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Fra Biblioteche e raccolte storiche

Libri nuovi di argomento piemontese

a cura di ENZO BOTTASSO

Sul rio rd inam en to della sezione « Piemonte ».

presso la nostra Biblioteca Civica, i lettori di « Tori­

no » sono stati a suo tempo informati da un articolo

di Giovanni Rovero (giugno 1951). Speriamo ora non

dispiaccia che si riprenda l'argomento regionale per

incominciare ad informarli intorno ai libri nuovi, ve­

nuti a contendersi il poco spazio disponibile ancora

sugli scaffali della sede provvisoria, a Palazzo Cari-

gnano. Riserberemo invece ad una prossima occa­

sione il discorso intorno ad un fondo lib ra rio di

notevolissima importanza per lo stesso argomento,

raccolto dal teologo Antonio Bosio e condannato per

tre quarti di secolo a vagare senz’ordine da deposito

a deposito, proprio in queste settimane sistemato in

quegli stessi scaffali.

Fresco di stampa, ci invita a rileggere alcune fra

le cose più significative delle lettere piemontesi un

nutrito gruppo di nuove edizioni. Firenze ci restitui­

sce, («

Biblioteca Sansoniana critica

».

XVI)

in miglior

veste, la migliore monografia critica sul nostro massi­

mo poeta uscita in momenti assai meno febei (1937) e

quindi, in parte almeno, defraudata dell’attenzione

che avrebbe meritata

( M a r i o F u b in i:

Vittorio Alfieri;

il pensiero, la tragedia).

La terza parte di questa storia

della poesia alfieriana, che avrebbe dovuto abbracciare

la prosa, la

Vita,

allora annunziata, ci è ora negata

come tale dall’autore, cui pure dobbiamo un altro,

non remoto volume sull’argomento («

Ritratto deltAl­

fieri e altri studi alfieriani

», Firenze, la

nuova Ita­

lia. 1951). Nove

significativi

Racconti della scapiglia­

tura piemontese,

e cioè della seconda età febee della

nostra letteratura, dopo la settecentesca, ci sono pre­

sentati da

G

ia n f r a n c o

C

o n t i n i

(Milano, Bompiani,

1953: «

Il centonovelle

», n. 29) col gusto attento

e sottile per la scrittura composita e consumatamente

letteraria di un Faldella, di un Sacchetti, di un Cagna

— ed anche, un poco in disparte, di un

pastiche

del

Calandra — che solo da lui ci si poteva attendere.

Infine la ristampa, benissimo illustrata, delle

Opere

complete

di Guido Rey, sotto gii auspici della Sezione

di Torino del C.A.I., si apre col classico fra i nostri

libri di montagna, semplice e fragrante come la flora

alpina:

Il Monte Cervino,

con le originali illustrazioni

di Edoardo Rubino, la prefazione di

E

d m o n d o

de

A

m ic is

,

una nota geologica di

V

it t o r io

N

o v a r e se

(Torino. Viglongo, 1953).

A questo punto, ci sembra di udir brontolare sotto

sotto qualche lettore avvezzo a non trovare in bibbo-

teca quanto cerca, e a doversi accontentare di qual­

che vecchia opera non sufficientemente aggiornata:

questi bibliotecari intendono ammanirci davvero una

rassegna di novità hbrarie, o non stanno piuttosto

cercando, senza parere, di convincerci a rimanere

contenti dei bbri già ricchi di una loro anzianità —

sol nel passato è il bello — anche se ristampati di

fresco? Eh si, quando si è confinati in campiceli

troppo modesti come questo nostro di provincia, ver­

rebbe davvero da allargare le braccia e da ammonire

che è già assai

se

si possono ripreseti

tare

in

veste

un

poco più accetta

al

nostro gusto le opere apparse in

momenti più Mici per gh studi d’argomento locale

Per fortuna, interviene a darci la più solenne e pode* 9