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prio c tarma. Ma le famiglie agiate preferirono pos

sedere un forno in casa.

I. industria del pane in Italia costituisci* una atti

vita caratteristica, multiforme come è multiforme il

gemo regionale ed artistico della nostra gente. Intatti,

nel IWHI. ('aterina dei Medici portò con se in Frati

eia un gruppo di fornai perche insegnassero u pari

gini i nuovi metodi di panifica/ione e la famosa

«

(ìottase

d’oltralpe è. in un certo qual modo,

nostra nipote.

Frodoto narra che. quaranta ■«•coli fa. i fornai

egiziani lavoravano la pasta coi piedi. Sistema che

si è protratto sino agli albori ilei secolo e forse si prò

trae ancora in qualche regione arretrata. I.e prime

rudimentali impastatrici che erano conosciute in tetu

pi lontanissimi, andarono pian piano perfezionati

dosi. Il mestiere del fornaio non era. nell'antichità,

di tutto riposo. Nell’Fgitto e nella 1 tirchia dei Sul

tani. se il prezzo del pane aumentava eccessivamente,

veniva subito livellato con l'impiccare

1

fornai: e si

il pane risultava adulterato, si limitavano ad

in d ilo

dare per un orecchio il fornaio a'ìa potrà della sua

bottega. Anche Manzoni ci ha illustrato mirabii

mente i fornai

tempi di Renzo. In un periodo a

noi più vicino, i governi adottarono la politica del

pane a buon mercato intervenendo nei costi.

Ogni paese, ed in Italia ogni regioni, ha un suo

folclorismo del pane. In Francia sono caratteristici

gli stìlatoni che pesano un paio ili chili e che veli

gono affettati come prosciutti. Il pane piccolo viene

considerato ancora una raffinatezza snobistica. In

(ìermania. la farina viene miscelata con segala; in

Ungheria, con patate.

Questa storia, questo folclorismo del pane, in un

panorama variatissimo, plastico, artistico e seducente,

ha ispirato il pittore Assetto il quale, compendiando

una visione estetica, ha comjKiuliato anche un con

cetto economico ed un concetto storico. l.a storia del

pane è

1111

po' la rivelazione della zona che 1«» prò

duce. Bizzarria di nulle forme nella regione

.1

st

.11

dard economico elevato; pane grig'o, triste, nei paesi

depressi.

Chi non ricorda la malinconia del pane di guerra?

Il

lirismo astrattista di Assetto è quasi un inno, una

invocazione, al pane ablwmdante e sicuro jxr tutti.

A quel pane che. come un raggio ili sole od una ix

nedi/ione celeste, piove da un'astratta sintesi alla

Calder che. con le originali litografie e le concezioni

statistiche, dava il tono alla Mostra.

Pani bizzarri, arrivati per iniziativa dell'Associa-

zione Torinese dei Panificatori, da ogni angolo

d'Italia, dai

miiiJ(lizzn<u<

e

1

khìoÌs

s.irdi

alle sbrigliate creazioni della fantasia dei panettieri

siciliani che rivelano nel plasmare pani in loggia di

San (ìiorgi caracollanti su draghi trafitti o

111

quelle

di cocchi alla Merimée e lo stesso estro che ispira

1

mirabili istoriatici •1 /Ile famose

i^rreUc

■e idi af

frescatori dei manifesti da

Opini dei Pupi

■•. pre­

decessori di decenni dell'arte ili Fpinal.

Torino e il Piemonte sono alla testa dei più sbri

gli.iti plasmatori di pani. Allxrto Virigli!» rammenta

una quarantina di fogge di pane ili? nomi poetici od

estrosi evocanti idee plastiche: la

mónta

. che ri

corda il cornetto delle suore: il

iiapin

che si ispi

ra al sederino roseo del neonato; la

mandolimi

dall'aspetto di

1111

panciuto strumento e decine e ile

cine di altre, molte delle quali s'ino oggi. ahimè

scomparse. Su tutti, domina sovrano il nostro inimi­

tabile

!>/ùt<*ih

. quel

pan frolli)

assurto a sim

bolo di ’I ormo che. stando alla leggenti

1

. conta »rmai

quattro secoli di glorie e di storia. Da quel gennaio

1679. quando mastro Antonio Brunero lo forili al

dntinr Pecchi'» di I.anzo perchè servisse da miraco­

losa medicina per guarire il giovane Vinorio Ame­

deo II. Storia o leggenda che sia. ci piace nel suo

candore e nel su<> simbolo.

Il

i>/ièr<sin

è ormai celebre nel mondo ed imi

tato ed inimitabile. Favoleggiano di acqua speciale,

di farma strana, di pietre dei forni. Ma è soltanto

una questione ili anima. Mme Bidault si rifornisce

regolarmente di grissini torinesi facendoseli inviare

111

scatole che ricordano quelle con cui le nostre pro­

fumatissime orchidee varcavano

1

contini del mondo.

Uno slog.m scritto sui negozi dei vecchi fornai

diceva: /’/

so» cilòti e pi són fresili

Come l'apprendista stregone che animò le cose.

Franco Assetti», col suo genio surrealista, ha dato vita

ad un

cosmo

di pam nei quali si intravvede l'essenza

0

la sintesi del vivere stesso. Quella pagnotta ergen

tesi

111

Piazza San Pietro che raffigura il livori» quo

tubano di sessanta milioni di mascelle, quei pani

iperbolici ricordano che il motore di tutte I • cose

umane simboleggiano la conquista della fetta ih pa

gnotta sjK-ttante. giustamente, a ciascuno di noi.

Se ci pensate Une. la storia del monili» è tutta lì.

Poiché la storia dei popoli è fatta di piccole cose.

M