

Un'aula chiara, affollata di giovanetti e giovanette
intenti al lavoro, ei accoglie. Una bimbetta dodi
cenne sta modellando nella creta degli originali
fiori che si uniranno |>oi e fatti mazzolino riceve
ranno vernice e color, paleranno al forilo per ri
tornare vividi e lucenti ad adornare le mensole
che torno torno alla sala ospitano in quantità i pro
dotti delle diverge classi di allievi.
Tra i dieci ed i quattordici anni, raramente supe
riore è l'età dei giovanissimi che si riuniscono in
queste aule: appartengono a diverse condizioni so
ciali e desiderano tutti acquisire o perfezionare
particolari capacità artistiche per poi utilizzarle
nella pratica quotidiana della lotta per la vita.
Amplissimo e non certo leggero è il programma di
insegnamento che comprende le più svariate ma
terie e forse le più originali anche per dei corsi
che ricevono alunni della .V classe elementare.
Spigolando qua e là si rileva come vengano illu
strate le manifestazioni artistirhe dell'uomo delle
caverne nei vari passaggi dalla pietra rossa alla
pietra levigata, e da questa alle prime ceramiche
ed ai bronzi per poi procedere attraverso l'arte
egizia, la hahilone>e ed assira, la persiana, la fenicia
e la greca sino alla protoitalica ed all'etrusca. A r
chitettura. scultura. arte della decorazione presso
i vari popoli e nelle varie età vengono ammucchiate
in armonica successione nel primo anno di studi
che si spinge fino all'arte romana e palcocristiana.
Nel secondo e nel terzo anno poi si parla di roma
nico e gotico, di medioevo e rinascimento, di ba
rocco. di rococò e di contemporaneo. Ciò ben in
teso nel campo teorico
mentre nel campo pratico
si procede dallo studio di
foglie e composizioni a
studi dal vero, riprodu
zioni di motivi via via più
difficili e complessi ed
imitazione infine di la
vori antichi e classici.
Da tutto questo lavoro
balzati fuori pian piano
le particolari attitudini
dei singoli e mentre talu
no scappa veloce e si af
ferma con una sua perso
nalità delineata seppur da
dirozzare e disciplinare,
altri procedono con onesta
tranquillità ed altri an
cora vengono automatica-
mente eliminati dalla loro
impossibilità di sentire o
di esprimere le forme spe
ciali di arte che sono alla
base della produzione an
che artigiana.
È bello sotto uu certo
aspetto veder come tante
piccole e grandi cose che riunite iu un salotto od
in una stanza ci tengono compagnia, ci parlano di
infiniti trapassi dal sereno alla burrasca, di vite
vissute al loro cospetto, di una intimità acquisita
attraverso non già l'abitudine a vederle, ma bensì
l'abitudine che consente di non vederle o almeno
di non sentire la loro presenza, nascano da un
complesso di operazioni che martirizzano sì la ma
teria di cui sono composte, ma non solo la materia
perchè anche la parte astratta, quel tanto dello spi
rito di chi le ha create che è in esse è frutto di
travagliate digestioni di stili, scuole, tipi, indirizzi.
Mi pareva «piasi di sentirmi vendicato per tutte
le volte che ho visto gli innumeri ninnoli di casa
osservare con freddezza eventi talora meravigliosi
e talora tremendi. Una puerile associazione mi fa
ceva ricordare la frase sempre ripetuta da un vec
chio famiglio: « E già! solo chi ha molto sofferto
può esimersi dal partecipare alle altrui gioie ed
agli altrui dolori » e la mia incapacità ad avvici
narmi a quel vecchio uomo che mi pareva fosse una
cosa senza anima.
«Vede quegli asinelli? un bambino di 11 anni li
ha disegnati e dipinti. E questo vaso — e quel ser
vizio da caffè. — Questo centro di ceramica è
opera di una giovanetta di 13 anni. — Le presento
la signorina
m
X » che sostituisce l'insegnante di
ricamo ».
Borse in tela ricamata, tovaglie, tovaglioli, tende,
centrini, grembialetti, corredini per neonati; tutta
una fioritura di cose candide e morbide con su leg
giadre acrobazie di punti incrocianiùi in una sar-
Sé