Gio
vanili Gentile, rappresentante del Governo italiano.
Cosi la vita dell'istituto aveva principio. Non fu
vita facile: contrasti, resistenze, opposizioni si fe
cero sentire da molte parti, ma il Farinelli seppe
sempre vincere.
Nei due anni della sua presidenza furono gettate le
solide basi per il futuro: organizzata la vita interna
dell'istituto, e la biblioteca non solo, ma avviate le
varie serie delle pubblicazioni.
Vortrafie. Abitami
-
luiifien
,
llalienisrhe Sluilien.
Vennero rinnovate e
ravvivate le relazioni con personalità. Enti, Acca
demie in moltissime città della Germania, dove il
Farinelli si recò o per conferenze o per colloqui ed
intese e dove fece conoscere gli scopi e l'organizza
zione del Petrarca-Haus.
E se oggi l'istituto è il centro al quale fanno rapo
tutti quelli che in Germania si occupano di cose
italiane, se ad esso si rivolgono biblioteche e pri
vati per prestiti di libri, per informazioni biblio
grafiche. ciò è. in gran parte, merito del Farinelli.
Partito il suo primo presidente, l'istituto ha conti
nuato a lavorare secondo le direttive da lui tracciate
e chi gli è succeduto e chi è succeduto ai suoi col-
lalniratori di allora ( prof. Bottacchiari. prof. Al-
fero) sente ancora la presenza della sua grande per
sonalità animatrice.
Pisa.
R, ( «I
l'rnità.
C. V. AMORETTI
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