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Ritratto della moglie.

Si può giudicare, in rapporto ai secoli passati,

l'arte attuale come si vuole, ma è impossibile negare

che la nostra epoca non è per nulla quella in cui

l'arte persiste, ohimè!, nella più intensa vtalità, in un

massimo d'anarchia e di confusione. Ma essa resiste

a tutti i fattori di decadenza che dall’interno e dal­

l’esterno tentano di ucciderla. Sembra che per fron

teggiare questo pericolo non vi sia niente di meglio

d ’un pittore come Bosio che tiene conto di tutte le

necessità e le mantiene nell’equilibrio classico. Sono

rari i paesaggisti contemporanei di cui possiamo fare

un cosi grande elogio. L ’abilità dell’occhio, della

mano, della tavolozza e le loro risorse si sono date

appuntamento sulle tele di Bosio, grazie alla sua

superiore ispirazione che attinge le sue sorgenti e le

sue prerogative nella natura e vi prende in modo

indiscutibile un posto molto alto. Abbiamo l’impres­

sione perchè, come abbiamo già detto, Bosio è un

grande modesto, ed ha 76 anni, di assistere allo

sbocciare ed alla tardiva affermazione di un talento

che ci offrì già le prove sorprendenti del suo valore

e della autenticità e che accede infine ai capricci di

una vitalità superiore alla sua definitiva espressione.

Restereblxr a dire se ha o meno molto cambiato.

E’ diffìcile apprezzarlo poiché il maestro descrive e

dipinge molto per se stesso. I suoi interni, i suoi pae­

saggi ed i suoi ritratti sono epistxli successivi di una

vita intensa e creatrice. Aggiungeremo con piacere

che tutto ciò dà l’impressione di sogno, nonché di

profondo pensiero.

Ignoriamo la data di quell’interno che rappre­

senta nella luce e nell’ombra, tagliando l’una sull’al-

tra violentemente, una donna seduta su di una sedia

ed intenta a cucire. Essa è in mezzo alla camera, di

tre quarti, e nello stesso tempo guarda il caminetto

sormontato da una bottiglia, da una caffettiera e da ,

un ferro da stiro elettrico. Questo interno presenta

qualche cosa di commovente nella sua intimità ed è

concepito, ma diversamente dipinto, come le analo­

ghe tavole di Vuillard o di Victor Prouve. Si tratta

d’un’opcra eccezionalmente bella in cui la maniera,

d’apparenza un po’ rude dell'artista, si dimostra in

note di sottigliezze e di finezze che collaborano alla

emozione e l'esprimono nel migliore dei modi. Que­

sto aspetto tecnico della tavola contribuisce a farne

un capolavoro e ci obbligherebbe a riprendere, a pro­

posito del pittore d’interni, rutto quello che abbiamo

detto dd paesaggista.

Se si potesse giudicare la pittura dall’emozione

ch’essa syseita. il suo compito sarebbe immenso. Ora

sembra molto diffìcile giudicare l'opera di Bosio sen­

za parlare d’emozione. Essa esercita una indiscutibile

azione sull’anima e sul cuore. E ciò proviene preci­

samente dal fatto che Bosio è un maestro che, per

trasposizione plastica, descrive se stesso e dipinge le

sue piccole gioie, sollecitato dalla sua fantasia o dal

suo temperamento.

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