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che nel 1675 il ('oiisi^lio
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tanto che di essi se ne po
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(•alazzo municipale. S( es-
ive deliberazioni del Consiglio cittadino provano
dato all'opera di Francesco Marino, segretario degli
Ile I ordine di non asportare per alcun motivo le
Archiv i reali. « jtersona assai cognita e p erita in tal
arte dell'A rchivio era rigidamente osservato e non
m ateria». la quale coll'aiuto del figlio raccolse ogni
• importava alcuna eccezione, tanto che il 3 giugno
carta in appositi fogli intestati colla descrizione del
702 fu solennemente confermato colla proibizione
contenuto, ripartendole in mazzi e. questo suo or
li non estrarre alcun documento sotto qualsiasi ti-
dinamento. è sostanzialmente quello che tuttora si
loto o pretesto.
conserva.
Nel 1728. ad opera di Francesco Domenico Campi
Ma un'ulteriore e più perfetta sistemazione doveva
fu redatta un'altra Descrizione dei lib ri e scritture
trovare l ' A rchivio del Comune dopo il periodo na-
<untenuti n e ll'arch ivio d e ll'III.m a C ittà di Torino.
poleonico per opera dell'arrhivista Domenico Les
ala quale seguì qualche anno appresso, nel 1766. la
sona. Ad om> infatti si deve ia divisione dell ar-
revisione e ii riscontro di tutte le scritture esistenti
chivio in sessantuno categorie e di ogni carta.
e«eguita da due consiglieri: l'avv. Lavezero e il
registro, documento in esso conservato, diede una
•onte Buglione e al tempo stesso si provvide alla
diligente descrizione nelFInventario manoscritto,
iV’ffipilazione di un nuovo inventario, che fu affi-
tutto scritto di éuo pugno, che comprende ben ven*