

GLORIE DEL VECCHIO PIEMONTE
L’ASSEDIO DI VERRUA
di G I O R G I O R O V E R E
Se* per l'importanza degli armati in campo e dei
suoi risultati l'assedio di Verrua non è confrontabile
con quello chc circa un anno dopo venne sostenuto
dalla città di Torino, pur esso è meritevole di un par
ticolare ricordo per le fulgide prove di valore date
in quella occasione dai capi e gregari piemontesi,
onde essi furono ben degni di riportare il lauro della
vittoria sulle truppe francesi che da anni calpesta
vano il suolo della Patria, fiaccandone nella battaglia
del 7 settembre 1706 l’orgogliosa tracotanza.
Sorge Verrua sulla riva destra del Po. quasi di
fronte a Crescentino, e per la sua posizione a sbarra
mento delle provenienze da Casale e dall’Alto Mon
ferrato ebbe sempre notevole importanza militare nei
tempi antichi, e come tale rinforzata e fortificata: ora
|x*rò dell’antico castello non rimane, a ricordo di glo
riose imprese, che il maschio centrale.
Nel 1703 Vittorio Amedeo II, stanco delle prepo
tenze dei suoi alleati francesi, deciso a non lasciarsi
opprimere* da-nessuno, aveva stretto segrete alleanze
con gli imperiali nelle cui file militava il cugino, il
famoso Principe Eugenio, che si propose di inviargli
pronti soccorsi poiché la situazione delle truppe pie
montesi non era certamente lieta. Già nei primi mesi
del 1704 le fortezze di Susa e Vercelli erano cadute,
ed i generali francesi La Feuillade e Vèndome sco
razzavano lib e r am e n te nell’alto Piemonte. Anche
Ivrea nel settembre dello stesso anno aveva dovuto
aprire !e porte ai francesi, e colla capitolazione del
forte di Bard. dovuto al tradim
. un ufficiale
straniero al soldo piemontese, la valle d ’Aosta rimase1
aperta all’invasione francese e preclusa, per contro,
ai nostri ogni possibilità di ricevere aiuti dalla Sviz
zera e dalla Germania.
La rocca
ài
Vanna, restaurata <U Carlo Emanuela 0 (dal
Theatnm Sabaudht.
Amsterdam, 1862).