Table of Contents Table of Contents
Previous Page  756 / 869 Next Page
Information
Show Menu
Previous Page 756 / 869 Next Page
Page Background

Visto che le stagioni continuano a mantenersi ri­

voluzionarie, vediamo se non ne abbia un pò di colpa

anche il calendario, a prescindere beninteso dalle cau­

se « atomiche » i cui effetti sarebbero appunto questi

perturbamenti atmosferici, secondo i pareri di alcuni

in contrapposto ad altri che asseriscono il contrario.

L’uomo, si sa, è incontentabile e cerca sempre il

meglio, e generalmente male si adatta a dover mutare

il suo giornaliero metodo di vita a causa dell *pioggia

o del cattivo tempo. Vorrebbe sempre il soV. il bene-

ficatore della vita, e non si dimostra scontento del

suo splendore e dei suoi raggi, se non quando la tem­

peratura raggiunga gradi di calura che j^li diano

molto fastidio.

E per questa sua incontentabilità, e per ragioni

anche più importanti come indicherò in seyuito. si è

posto il problema della riforma del calendario, uno

dei primi temi, se la memoria mia non ,‘rra, che sia

stato proposto alla Società della Nazioni di buona

memoria.

Acqua ne è passata sotto i ponti, le piogge ed il

cattivo tempo hanno continuato ad imperversare no­

nostante i buoni intendimenti dell’uomo, ma il calen­

dario è sempre quello che il Pontefice Gregorio XIII

introdusse nell’ottobre 1582 con la riform i che porta

il suo nome, adottato successivamente da tv.tti i po­

poli cattolici o protestanti, ortodossi, giapponesi,

ecc. ecc.

Mentre la riforma Gregoriana aveva uno scopo

quasi esclusivamente religioso, la riformj auspicata

in questi tempi appare necessaria e ispirerà soprat­

tutto da argomenti di ordine pratico e c ime conse­

guenza diretta della « Precessione degli equinozi »

che sposta il •• punto vernale », cioè l'equinozio di

primavera, per cui gli ingressi del sol: nei segni

zodiacali non corrispondono più a quelli del 1% .

Per rendere un tantino intelligibili questi d e ­

menti fondamentali deH’astronomia, spiegherò che

il sole si muove apparentemente tra le costellazioni,

e più precisamente in un intervallo di tempo deno­

minato « anno sidereo », descrive un cerchio, chia­

mato ■<Ellittica » o « Eclittica ». inclinato di 23

27’ sopra l’equatore celeste. La primavera astrono­

mica ha inizio nel momento stesso in cui il sole, che

si trova su questo cerchio (ellittica), taglia la linea

dell’equatore passando dall’emisfero australe all’emi­

sfero boreale. Questa intersezione si chiama ><punto

vernale » ed è quello che determina l’equinozio di

primavera.

A motivo della sopraddetta ><precessione degli

equinozi ». questo punto vernale viene spostato e

cade in segno zodiacale nor «nN rorris}indente a

tjuello dell'anno

1^82,

anno

in

v.ui

si

procedette alla

riforma Gregoriana, e pertanto questa « recessione

degli equinozi » porta ad uno sfasamento del

tempo medio.

Ogni popolo ha avuto il suo modo li calcolare

il tempi, servendosi del sole o della luna o di altri

mezzi, come ho descritto in altro mio articolo appar­

so sulla « Rivista » del mese di marzo i952, ed al

quale rimando il lettore amante delle curiosità.

I

greci si servivano della luna per stabilire i mesi

e del sole per stabilire l’anno. I Romani rhiamarono

« calendarium » il registro che serviva a s-gnare le

scadenze degli interessi delle somme date o prese in

prestito che si pagavano appunto alle <• calende »•;

e • Curator calendarii » era chiamato il magistrato

che prestava a suo rischio e pericolo il denaro comu­

nale risultante in avanzo nei bilanci delle città.

(Questo accadeva in quei beati tempi!).

Questo « calendarium • passò poi

2

significare

il computo completo dell’anno nel suo corso e nelle

sue divisioni.

Accenno, senza dilungarmi, al calendario dei

Greci che era diviso in 5 mesi di 29 giorni e 7 mesi

di trenta giorni, e si trattava di calendari veramente

poco tascabili, in quanto se ne è ritrovato uno in

marmo che portava l’indicazione delle principali

feste religiose. In quanto ai Romani, si dtcr che Ro­

molo costituisse l’anno di 304 giorni ripairriti in die­

ci mesi di cui quattro di 31 giorni e

6

di trenta gior­

ni, con principio però dal mese di marzo come

31