

RASSEGNA IH POLITICA ESTERA
D A L L’E U R O P A ALL’A M E R I C A
Gli accordi tra Italia ed Inghilterra hanno regolato
minutamente ogni materia di punibile controversia
fra i due Paesi. Dal motivo etiopico il contrasto
si era via \ia accresciuto per una serie di pretesti
derivati da quello, e complicati con animosità e so
spetti sorti attorno alle vicende della guerra spa
gnola. tanto che a poco a poco quel motivo origi
nario sembrava passare in seconda linea. Data la ge
nesi del conflitto con un po' di buona volontà da en
trambe le parti non era difficile giungere alla sua
eliminazione, (li voleva la liquidazione del caso
Eden, e un atteggiamento psicologico diverso «la
parte dell'Inghilterra: il rerto sarebbe \enuto «la rè.
come appunto è venuto. K l'Inghilterra ri è impe
gnata a risolvere la «luertione etiopica anche rispetto
ai divieti della Lega «Ielle Nazioni.
Agli acc«»r«li con l'Inghilterra seguiranno acc«»rdi con
la Francia. I primi hanno spianato la \ia ai secondi,
in virtù dei rapp«»rti di stretta amicizia tra la Fran
cia e l'Inghilterra, confermati e reri ancora più saldi
dopo la recente visita a Londra dei Ministri fran
cesi. Sugli accordi con la Francia, resi più facili
dalla caduta del secondo ministeri» Illuni, c'è stato
presso i nostri vicini un momento di ottimismo per
simi eccessivo, come se di punto in bianc«» noi <!«>•
vessimo dimenticare la tensione di rapporti che c'è
stata sinora, e aderire premurosamente alle vedute
francesi. A questo pnqiosito è il caso di notare, in
opposizione a «pianiti ri pensa in taluni ambienti di
Parigi e di L«mdra. che non è stata l'Italia la prima
a molestare Francia e Inghilterra, e quindi sotto
«piesto aspetto. n«m c'è nulla da negoziare, nè c'è
da parlare di concessioni più o meno vantaggiose
da fare all'Italia in cambio delle quali l'Italia do
vrebbe dare n«m si ra bene che cosa.
Sembra che gli ultimi ritegni franceri all'inizio di
un periodo di migliori rapporti con l'Italia proven-
gano da residue influenze di personaggi del Fronte
popolare legati alla p«>litica sovietica. È naturale
che l'U.R.S.S. si rerva delle ultime carte che le ri
mangimi! per far sentire ancora la sua presenza
nella p«ditica dell'Europa occidentale. d«»po gl'in-
ruccessi spagnoli e il fallimene» delle gmssolane astu
zie della sua diphtmazia. Ma già s'accorge che in
Europa ha più poco da fare, e mostra di volersi
ritirare in uno rdegnato isolamento, da cui non si
può prevedere se
e
come uscirà. D'altronde ora è
occupata a lavorare contro il Giappone dietro le
spalle cinesi,
e
non si può negare
che
in questa
direzione lavori con efficacia, visto
che
la resistenza
e
la reazione della Cina sono più dure di quanto si
potesse
presumere.
La mutata atimtsfera mediterranea ha fatto sentire
i suoi effetti anche nella penir«da balcanica e nel
vicino Oriente, integrami*» le conseguenze della con-
miniata potenza italiana e germanica e del perfetto
funzionamento dell'asse Homa-Berlino. I rapporti
fra gli Stati balcanici si sono rasserenati e fatti via
\ia più amichevoli «pogliaudori di taluni arpetti cu
pidamente guardinghi ed aggressivi ria nei confronti
reciproci, sia rispetto alla speranza di poter guada
gnare qualcosa da conflitti fra grandi Potenze. L 'In
tesa balcanica ha confermato i su«»i .«entimenti di
amicizia verso l'Italia, e ne ha dato prova col rico-
noscimento «Iella compiista etiopica «la parte degli
Stati che la conipongono. Da parte rua l'Italia ha
dato la pnqiria adesione alla convenzione di Mon-
treux riigli Stretti, stabilita il 20 luglio 1936 in sua
arsenza e con tendenza a lei ostile. La convenzione,
«■«mie è noto, interessa la Turchia, e ripristina la
sua piena sovranità su una zona «li eccezionale in-
teresse strategici», riconoscendole la facoltà «li f«»r-
tificarla per poter c«»ntr<»llare il parraggio attraverso
di erra delle navi da guerra.
Anche i rapporti «lell’l ugheria con gli Stati vicini
vanno miglioramh». per effetti» delle migliorate di-
.«posizioni di «piesti verso i grossi nuclei di mino
ranze ungheresi in
esri
incorporati.
I migliori rapporti dell'Italia con le P«»tenze che le
sono .«tate contrarie in questi ultimi anni n«»n ha
intaccalo la saldezza «lell'asre Roma-Berlino. ancora
fortificata,
re
porsihile. dalle trionfali accoglienze
che l'Italia ha fatto al Capo della Germania nazio-
nalsocialista.
L'Eumpa potrà ritenersi pacificata se sarà trovata
una soluzùtne al pmltlema «‘eco-slovacco e a quello
delle colonie teder«*he. E l'economia mondiale ne
potrà trarre giovamenti» se nel frattempo si sarà ri
solta la crisi ainerù’ana. che fa rentire ovunque la
sua ripercussione. Questa crisi ha aspetti inespli
cabili. dato che l'economia americana non si trova
affatto in una situazione di eccessi produttivi che
sono i segni più manifesti delle crisi. Perciò va pre
valendo l'opinione che la causa del presente males-
rere riralga alle im'ertezze. agli ondeggiamenti della
politica economica di Roosevelt, il quale in oltre
cinque anni di amininirtrazione non ha ancora sa
puto uscire dalla fase delle prove e delle riprove.
Ora per l'economia di un Paese non c'è politica
|>eggiore di quella che impedisce ogni previsione da
parte di coloro che hanno la responsabilità di con
durre le imprese. Questa è appunto la politica di
Roosevelt, ed è una politica che non può più durare
a lungo.
MRHAKOO GIOVENALE
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