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E ARTE CONCRETA

_________

Mi dà occasione di rispondere a tutti coloro che

mi hanno chiesto più ampie giustificazioni a conforto

della mia tesi contro l'astrattismo, come

tendehza

e come

atteggiamento,

non come linguaggio, ìa

Mostra

d'arte concreta

inaugurata in questi giorni

alla « Saletta Gissi » e nella quale figurano, con un

quadro a testa, i pittori Allasia, Fontana, Mazzon,

Monnet, Munari, Soldati, Di Salvatore, Regina, Pa-

risot, Scroppo, Biglione, Davico, Mera, Galvano,

Mesciulan, Radice, Dorfles, Veronesi, Panta, Nigro.

Bombelli. Bertini e Giannattasio. Si tratta della prima

manifestazione d’arte concreta organizzata a Torino

con un cosi folto numero d'artisti e vuole essere,

scrive l'amico Galvano nella presentazione inserita

nel catalogo, « un biglietto di visita che si presenta

al pubblico e alla critica come proposta per un collo­

quio che dovrà essere ripreso e die importerà, come

ogni colloquio, consensi e dissensi, ma soprattutto

reciproche chiarificazioni e migliore conoscenza ».

Guardando questi quadri mi sono più volte ripe­

tuto ciò che scrive Duhammel a proposito della ri­

cerca scientifica: « Comprenez bien; pour que la

recerche scientifique soit utile il faut d'abord quelle

soit désinteressée; il faut d'abord quelle soit parfai-

tement gratuite. Ce n’est pas une idée tres claire

pour le grand public ».

Difatti gli elaborati di questi artisti possono parere

per molti aspetti inutili, invece vogliono contribuire

all’arricchimento di quello stato pregiudiziale che

è utile all’artista contemporaneo per introdursi in un

mondo concettuale quanto mai ipotetico e funam­

bolesco. Non si tratta quindi di opere di facile let­

tura anche se ai profani — sempre disposti a farsi

sedurre dall’ingannevole artificio tecnico — sembra­

no frutto di un non eccessivo impegno. La reazione

di alcuni è stata immediata e definitiva. Mi è capi­

tato di cogliere a volo, tra i visitatori, sussurri di

questo genere.: — Perchè si continua a pestare su

simili scorie?; — Perchè questi pittori non si ren­

dono conto che il realizzato o, meglio,

t

oggetto

con­

cretizzato

che essi presentano al pubblico, allo stato

attuale della tecnica, della tecnica con la T maiu­

scola, rappresenta un giochetto?; — In virtù di quale

prodigio — ha aggiunto un altro — un punto usto su

un fondo bianco segnato, poniamo, da Munari o da

Monnet, è denso di significato, mentre diventa privo

di ogni valore se segnato da un tizio qnaluaqf ,

Soldati «•ancora ia lampo „ 194*, co ll. dott. G. B assi, AlcMaadria.

tratto a caso da una folla anonima? Non vorrei

mi si rispondesse, — continuava quel tale, — che il

puntino nero segnato da

concretista risponde a

un’istanza spirituale, perchè avvertirei una gran pe­

na per la povertà interiore di un simile artista.

IL SOSTANZ1AL1SMO

La tendenza generale alla non figurazione, l’auto­

nomia della pittura come linguaggio e come espres­

sione, sono fatti storici inoppugnabili. Ma si tratta

di premesse programmatiche o, meglio, di tutta una

serie di

intenzioni.

Servirsi dei mezzi della pittura per esprimere sen