Table of Contents Table of Contents
Previous Page  758 / 869 Next Page
Information
Show Menu
Previous Page 758 / 869 Next Page
Page Background

D A L L A R O C C A

D I C A V O U R

d i M A R I A 01 C A V O U R

Masso erratico c leggendario è la Rocca di Ca­

vour che si eleva nella vasta pianura Padana con­

tornata da fertili campi, prati, vigneti, da una com­

patta catena di monti che si estendono dal Monviso

al Monte Rosa. 11 paese, per la quarta volta ricostruì

ro dopo guerre e saccheggi, serba un lontano ricordo

dell’epoca Romana. Fu da Tarquinio Prisco fondato,

passato coi secoli al potere dei Piossasco. ai Savoia,

ai D’Acaja; ne rimane a ricordo il palazzo; dirim

petto ad esso, accanto alla chiesa parrocchiale, con

pregevoli dipinti di Luigi Morgari. una piscina, che

fu di Asprilla, sorella di Cajo Caligola, conserva

un'iscrizione in parte corrosa dall'acqua che perenne

scaturisce dalla Rocca:

SAL1ENTIS AQUAE

AT SUBURBANI MONTIS RADICES

AB ASPRILLA FLAMINIA

IN PISUNUM OHM DERIVATAK

IN PUBLICUM USUM

AERE ULTRA COLL(X!ATO

A MCCCXXVIII

PRET REG BAR NOVELLIS

CURAT AP F.Q BIFFA PERRE

Altri ricordi di Cavour Romana sono conservati

in un modesto museo della casa parrocchiale : lucer

nette, lacrimatoi, anfore, medagliette, monete di Ne­

rone e degli Antonini, frammenti di sarcofaghi fu­

rono trovati arando i campi ove in un primo tempo

sorgeva il borgo presso l'Abbazia di S. Maria fon­

tina nel 1035 per volere ilei vescovo l^andolfo da

Torino.

Fu importante convento dei Benedettini che por

tarano benessere e progresso alla campagna facendo

derivare dai monti l’acqua che ora scorre per l’irri-

gazione in abbondanza.

L’Abbazia è in gran deperimento, mai si pensò

ai restauri, la cappella sotterranea conserva la volta

sorretta da colonne dell’epoca Longobarda, l’altare

del centro è del secolo d'Augusto.

Cavour fu terra di gloria e di sconfìtta. Nel 1592

Lesdiguieres mirava la fortezza posta sull.i cima della

Rocca che serviva da incomparabile vedetta e la

disputava con Carlo Emanuele I.

Più tardi nel 1690 Catina1 ’’

>e il forte e las­

sù si svolse la più sanguinosa battaglia dell’epoca;

gli abitanti atterriti dalle barbarie nemiche, dagli in­

cendi che distrussero il paese e i cascinali, si rifugia­

rono nella fortezza c morirono di fame piuttosto che

arrendersi.

Vennero in seguito le epidemie, ed i morti furono

seppelliti in una cisterna comune ove esisteva il glo­

rioso forte.

Rimangono di esso mura cadenti e una grande

croce in pietra eretta più tardi a ricordare i caduti.

Fra le tante leggende si narra che la croce divina

abbia fatto fuggire Satana che voleva conquistare le

anime dei credenti abitanti e quel passo viene chia­

mato

«

Del piede del diavolo ». Su di una superstite

parete fu un tempo murata una lapide ora scom­

parsa. Essa diceva :

QUESTA ROCCA SUBALPINA

BREVE PER GIRO PER SITO FORMIDABILE

FU PRESA DAI GALLI ASSENTE CARLO

FU PRESA DA CARLO PRESENTI I GALLI

E TANTO EBBE GLORIA LA RICONQUISTA

CHE TORNO’ UTILE AVERLA PERDUTA

MDXCV

Gramegna nel suo romanzo « Il tesoriere d d Du­

ca » descrìve la Rocca di Cavour e la vuole ricca di

sotterranei, labirinti, scale e corridoi che si prolun