

Fig. 3. - Interno della Porta Palatina con l'edifìcio costruito nel 1172
l.-) novembre l (>06 dalla Commi—ione ili rui -i «lira
appre—o. quando. giu-ta I** norme ilellarch itellu ra
militare medievale. »i preferì elle le torri
f o s s e r o
aperte \er«o I interim della «iuta. «ecomlo un tipo
elle dai co-truttori france-i ebbe il nome -pecilico
di « o/irer/e
n la
"o r"e
h la mia dedu/.iniie
è eonfermata dal fatto che tale bruttura irrego
lare corri-ptmde ili superficie ed iu altezza alla
estensione del fabbricato costruito nel IH72. dal
•piale quindi era na-co-ta. mentre, per i risarcimenti
allora e-eguiti alle pareli e-lcrne. che -arebbero r i
masti visibili. «i preferì il laterizio.
One-to fu infatti -i-tematicamentc adoperato do
vunque fu nece--ario ricostruire un tratto di cortina
e*terna.
«otto
forma di mattoni di «pe—ore -imile a
quello romano, ma di lunghezza e larghezza minori,
adottandosi co-i un -i-tema il quale, benché proba
bilmente involontario e dovuto a con-iderazioni di
momentanea opportunità, ri-pomle agli odierni cri
teri del restauro, che prescrivono l ’u«o di materiali
simili ma mm identici auli originali, aniuchè re-li
«einpre punibile di>tins:iiere il moderilo dall antiro.
Lo -tato di co-e -in qui de-rritto. -e pure aveva in
un primo tempo co-tituito un pa—o avanti ri-petto
alla pieto-a nutazione precedente, non poteva però
-oddi-fare le aecre-ciute e-igenze in fatto di tutela
u i’orta Romana che erano di-posti normalmente
alla facciata e che furono distrutti per dare luogo
« alle moderne costruzioni : opera necessaria per
(i rafforzare l ’intcrturrio ».
i ) « Demolire verni la città quella parte dei muri
. perimetrali delle due torri che si manife-ta di
<( costruzione più recente innalzata allo -cupo di
« mascherare una larga apertura praticata verti
li calmcnte lungo le torri medesime all'epoca iu
« >ui le lorri di cinta si volevano aperte verni l'a-
] « lutato )>.
•lì « Demolire tutte le ingannevoli e mal concepite
<i opere che -i -imo aggiunte nei ri-tauri di trenta
« anni fa. specialmente la merlatura delle torri, e
ii
ripristinare alla foggia antica quelle parti che -i
<i potranno rifare -il dati precisi.
ii
Compiute tutti* que-te opere e per ultima co-a
ii
la Commi-none -i era proposta di cingere la Mo
li rica rovina con una cancellata, della quale già -i
•i è c-eguita ima piccola parte.
•i Siccome per compiere il più delle suaccennate
••opere si dovrà procedere per via d'indagini, di
« -tildi e di confronti con altri monumenti dell'e-
• poca imperiale romana, con è evidente che non
• -i può compilare un preventivo delle -pese oc-
« correnti, min dirò esatto, ma neanche app rod i
li illativo, tanto più che trattandosi di lavori di
ii
-cavo e di -coperta, molte volti* la Commissione
• -ara costretta. a -econda di quello che ancora
» verrà in luce, a la-ciar-i più che altro guidare
« dai falli e dalle e-igenze del momento ».
Ognuno intende come un simile complesm di la
voro ra p p re n d ia te una -pe-a ingente che assai dif-
I licilmente avrebbe potuto e—ere affrontata in un
monumentale che furono ad un tempo cau.-a ed ef-
fetto della prima legge sulle Antichità e Belle A rti,
del
12
giugno
1902.
K infatti del 1903 la nomina di una ('.«immissione
i-lituita dal Comune di Torino per nipraiutemlere
al re-tauro definitivo del più ili-igne monumento
romano della Città.
\ que-la Commi-ione. di cui fu precidente il B a
rone \iitonio Manno e -egretario Krmanno Ferrerò,
-i devono gli -tildi e i lavori compiuti attraverso
anni di continue difficoltà da Alfredo d'Andrade e
Ce-are Bertea.
I criteri ai quali la Commi-none informò il proprio
lavoro e che furono seguiti con attento e intelligente
-crupolo dai dirigenti d e ll'l flicio Regionale per la
Con-ervazione dei Monumenti, ai quali -petto la
pratica realizzazione dell'opera, nino quelli ch ia
ramente e-po-ti nella relazione al Sindaco di Torino
iu data Ci novembre 1906. di cui -i è già fatto cenno
e che prefcri-co riportare qui te-tiialmente :
a ) « Praticare dei nuovi -cavi dal lato Sud-Ovest
•«che per ragioni di viabilità non fur«ui«» ancora
• intrapre-i. per -coprire le f«»udameiita dell'altra
•« torre e«l i re-ti del cavedio che giacciomi ancora
« -epolti «la quella parte ».
h\ « Co-truire una parte dei muri deH*edifici«i della
solo tempo: «* infatti l'opera -i protrasse per vari
anni lincile riman* -o-pesa nel 191.» per il soprav
venire della gu«*rra. la-ciambi il iminumento in uno
stato «li rovina apparentemente forse più grave di
quello in cui era prima.
Que-ta apparenza «*ra dovuta al fatiti che. volen
dosi rimuovere gli aspetti poco felici «*«l arbitrari
del restauro del IJ172. la prima fase d«*l restauro
«I \iidrade-Bertea consistette iu una coraggiosa «le-
molizioiie ilei coronamento merlato e del lato in-
t«*rno della torri* «li levante. La figura l mostra
I aspetto del monumento durante tale fase «lei la
voro «* -piega come for-e una parte «lei pubblico
meno preparata r«*-la-s«* perplessa «li fronte a un
restauro «*lie a prima vista cominciava con una «le-
molizioue. Perplessità «li cui si rese satirico inter
prete anche un giornale umoristico del tempo.
<« I B il ichili ». che nel
silo
numero «lei 6 agosto
I9ll}{. manifestò in versi che mm riproduco perchè
iu ctimplcsso poco parlamentari, la ma meraviglia
per tanto scempio! Ma ceriti ogni riserva dovette
scomparire quando al posto tl«*lle rustiche strutture
di ciottoli ili limile -i videro a poco a poco risor
gere anche -ul lato interno della torre le nitide
facce laterizie dell'originario prisma e-a«h>eag«i-
uale. ripri-tinato iu tutto il ritmico rigore della
sua forma geometrica.
\ rentier più perfetto il ripristino <><*11
1
primitiva
architettura intervenne allora l'im p u ro ili mate
riale laterizio in tutto eguale per dimensioni, forma
e colore atlantico. me—o in opera con gli -tessi
accorgimenti e la
stessa
mirabile cura ili quest'ul
timo. come l'arrotatura dei singoli mattoni, lo
s p e s
s o r e
minimo ilei letti di calce, il tagliti a profilo
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