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di un ritratto sia « non-arte », » che un bel corpo di

donna debba — perchè il pittore possa dirsi grande

« artista » — essere trasformato in un disgustoso intruglio

color... cioccolata: o che un dipinto di paese sia privo

d'ogni interesse quando non ci presenti, puta caso, le

solite casette in lotta colle leggi della statica contro un

cielo di cartone.

MaUnconiche riflessioni, che potrebbero seguitare se

non urgesse riserbare alle opere esposte qualche cenno

di ricordo che vada un po’ oltre al semplice accenno

generale di cortesia.

Col « Ritratto della Madre » Giovanni Grande rinun*

ziava volutamente ad ogni festosità di colore; il qua*

dretto « Le amiche » è, per contro, tutta una gioia di

sole e di chiare ombre riflesse. 11 gruppo delle figurino

all'aperto, è ben composto, vivo, fresco ed arioso coti

da far pensare a indimenticabili squisitezze Spadi*

niane.

Bozzalla ha tradite le iridescenze delle sue nevi predi*

lette, ma è rimasto fedele alla montagna, per darci eoa

riuscita violenza, un effetto di nubi e di tragici rocciosi

sotto l'infuriare di una « giornata di vento ».

Alessandro Lupo rende a perfezione lo squallore della

valle nevosa sotto il cielo plumbeo di una •<giornata di

gelo ».

Aimone ci porta agli azzurri incanti dell’isola delle

Rose con due impressioni rapide e sicure.

« Il contratto » di GiuUo Boetto è un saggio della con*

sueta bravura a dipingere con spirito folkorista le sce­

nette strapaesane nelle quali si compiace da tempo.

La •<Campagna romana » di Marcello Boglione è ricco

di finezze grigie così come lo è la veduta di montagna di

Arturo Conterno. « Yaldigna d'Aosta » è del Maggi mi­

gliore. « Valletta verde » di Montezemolo. ben rappre­

senta la dolce poesia del georgico pittore. Giuseppe Se-

brile usava comporre i suoi quadri di fiori *tilizzandoÌ

lievemente con intenti decorativi; qui invece ne rendr

la reale immediatezza con felice improvvisazione, accor*

dando delicati semitoni al clangore delle gamme pii

accese.

Robusto, semplificato, con solidità quasi di mosaicO)

il « Paesaggio » di Agostino Bosia canta la solennità é

una massa boscosa attraversata dal tremolìo delle loci

lungo il greto del fiumicello azzurrino.

La fantasiosa visione notturna di Felice Yellan I

spiritosamente animata da qualche spunto di grotte**

e dal raggiunto artificio di una colorazione voluta

mente orgiastica.

Ricordiamo ancora: Arduino. Bussa, Cappa-Lego*

Durante, Gheni. Malinverni, Farello, Garrone. Mani»

vani. Micheletti. Morelli, Parachini, Pizio, Simonetti

Serralunga. Tirozao, Treves, Yayra... che

a

dire di

taV

di dovrebbe ricopiare il catalogo.

E veniamo ai più giovani: Giuliano Emprin iti è libei#

da pericolose suggestioni e ritrova col ritorno alla si

rità doti indiscusse di colorista pronto e vivaceme^

moderno.

.(A. ALLOATI)