

la creazione artistica come una espressione di \ ita
che soltanto l'intelligenza animata dall'amore po
tevano far vibrare della sua vita interiore. II «Grill-
parzer und Lope de Vega», a quarantadue anni di
distanza dalla sua pubblicazione, nella ricorrenza
del terzo centenario di Lope. rivide la luce in una
versione spagnuola. pur senza dover essere sotto
posto a modificazioni, non ostante i progressi com
piuti dagli studi letterari in questi ultimi quattro
lustri.
Seguirono nel gettito incessante della produzione
farinelliana il « Don Giovanni ». « Guglielmo Hum
boldt e la Spagna », gli studi sulla fortuna di Dante,
del Petrarca, del Boccaccio. deU'uinanesimo nostro
in Ispagna. sotto forma di recensioni, ben più nu
trite degli stessi recensiti, di note e segnalazioni,
indiscutibili apportazioni di dati e di riferimenti,
che la prodigiosa versatilità e la ferrea memoria di
Farinelli dava agli studi ispanici, pur non trascu
rando la sua attività di germanista.
Appunto di quegli anni è l'inizio di un altro lavoro,
che testimonia sempre meglio il suo ardire e la sua
aspirazione febbrile di spaziare nelle sue indagini
attraverso i secoli. Con il modesto titoli»: « Apuntes
sobre viajes y viajeros por Espana v Portugal »
(Oviedo. 1898) egli ideava «li raccogliere tutte le
voci di quanti avevano parlato in relazioni loro
della Spagna e del Portogallo. Si trattava di com
piere diuturne investigazioni in biblioteche d'ogni
luogo, di attingere ad opere antiche, dimenticate,
di rovistare con pazienza e sagacia: diventare in
somma un pellegrino, non più soltanto attraverso
città e paesi, più volte percorsi da Farinelli, nei
suoi soggiorni ispanici, ma attraverso i secoli e le
varie nazioni d'Europa, parlanti negli scritti. Le
schede raccolte furono migliaia vivificate dalla cul
tura e sensibilità del raccoglitore. Così nacque e si
-volse un'opera sorprendente, non ancora con
chiusa. sistemata soltanto nel 1921 ed accresciuta
nel *30.
Altri temi lo affascinavano frattanto quali l'influsso
della letteratura spagnuola nel mondo europeo, i
classici italiani nell'opera di Cervantes. Calderón e
la musica. Calderón e la sua bibliografìa, la storia
del vituperio « marrano», il marinismo ed il gongo
rismo e gli suggerivano altri studi ed altre pubbli
cazioni, che facevano noto il suo nome fra gli stu
diosi d’ogni paese e gli meritavano la fama di uno
dei più insigni ispanisti. In quegli anni deU'imme-
diato anteguerra Farinelli aveva l'animo suo fisso
ad uno dei drammi più umanamente sublimi del
teatro spagnuolo: « La vida es sueno» di Calderón.
Solo un romantico dell'altezza di Farinelli avrebbe
potuto sentirsi in grado di affrontare la storia del
motivo calderoniano : il concetto della vita come im
magine del sogno fuggente è ricercato nelle varie
correnti del pensiero umano, dall’india sino alla
Spagna, dall’età precristiana al secolo xvn. È una
indagine spirituale, che scoprì gli abissi aperti nel
l'animo degli uomini di ogni tempo da quella medi
tazione; è l'apprestamento «Iella misura mediante la
quale il lettore potè addentrarsi nel mondo fanta
stico del poeta spagnuolo ed è infine la più alta va
lorizzazione dello stesso teatro spagnuolo. L'opera
usci durante la Guerra Mondiale e sembrò additare
il rifugio spirituale in cui. in tanta tormenta,
l'animo straziato di Farinelli trovava conforto, ma
non vide la luce nella sua completezza: l'ultima
parte attende ancora la pubblicazione.
Col fluire «legli anni i legami spirituali verso la Spa
gna assunsero un'espressione raccolta e quasi reli
giosa : amici scomparsi e ricordi affioranti con più
viva insistenza ingrandivano la passione di Farinelli
e lo spronavano ad appnifondire .sempre più nel
l'immenso e complesso mondo ispanico. Frano note
accorate, in cui la realtà letteraria si discioglie in
voci di dolore, come ne « FI ultimo sueno romàntico
de Cervantes»; oppure sguardi estesi su un ampio
panorama, così le «<Consideracioucs sobre los carac-
teres fundamentales de la literatura espanola»; o.
infine, rapidi accostamenti tra temi e figure ispa
niche con la vita artistica di altri popoli ed altre
terre, «piali « Ensay«»s y discursos de criti«*a literaria
Hispami-europea ». « Larra », « Le romanisme et
l'Espagne » ed altri saggi.
Nè la Spagna e le repubbliche Sud-Americane ri
masero insensibili a tanto affetto, a tanta opera di
esaltazione. Chi è vissuto in terra spagnmila sa la
ammirazi«me ed il prestigi*» di cui Farinelli gode. Io
ricordo le accoglienze che a me. allievo suo. tributa
rono Unamuno. Rodriguez Marin. Menéndez Pidal.
Saiuz Hodriguez. Hubiò i Lluch, i sommi cultori
delle lettere spagnu«»le e in «igni dove la memoria dei
viaggi di Farinelli è vivissima.
I)ell'« ultimo romantico nostro» la Spagna, la Cata
logna. il Portogallo, l'America spagnuola serbami
un senso di riconoscenza : infine il programma di
avvicinare l’Italia al mondo ispanico è stato in gran
parte raggiunto. Gli ispanisti nostri Bertoni, Croce.
Levi, Sorrento, Sanvisenti. Mele. Giannini. Am-
bruzzi. Casella hanno aggiunto i loro sforzi al
l’opera di Farinelli: la gioventù studiosa e la classe
colta hanno trovato una guida, che con travaglio in
teriore. con intelligenza e passione ha spianato la via
che nella cultura e nell'arte ci unisce alla Spagna.
L’ispanismo italiano in gran parte identifìrato con
Farinelli, anche a dispett«i di chi dall'opera sua
volle pretendere quanto essa n«m si era proposto
di darci, oggi ha intrapreso il suo svolgimento. I na
realtà di bellezze, di ardimenti, di idealità ci è stata
salvata, per molta parte, da Arturo Farinelli: l'Ita
lia gliene è profondamente grata.
Milano. In tim ità Cattolica drl Sacro Cuore.
GIOVANNI MARIA RECTINI
S é