

umcnto dove Vittorio Amedeo ed il Principe Euge
nio accorrono prontamente.
Quando il Catinat si rende conto che la battaglia
su questo lato è fortemente impegnata e non sarebbe
quindi agevole agli avversari effettuare spostamenti
ili forze, manda quattordici cannoni a sostenere il
generale Silvestre. Nonostante il fuoco pesante della
artiglieria i piemontesi si ostinano a difendere le loro
posi/ioni. Era quello che il Catinat desiderava r. la
sciato all'artiglieria il compito di impegnare i pie
montesi sul posto, richiama a se la maggior parte
degli squadroni ilei Silvestre che lancia nuovamente
nell'intervallo di cui già abbiamo parlato.
La fanteria piemontese si difende bravamente, ma
sotto il nuovo urto deve lentamente ripiegare cosic
che si rutile necessario inviare in su i sostegno altre
truppe dello schieramento di seconda linea che viene
cosi ad essere quasi totalmente assorbita nei contrut
tacchi. Questo porta a un sempre maggior logorio
di forze cosicché la su|tcriorità numerica in campo si
riduce a ben poca cosa. I.a seconda linea francese
invece è ancora intatta ed il Catinai può nel momen
to critico della battaglia far pesare l'aiuto di queste
sue truppe fresche contro quelle alleate che ormai
dall'alba stanno strenuamente combattendo. Se ne
rende conto Vittorio Amedeo II e poiché a lui pre
me soprattutto di salvare il suo piccolo esercito per
l'ulteriore corso della campagna, decide lo sgancia
mento del combattimento che riesce ad effettuare
sotto l'azione di retroguardia svolta dal cugino Prin
ape Eugenio alla testa della sua guardia, dei gemi ir
mi piemontesi, e di picchetti di fanteria occultali
nei boschetti che per tutta la notte tenacemente con
titillarono a scaramucciare contro
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francesi.
Dopo
la vittoria il Catinat rinunciò ad inseguire l'armata
austro piemontese che si riunì a La Motta, e riprese
la marcia verso Saluzzo che occupò il 19 agosto seti
za difficoltà e donde proseguì p ii verso ('uneo.
Nella battaglia gli austro piemontesi perdettero
circa 4tNKI uomini, alcuni cannoni e solo duecento
prigionieri, ciò che sta a dimostrare la decisione della
lotta, mentre le perdite francesi si limitano ad un
migliaio di uomini.
L ’errore commesso dal Duca Sabauelo di non
mantenere un surticente collegamento fra lo schie
ramenti' e le cascine oltre il Rio (ìhiandone prima,
e poi l'ostinazione nel riconquistarle e difenile-rie
strenuamente assorbendo una buona parte delle trup-
jte di seconda schiera, costituì una delle cause della
sconfitta dalle truppe ducali e forse la maggiore.
Il
Catinat era un grande generale, e seppe dimo
strarlo anche in questa occasione, ma i suoi avversari
sia in questa infausta, ma non ingloriosa giornata,
come in quella del 1693 alla Marsaglia. seppero trarre
profitto elagli insegnamenti coronandoli sedici anni
elopo con la strepitosa vittoria di Torino.
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