

Val di Lanzo lUsteglio).
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Vedremo ili definire il ciclo di tre stili successivi.
Nell'incocrenza attuale. che tende a diventare per
manente, questi tre stili coesistono con i loro carat
teri precisi e definiti e molti talenti sembrano para
dossali anacronismi. Da una parte granili artisti
incompresi precorrono la loro epoca, ed altri, non
meno commoventi, s’attaccano a tempi sorpassati. E'
fatale che gli uni e gli altri siano oggi misconosciuti,
salvo ad essere scoperti dalle future generazioni, e ciò
non è che un'eterna ripetizione della strina dell'arte.
Bosio. ci affrettiamo a dirlo, sfugge a quest’er
rore ilei destino. Egli prova, con una nobile serenità,
che nessuna espressione pittorica sarebbe valida se
non sacrificasse simultaneamente ai tre stili sopra
previsti in una misura variabile, riferendosi alle tre
età dell'uomo: quello dell'istinto, quello del senti
mento e quello del sapere, della conoscenza assoluta.
E Bosio durerà perchè esprime l'universo come
lo concepisce l'uomo nella sua totalità. Nel caos che
abbiamo sotto agli occhi vediamo gli artisti che si
augurano di avvicinarsi gli uni agli altri nella luce,
nella potenza creatrice, nell’ordinamento pertetto ed
in una immensa aspirazione verso l'unità. E questo
non esclude nulla, neanche l'esigenza che può essere
di tendenza barocca. Fu quella dei grandi della Rina
scenza. Michelangelo non vi è sfuggito. E fra i mi
gliori perchè non citare Yan Cìogh e Cézanne? Come
Yan (ìogh. nei suoi paesaggi così differenti del pove
ro Yincent. Bosio. ugualmente dotato, approfitta
della potenza dello choc inerente al parossismo vio
lento voluto dal nostro tempo. E due maestri sono
ugualmente appassionati e la loro natura hi forse
previsto l'assunzione della sensibilità futura troppo
presto per essere compresa nell'ampiezza del sin»
\alorc.
Ma Bosio ha trovato il modo ili far coesistere gli
elementi
stessi,
elementi violenti e che. spinti all estre
mo limite, dovrebbero reciprocamente annientarsi
nella loro opposizione. Per esempio una estrema rie
che/za ili mezzi dovrebbe sopprimere l’unità. La
atmosfera, che Bosio renile con un ammirevole »enso
di verità, sembra incompatibile con il colore piatto,
la poesia del motivo ed i nioi valori plastici. I.i scrit
tura
e
la materia d’architettura esprimenti tot ilmcn
te il messaggio del maestro.
Lo stesso avviene in Yan Cìogh. Ma per perve
mrvi egli sovrappone gli elementi dissociati rinchiu
dendo ciascuna in ie stesso. Bosio ha fatto diversa
mente. Li ha fusi nell’armonia, ma non nel ritmo
classico poiché si sentono ancora indipendenti gli uni
dagli altri. Bosio. accoppiando il dinamismo e l’unità
finalmente realizzata, ha seguito il consiglio ili Ro
dili: l'impiego della semi-tinta carta.
Saremmo completamente partigiani delle più
grandi libertà dell'arte se esse non inducessero troppi
artisti in strani errori. Da una parte ecco la confu
sione dei generi. Yi sono pittori i quali, credendo
d’imitare Yan Cìogh. dipingono come si tessono dei
tappeti e si divertono ad inquadrare degli affreschi,
ciò che è. rccondo loro, surrealismo dipinto. D'altra
parte nessuna nozione dell'equilibrio. Bosio ignora
queste sciocchezze. Egli non è né astratto, né figura
tivo. E l'uno e l'altro insieme in giust i misura. In
lui la verità delle due suddette interpretazioni del
l'arte. il pittore identificandosi con una di esse, rima
ne in stretto contatto eon la verità surclassata che si
oppone alla sua. ed è la verità d'aderenza alle due
che fa la qualità dell’opera. Questa è una notevole
dimostrazione fortuita di ciò che abbiamo detto ante
riormente sull’astratto e sul figurativo c che erano
soltanto nozioni teoriche. Praticamente un'opera di
arte non è più tale se non v'entrano l’astratto e il con
creto. Il resto è questione di dosatura. l~i qualità non
dipende dal fatto che sia una cosa e la cosa opposta,
ma che si tocchino le due cose, scegliendone una.
Bosio è un ultra sensibile. L ’intensità con la qua
le la sua natura reagisce alla realtà, lo spinge a dimo
strare questa realtà a forza di volerne affermare i soli
caratteri che lo toccano, rispettando la loro gerarchia,
ma non trascurando mai. sino all'evidenza, ciò che
gli pare essere inutile. E se. in tal modo. Bosio riaf
ferma con estro e splendore, la realtà indissociabile
della sua poesia plastica, egli non si concede nessun
diritto di evasione dalla realtà con la quale, alla fin
fine, è sempre in rapporti. E se facesse il contrario
egli sarebbe meno profondamente umano; tutta
l’umanità d ’un soggetto consiste nella visione che ne
ha la maggior parte degli uomini.
Conviene ancora non stabilire tassativamente ciò
che conviene soltanto alla pittura di cavalletto. E'
chiaro che l'arte murale è più astratta e che il quadro
è più concreto. Ix due arti non differiscono che per
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