

ogni genere, che creavano intere zone di minore
resistenza veramente preoccupanti, specialmente là
dove, per ripristinare le finestre originarie non era
possibile procedere a un completo risarcimento.
A questa situazione si è portato definitivo rimedio
con il rifacimento dei tratti più fatiscenti e l'in
serzione di parziali incatenamenti in ferro, disposti
neirinterno della nuova cortina di rivestimento,
della quale si è infine curato con la massima at
tenzione il collegamento alle vecchie murature.
Dal punto di vista storico-artistico il problema più
interes>ante era quello di conservare per quanto
fosse possibile qualsiasi testimonianza che potesse
anche in seguito fornire elementi atti a completare
la conoscenza del monumento. K noto infatti che
fra le numerose incognite che la Porta Palatina
presenta una delle più gravi è quella delle comu
nicazioni fra le torri, l'interturrio e l'edificio della
slatio. Scomparso, come si è detto, nel medio evo
per ragioni di arte militare il settore interno delle
torri, qualunque ipotesi in proposito sembra desti
nata a restare indefinitamente tale.
F stalo quindi onesto scrupolo dei precedenti restau
ratori. osservato anche in occasione dei lavori re
centi. evitare che il restauro assumesse forme troppo
categoriche in questo campo che deve considerarsi
a noi sconosciuto; in altri termini si è cercato, al
lora coinè oggi, di fare in modo che là dove il rip ri
stino. necessario per ragioni conservative, era in
certo. si manifestasse come tale.
Nel restauro d'Andrade-Bertea lo scopo fu raggiunto
distinguendo le parti, la cui ricostruzione non po
teva darsi per sicura, con una scalpellatura della
superficie e«terna della cortina, che venne cosi ad
assumere nelle parti dubbie un carattere di indeter
minatezza ben rispondente alla ipoteticità della re
stituzione.
Negli ultimi lavori si è cercato di essere ancora più
prudenti, lasciando per quanto era possibile inalte
rate le parti che potevano, in base a caratteristiche
sufficientemente identificabili, costituire testimo
nianze sia pure riflesse di precedenti destinazioni
non lontane da quelle originarie. Così si sono ri
spettati tutti gli avanzi di aperture esistite fra la
torre e l'interturrio. anche se per il materiale e la
tecnica costruttiva si dimostravano di esecuzione re
lativamente recente ( fig. 9). Così pure si è cercato
di lasciare visibili larghi tratti delle murature di
pietrame, non solo allo scopo di evitare il senso di
rigida freddezza che probabilmente sarebbe deri
vato da un rifacimento integrale, ma anche per con
servare. come spesso si fa nelle ripuliture dei di
pinti. la testimonianza dell'avanti-restauro.
In confronto con le opere di restauro esterno, che si
son venute fin qui enumerando, quelle eseguite nel
l'interno sono di ben minore entità e importanza.
Esse hanno consistito innanzi tutto in una generale
liberazione da quanto era ancora rimasto appiccicato
alle antiche mura dei numerosi lavori di adattamento
subiti fino al restauro del 1872 compreso. Grazie a
questo lavoro di pulizia, che ha naturalmente neces
sitato qua e là numerosi lavori di consolidamento,
sono tornali in luce nuove traccie di vari elementi,
già riconosciuti del resto nel corso dei lavori prece
denti. del primitivo assetto dell'edificio, e precisa-
mente dei solai lignei che dividevano le torri in vari
piani corrispondenti agli ordini delle finestre.
Di tali solai, il cui ripristino non avrebbe presen
tato altra difficoltà che una forte spesa, si è rico
struita solo qualche porzione che si è ritenuta utile
per rendere più agevole e sicuro l'uso delle scale
di gradini metallici infissi nel muro, mediante le
(piali fi può «alire dal piano del terreno fino sulle
piattaforme di copertura delle torri, che quindi sono
ormai ispezionabili in ogni loro parte. Anche in
questa misura limitata la struttura dei solai ripro
duce quella antica, giacche i nuovi travi portanti,
benché di dimensioni più ridotte in proporzione
con le ridotte sollecitazioni, sono stati incastrati,
dove era possibile, negli stessi vaili tagliati nel
muro al tempo della primitiva costruzione (fig. 10).
Il vano interno della torre di ponente era stato
diviso all'altezza del secondo piano di finestre da
una volta a calotta ribassata che. benché probabil
mente non più antica del secolo scor.»o, si é prefe-
rito di non toccare per
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andare incontro a ne
cessità di ordine statico che con tutta probabilità
si sarebbero manifestate in conseguenza della de
molizione di una struttura senza dubbio profonda
mente collegata con la muratura originaria. Del
resto, essendo tale volta invisibile dall'esterno e non
dannosa all'interno, specie dopo il collocamento,
puramente preventivo, di un solido incatenamento
metallico, si é concluso non esservi ragione alcuna
per demolirla.
Per le parti basse dell'edificio e specialmente per
gli avanzi della statio il pericolo più grave era co
stituito. come si é detto, dalle continue scorribande
dei monelli del quartiere, che neppure il replicato
intervento dei tutori dell'ordine era mai riuscito
ad impedire. L'unico rimedio era dunque difen
dere gli avanzi autentici rialzandoli con uno strato
di muratura di restauro, in modo che qualunque
eventuale danno finisse per colpire solo la rico
struzione moderna, d'importanza evidentemente
insignificante dal punto di vista archeologico.
Con ciò e con il completamento dei piloni della
porta interna della statio si é reso anche meglio ri
conoscibile l'antico impianto della porta la cui or
ganica disposizione primitiva é oggi meglio com
prensibile a chiunque.
Della base della torre occidentale, di cui resta solo
il nucleo di opera a sacco essendone stato asportato
il rivestimento laterizio di forma piramidale, a suo
tempo così abilmente ripristinato nella torre di le
vante, ci si si é limitati a ricostruire solo un pic
colo tratto al centro della fronte esterna, in sosti
tuzione di una breve scarpata a mattoni inclinati,
di recente e scadente fattura, dovuta probabil
mente alle necessità statiche provocate dagli adat
tamenti ben riconoscibili in quel tratto della so
prastante muratura.