

contadini tentò ancora una volta di resistere, ma fu
rono anch'essi schiacciati e passati
.1
hi ili spada. Sol
tanto ottanta persone andarono salve.
Poi. «.piasi che l'ardente sole d'estate avesse dato,
più ancora della tenace resistenza, alla testa dei sol
dati francesi, questi si diedero al massacro e al sac-
che^io. Non vi fu pietà per nessuno. Soldati, vec
chi. donne e bambini furono uccisi per le strade del
paese, nelle case ogni cosa fu distrutta con una gioia
satanica.
Seicento morti confessò nelle sue memorie il Ca
tinai. millecento ne registra il marchese di Quincy;
molti di più ne accusano le cronache nostre. Comun
que
1
signori di Francia poterono essere tìeri. l’ordi
ne Brulé/-brulé/, tout
«
era stato osservato.
Soffrì nel suo cuore ili padre il Duca Vittorio
Amedeo 11 alla notizia del martirio dei suoi sudditi
e giuri) la vendetta.
Levato rapidamente il campo, si porta a Carma
gnola onde minacciare sul fianco li marcia del C'ati-
11
.it che. dopo il saccheggio di Cavour, sta muoven
do. per Saluzzo. su Cuneo.
Appena il generale francese viene a sapere dei
movimenti delle truppe ducali richiama indietro la
su
1
avanguardia, già giunta nei pressi di Saluzzo.
ed inverte la marcia cosicché i due eserciti si vengo
no a trovare la sera del 17 agosto quasi a contatto nei
pressi della Abbazia della Startarda.
Il
Catinat ha con se I2.INNI uomini.
IS.IKK)
Vitto
rio Amedeo II, compreso un contingente austriaco
condottogli dal cugino il Principe Eugenio. Fra le
truppe piemontesi sono i battaglioni Guardie (gra
natieri) Monferrato (Casale). Saluzzo (Pinerolo) ed
il reggimento cavalleria Dragoni del Re (Genova
Cavalleria).
Vittorio Amedeo II stabilisce il suo comando alla
Abbazia e dispone le sue truppe su due linee appog
giando la destra al Rio Ghiandone e la sinistra al
Po. nel suo greto scagliona anche tre battaglioni e
un corpo di milizie per sostenere la sua ala sinistra
ed eventualmente minacciare il fianco del nemico.
MI
1
destra invece il Duca fa occupare alcune cascine
lire il Rio Ghiandone. Le due linee hanno uno
chieramento pressapoco analogo e cioè la cavalleria
tl centro, protetta sul fronte da qualche cavallo di
'risia, e la fanterii alle ali.
Il
Catinat muoventi'» incontro all’armata alleata
schierata in battaglia decide anzitutto di far ricono
scere lo schieramento del nemico e ne dà incarico al
generale Silvestre alla testa di dieci squadroni. Que
sti >i rende subito conto che il prim >obiettivo dove
essere quello di scacciare
1
piemontesi, fortificatisi
nelle cascine oltre il Rio Ghiandone.
0
fatte appie
dare le sue truppe attacca senz’altro le cascine più
vicine donde i piemontesi vengono scacciati anche se
con un pronto contrattacco la situazione viene rista-
L'Abbazia della Su Sarda.
bilita. e gli ulteriori sforzi di Silvestro rimangono
senza esito.
Il
generalo francese aveva però potuto rilevare
l’esistenza di un vuoto nello schieramento fra lo ca
scine menzionate
0
le linee piemontesi e decide jxr
tanto ili far avanzare le sue truppe in questo inter
vallo. I difensori delle cascine, temendo di vedersi
separati dal grosso, incominciano a ripiegare ma Vit
torio Amedeo manda in loro soccorso tre battaglioni
ed alcuni squadroni tratti dalla seconda linea del suo
‘chieramento. Si combatte aspramente con uguale
valore dalle due parti per qualche tempi fino a
quando il Silvestre viene ricacciato. L'azione però
ha costato agli austro-piemontesi notevoli perdite
cosicché tutto lo schieramento ne risulta notevolmen
te indebolito.
Alle ore 14 intanto tutta l’armata fiancese ha rag
giunto il campo di battaglia mentre parte di essa,
sfilando lungo il rio Ghiandone. attacca la destra del
la prima linea alleata che è costretta a flettersi
aumentando ancora più il distacco dai difensori delle
cascine; il Catinat con la maggior parte delle sue
truppe tenta l'aggiramento della sinistra dello schie
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