

GLORIE DEL IECCIIIO l ' IE W M E
Episodi della Campagna del 1796
di G I O R G I O R O V E R E
La campagna sostenuta sulle Alpi dalle truppe pie
montesi dal 17yz al 1796 è una di quelle che più ha
onorato l’ Esercito piemontese per la tenacia dimostrata
nella lotta, tanto più sorprendente per il fatto che da
quarantacinque anni 1 rumori di guerra non avevano
più turbata la nostra terra cosicché potevasi pensare
che l’antico spirito guerriero si tosse affievolito.
Innumerevoli furono invece gli episodi di valore,
di resistenza alle fatiche, di spirito di sacrificio durante
tutta la guerra; tra tanti mi limiterò a sceglierne al
cuni verificatasi nell’aprile dell’ ultimo anno di guerra
quando, la stanchezza e le perdite subite, avrebbero
più che giustificato 1111 declino di quelle virtù mili
tari che sono vanto di tutti gli eserciti.
Come è noto per quattro anni le truppe rivolu
zionarie di Francia avevano tentato inutilmente di su
perare le alpi quando nella primavera del 1796 ne
prese il comando il giovane generale Napoleone Bo-
naparte. Si vuole che egli abbia detto ai suoi soldati:
« Annibale valicò le alpi noi le aggireremo ». Una delle
tante frasi storiche che si ama attribuire a questo o a
quello; certo che già il complesso delle operazioni
dell’armata nel 1795 avevano portato le truppe fran
cesi a gravitare sulla destra, sia nell’alta Val Tanaro
ove erano avanzate fino nei pressi di Ormea, sia lungo
il litorale.
Quando Napoleone pertanto assunse il comando
dell’ Armata d'Italia l’orientamento strategico era già
in atto; spettò a lui il merito di aver intuito il mo
mento psicologico in cui l’attrito e le divergenze sui
pimi operativi dei due comandanti dell’ Esercito pie
ni intese il Colli e di quello austriaco il Bcaulieu era
più intenso, ed agire tempestivamente per dividere i
due eserciti e quindi affrontarli separatamente cioè in
quella zona tra Dego, Milcsimo, Cairo Montenotte
che rappresentava il punto di giuntura.
* * *
All’alba del 13 aprile del 1796 le truppe francesi
del Massella che Napoleone aveva fatto avanzare da
Savona nella zona sopradettt attaccano decisamente
quelle austriache nella gola di Milcsimo che, dopo
scarsa resistenza, disordinatamente ripiegano su Dego
lasciando sul posto il Proverà con soli 500 croati.
Sarebbe stato un disastro e la celere avanzata su Mon-
tezzcmolo e su Ceva se, fortunatamente e tempestiva
mente, non fosse accorso il prode Filippo Del Carretto
al comando del 30 battaglione granatieri composto di
due compagnie di « Monferrato », due del reggimento
« La Marina • e due del « Susa ».
Il Del Carretto lanciò immediatamente al contrat
tacco le due compagnie di « Monferrato » al comando
dei capitani Albion e Corte, poco più di 1S0 uomini,
mentre egli con le altre quattro compagnie prese po
sizione a scaglioni sul dorso della montagna.
L’impeto dei nostri riuscì in primo tempo a ricac
ciare 1 francesi del Bandel ma successivamente furono
costretti a ripiegare anch’essi sul castello di Cosscria
ove il Del Carretto, unitamente al Proverà ed ai suoi
croati, aveva deciso di sbarrare la strada al nemico.
Il vecchio castello cinto solo da deboli mura non
era certo 111 grado di offrire un valido riparo e per
tanto il comandante francese, a conoscenza anche dello
scarso numero dei difensori, prima di ordinare l’as
salto mandò ad intimare la resa.
Il Proverà non sarebbe stato alieno ad entrare in
trattative ma il Del Carretto imponendosi rispose de
cisamente « Sachez, que vous avez à faire aux grena-
diers piémontais, qui ne se rendent jamais *.
Si avanzarono pertanto 1 francesi all’assalto ma ii
Del Carretto che aveva assunto il comando della
difesa, li attese con calma finche, quando il nemico
fu a venti passi, lo investì con un nutrito fuoco improv
viso obbligandoli a retrocedere. Rito lto una seconda
volta l’assalto il Bandel ma la sua morte diede il segnale
della fuga dei stloi.
Bonaparte accorso in persona sul posto ordinò
allora al generale Angereau di ritentare immediata
mente la prava senza per altro ottenere miglior risul
tato. Fecero allora i francesi avanzare tre pezzi di arti
glieria che vennero piazzati a scili cento metri dalle
mura del castello dopo di chc, sperando che il nuovo
pericolo potesse aver presa sul Del Carretto, faceva il
Bonaparte rinnovare l’intimazione di resa.
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