

l 'A.N !•! !' I .A .T IM I! A
AN C H E IL PANE È ARTE
di G E C
L’n i»i«»rn«». Marmetti presentandomi un
>>s >
cartone mi cui erano fissati pezzi ili cartavetrata,
schegge ili cristallo e persino una piccola gnttugia.
nn illese: Rissaci lengcrmcntc la mano sopra. Chc
cosa senti: . Passatista incancrenito, non percepivo
nulla ili particolare e N'arinetti si deg’iò spiegarmi eh
cjnell aggeggio eh** ne\o carezzato con lie\e ma
no era nientemeno che un caimlnvaro «lell'arte sen
soplastica: I n viaggio sul Mar
Rosso
. Sfiorami >
iiudla Miperhcie a\rei dovuto ho detto avrei ilo
\uto
provare la sensazione del v iario . Franca
mente, preferisco ancora la sedia a sdraio in copert i.
Onesto per dirvi che con tutto si può fare dei
l’Arte. A Paridi. Monsuur Smlice decora il suo bar
P
i
con aragoste che. abilmente pia mate, diventano
imi
stose caricature. Hd il gustose non è soltanto in
senso di ghiotte. Ho visto un !)e (ìaulle spassosis
sinio ed un Churchill indovinato. I. americano Ak ir
compone le Mie maschere caricaturali con tutto
ciò che yli capita sottomano. Mussolini lo ottiene con
un padellino, un imbuto ed alcuni orlac i. Da un i
rapa trae un divertente (ì. IV Shavv. da una scarpa
verniciata ii Negus. da una jiatata Hcnriot! Figuri
tevi poi se non si può fare dcll’Arte col pane1
Anzi! II fornai**, m se. è scultore nato ed il pane
è. in
1111
certo ciuilmoelo. plastilina tra le dita dei
panificatori! Sin dalla notte dei tempi, il pane hi
assunto forme bizzarre realistiche ;>astrattiste. sogno
o verità, materializzando il pensiero del fornaio eh.
lavorava la pasta. Ricordo ili ragazzo certe croccanti
pagnottine che rappresentavano Nenetto svenevoli
o Rintintin boriosi, ed era un piacere sadico staccar
loro con un mors i la testa. Un tempo, i carcerati m
divertivano a plasmar figure con la mollica e. d i
bimbi,
j
o ilevamo per nio Presepi le cui stiai.t
erano di pasta di parie' Tutte le colomln. più o meno
picassiane. le aeiuilc. gallinelle che. i giorni di lesti,
compaiono nelle vetri ie d -i pmettieri-pasticcieri non
sono for-e la dir'ost razione dell istint i p’ istico che
è nei polpastrelli ile! fornaio?
Partendo da questo concetto, il pittorv f irma
cista o farmacista pittore, come più vi pncc. Franco
Assetto, in perfetta armonia col Presidente dei pani
fìcatori I lemontesi Savino Bracco, ha lanciato alla
(ìalleria l.a Mussola ili Torino una delle più ori
ginali Mostre dei nostri giorni. Mostra che pire de
stmata a portare per il mondo la genialità del nostro
pane e dei nostri cervelli. Sarà bene premettere che
Franco Assetto come pittore, non come
farmaci.Mi.
discende direttamente da Salvator Dali. BafTctti i
parte. F’ un surrealista, per intenderci, e in uni pa
gnotta non vede come noi miseri mortali eptalcosa
da spaccare in due per infilarvi dentro una fetta di
prosciutto o un Ivi pezzo di tonno; ma tutto un
mondo astratto. A eiueMo punto, sarebbe il caso di
disturbare Fremi; ma lanciamolo riposare. Questo
mondo astratto, questo cosmo di fantasia e di fant i
sticheria. Assetto ha saputo armonizzare, collegare.
coordinare accostando intelligentemente grissini a
monachelle, michetìc a cornetti, biovc a tornatici*,
con un risultato innegabilmente suggestivo. Fd elo
cjucnte. I na specie di cartone animato del pane.
•
Non si vive di solo pane . dicevano i vecc
Ottimisti. Le pareti della Bussola polemizzano Non
1 2