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«.il trotto» del colonnello d'Oncicu. ufficiali c dra­

goni, animati dal più alto entusiasmo, per quanto di

oltre metà interi n i di numero ai loro avversari, si

posero in movimento e dopo aver scaricato ad un

centinaio di metri le loro pistole, si chinarono sui

cavalli ed a sciabole sguainate al galoppo si lancia­

rono contro i! nemico. I francesi non appena avvi­

stata

la nostra cavalleria, sperando torse di riuscire

ad evitare l"urto per poi attaccarla sul fianco, inizia­

rono un movimento iii conversione, ma in pieno

svolgimento si videro piombare addosso 1 focosi

cavalli dei nostri dragoni c ntuplicati da un naturale

entusiasmo. L’ urto tu violentissimo, il generale Stell­

aci. travolto di sella, ucciso il colonnello Trouble e

due altri ufficiali e numerosi soldati. Per quanto 1 fran­

cesi combattessero bravamente nulla poterono fare

contro la veemenza dei nostri che compivano prodigi

di valore, lì tenente della Rocca, ferito continuò a

combattere,

1

1 cornetta Roberto di Castclvcro, rotta

la sciabola adopei*

stendardo come lancia, ufficiali

e dragoni tutti colpirono inesorabilmente il nemico

che alla fine .. dette all'impeto dei nostri e ripiegò

in tuga disordinata inseguito e frammischiato ai

piemontesi che non diedero loro tregua.

Le note squillanti l'adunata delle trombe del

colonnello d’Oncicu arrestarono aitine l'inseguimento,

mentre molti cad neri di dragoni francesi rimasero

sul campo a testimonianza di uno sfortunato valore.

Il

generale Stcngcl, raccolto ferito sul campo, si

abbandonò alla pietosa generosità del vincitore implo­

rando l i protezione del R e che in altri tempi aveva

pur fedelmente servito, ma nonostante le cure prodi­

gategli il 26 aprile, con la sua morte. Napoleone per­

dette uno dei suoi migliori ufficiali di cavalleria.

Nel calar della sera del 2 1. tinserrati i ranghi, i

dragoni ripresero la marcia trascinandosi 24 prigio­

nieri sulla via di Fossano ove le fanterie li accolsero

al grido di « Evviva i Dragoni del Re», dando così

riconoscimento al loro indomito valore.

Più tardi si tentò da parte francese di sminuire e

di falsare la portata di questo episodio attribuendo

anche al 2c" dragoni il merito di aver ristabilita la

situazione, ma il tempo e le testimonianze inconfuta­

bili hanno ristabilita completa la verità, poiché la

cavalleria francese vanta tante belle vittorie che può

anche accusare questa sconfitta.

* * *

Nello stesso giorno 111 cui il generale Stcngcl chiu­

deva la sua vita di valoroso soldato. Napoleone alla

notizia che Ceva non era ancora caduta manda al

Toumafort questa intimazione: « Votrc arinée a été

battue a Mondovi, le lignes qu elle a prises artière

la Stura ont été torcécs, la ville de Cherasco s’est

rendue, moti artillcric de siégc est arrivée. Tonte

resistano.' qtic vous pourriez taire serait contraire au

loix de la guerre et produirait une effusione de sang

inutile; votre tort domine à i so toise n’est suceptible

d’aucune resistano*. Si 24 houres après la notitìcation

de la présente sommation vous n’etez pas rcndu, je

n’admettrai aneline capitulation, et je fairait passer

votre garmson au file de l’épcc. Si la conservatitm de

la ville de Ceva qui se trouvera nécessairement sacri-

fiée par le te11 des batteries; si la conservation de braves

gens que vouz commandez, vous interesse, Mon-

sieur, acceptez una capitulation honorablc su le

champ ».

Napoleone è sicuro della sua vittoria, si sente

padrone degli eventi e può tare la voce grossa, ma

noi ricordiamoci la fiera e semplice risposta che osò

dare al giovane generale francese un vecchio soldato

piemontese « Io difenderò la piazza a prezzo della

mia vita sino aH’estremo per il Principe che me l’ha

confidata ».

Pochi giorni dopo Ceva venne ceduta ai francesi

per ordine del Re firmatario del trattato di Cherasco,

ma il tono della lettera del Bonapartc con la quale

nè da comunicazione al Toumafort, è ben diversa

dalla precedente intimazione: «Je vous auvoic, M011-

sieur, l’ordre de votre Roi pour remettre le tort de

Ceva a l’officicr munì d’un ordre de tuoi, Je vous

prie... ».

Anche l'aquilotto superbo ha sentito il fascino

eroico emanante dal vecchio soldato, e in quelle

parole « l'ordre de votre Ro i » è la tacita ammis­

sione della resistenza eroica che senza queU’ordine

certamente avrebbe immortalato 1 difensori di Ceva.

* ★

*

La difesa del castello di Cosscria, la travolgente

carica della cavalleria sull’ Ellero, il nobile e termo

comportamento del Toumafort, da noi rievocati non

sono che episodi di 1111 eroismo collettivo che fece

scrivere al Pinclli, celebre storico, queste parole:

«L ’ Esercito piemontese può, a buon diritto, andare

superbo della condotta tenuta nelle cinque campagne

di quella guerra, le quali valsero a confermare presso

gli stranieri quella reputazione di valore di cui era

da secoli in possesso; riputazione che i membri di

esso, non solo sostennero, ma pur anche accrebbero

militando dopo sotto varie bandiere, e per varie

cause; ma sempre onoratamente*.

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