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Ogni volta che accadeva un incendio, venivano

chiamati cd accorrevano sul luogo del sinistro.

Successero vari miglioramenti; ma il vero Corpo

dei Pompieri nacque nel

1

SS

7

e nel

1907

ebbe una

vera attrezzatura moderna completa.

Vi fu im periodo di assestamento, dirci di perfe­

zionamento. nacque la famosa scala Porta; Berzia

con ingegnosità costruì la prima pompa a mano; il

cavaliere Gaspare Azzario inventò la famosa cintura

di salvataggio e sicurezza, ancora oggi in uso.

Anche l’estintore a schiuma lo si deve al ma­

resciallo dei pompieri Brusasco.

Non solo prestavano servizio nel Corpo dei Vi­

gili del fuoco, ma questi uomini votati al pericolo,

studiavano ed inventarono attrezzi atti a snellire e

migliorare il loro servizio.

L'altro giorno, per avere una visione chiara e

sincera dei Vigili del fuoco, mi sono recato alla

vecchia e gloriosa caserma. Santa Barbara, sita in

corso Regina Margherita.

Con cortesia, (piasi militaresca, sono stato rice­

vuto dal Comandante dell HS Corpo dei Vigili del

fuoco di Torino, ing. Previti.

Il

Comandante si mostrò molto gentile e affabile

e volle farmi visitare la vecchia caserma e benché

pulita e ben tenuta, l’ho trovata troppo chiusa e

angusta, in confronto alle attrezzature moderne

in uso.

A fianco della porta principale v’è il sacrario e

nella parete vi sono incastrate lastre di granito, sulle

(piali vi sono incisi i nomi dei Vigili del fuoco morti

sul campo del lavoro.

Il

maresciallo Gribaudo. che mi faceva da guida,

mi mostrò le varie medaglie e coppe vinte nei con­

corsi pompieristici. le attrezzature oggi in uso. visi­

tai la piccola officina interna, dove dal nulla na­

scono attrezzi utili, le camerate pulite ed infine la

mensa, dalla (piale si sprigionava un buon odore di

pietanze, tanto da farmi peccare di gola.

A parte tutto questo, io desidero parlare della

azione dei pompieri, quell'azione immediata, senza

discussioni e dubbi, quell’azione meravigliosa che

si svolse durante il periodo dell'ultima guerra.

Mentre la folla dei cittadini fuggiva dalla città,

spaventata dai bombardamenti, i Vigili del fuoco,

con l’elmetto in capo e l’ascia alla cintola, rimasero

a custodire e a salvare le case, le nostre case e le

fabbriche dove lavoravano migliaia di operai.

Il

totale degli interventi di guerra dei pompieri

fu di

5305

. numero che fa pensare anche al più

scettico dei cittadini; furono interventi pericolosi ed

effettivi, non passeggiate a suoli di sirena.

Infatti il primo bombardamento che allora allar­

mò i torinesi, awennt il

12

giugno

1940

: le bombe

caddero in via Priocca e negli isolati attorno.

Quello fu il primo della serie degli interventi dei

Vigili del fuoco di Torino, furono i pompieri ad ac­

correre. a trarre dalle macerie i morti, a demolire

c puntellare le prime ferite di guerra sulla città.

La seconda incursione avvenne il

13

settembre

1940

; le bombe stavolta colpirono una borgata vici­

no Torino, Testona. anche qui, benché il danno non

fosse grave, corsero i pompieri deH'

83

" V.F.

Cosi nei successivi bombardamenti del

9

novem­

bre e del 12 dicembre dello stesso anno.

Con l’anno

1941

si ebbero due bombardamenti,

quello dell’ l l gennaio e del 12 dello stesso mese,

su Torino, con danni minori ed infine quello del

19

settembre su Vinovo; in tale azione l'opera dei pom­

pieri di Torino fu magnifica.

Ma i bombardamenti dell'anno infausto del

1940

e del

1941

. furono bombardamenti all'acqua di rose,

in confronto a quelli che vennero negli anni suc­

cessivi.

In questo articolo voglio parlare particolarmente

degli interventi dei Vigili del fuoco, negli incendi

provocati dai bombardamenti, con lancio di migliaia

di spezzoni incendiari sulla città di Torino.

La vera danza dell»* fiamme ebbe inizio con il

bombardamento del

18

novembre

1942

.

I

primi spezzoni caddero in via Rivalla nel de­

lusilo legnami Fiat; fu uno degli incendi più vio­

lenti, apocalittico, che fece rivivere l'inferno dan­

tesco.

Accorsero i pompieri, con carri attrezzi ed auto­

pompe; i bravi Vigili si trovarono dinanzi ad un

incendio di proporzioni eccezionali, nella notte fred­

da. un ampio cerchio di cielo era illuminato da ba­

gliori rossastri, nel centro lingue di fuoco danza­

vano; parevano diavoli folli, la danza distruttrice sem­

brava che non dovesse più finire.

I

Vigili arditi e dinamici, tesero le ]>ompe e con

le lance impugnate avanzarono verso il nemico di­

struttore; la lotta contro le fiamme era dura, perchè

le rosse lingue di fuoco agitati1 dal vento s'innalza­

vano verso il cielo e paurosamente poi si abbassa­

vano e saettavano fra catasta e catasta di legname,

minacciando lo stabilimento.

I

pompieri non ci pensarono due volte, pronti,

sprezzanti al pericolo, si lanciarono con le pompe

aperte su quell’inferno, tra il fuoco, gli schianti e i

crolli.

Non erano «più uomini, parevano degli eroi troia­

ni. che dinanzi all'incendio della loro città, avevano

assunto l’aspetto dell'invulnerabilità.

Lotta terribile: l'uomo che inventò il fuoco, ora

lottava contro il fuoco stesso.

Con il volto che sembrava di fuoco anch'esso,

i bravi vigili lottarono ai margini dell immenso bra­

ciere, con sforzi; l'acqua gorgogliava nei tubi gonfi,

si snodava e vomitava liquido in faccia alle fiamme.