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T

poche e ben appropriate parole egli sapeva parare il

colpo e disarmarli prontamente. Quanti esempi di

questo genere si potrebbero riesumare dai verbali

delle sedute parlamentari dell’epoca giolittiana! Era

nemico acerrimo della retorica. Una volta dopo aver

letto la minuta di un telegramma che doveva essere

spedito al prefetto di Bologna (la m nuta era sta;a

compilata da un funzionario del suo ministero) e che

era così concepita: «

Informi gratuli Carducci chc de­

siderio rate possente terza Italia troia profonda eco

animo mio

», Giolitti cancellò tutto e vi appose la po­

stilla: «

manicomio

» e di suo pugno riscris-e il te­

legramma in questi termini: « Informi persona'mente

Carducci che ciò che desidera sarà fatto ». Esperto e

profondo conoscitore di uomini accennando una volta

ad un Tizio molto presuntuoso, disse: « Costui biso­

gnerebbe comprarlo per quel che vale e rivenderlo

per quel che si crede di valere ».

Si dice che gli aneddoti servono spesso a rivelare il

carattere di taluni personaggi cd anche a riflettere

un’epoca. Ne riporto qui alcuni che ho tratto da un

libro di Gaetano Natale (

1

), che fu amico e confi­

dente dell'on. Giolitti, dedicato alla figura dell'illustre

statista; opera complessa, ricca e ampia; esauriente e

documentata esposizione della sua condotta politica.

All'epoca delle agitazioni irredentistiche promosse

dagli studenti italiani per Trento e Trieste, l'amba­

sciatore austriaco si recò da Giolitti ad esporgli le

proteste e tra queste gli fece anche rilevare come pro­

prio nel centro di Roma era stato aperto un negozio

con l'insegna « Alle città di Trento e di Trieste ». E

Giolitti: « Più oltre ce ne un altro con l'insegna

«Al l a città di Vienna»: ciò significa forse che noi

vogliamo conquistare Vienna? Nei primi tempi in cui

Mussolini era salito al potere, avendo Giolitti deplo­

rato la soppressione di ogni forma di controllo, il che

rendeva possibili dissipazioni e mangerie di ogni sor-

iv i-

O R *

( 1) G a e ta n o N a ta le :

Giolitti e gli italiani,

eoo

prefazione

di Benedetto C ro ie EJiture Garzanti. M ilano.

1949

.

ta, il De Boao gli osservò: « Ma anche ai tempi suoi

cerano queili che mangiavano ». E il Giolitti pronto:

« Sì,

ma sapevano stare a tavola ». Ad una insistente

e noiosa postulante che lo pregava di fare ottenere

la croce di cavaliere ad un prete, rispose che, come

sacerdote, poteva contentarsi di quella di Cristo.

1