Table of Contents Table of Contents
Previous Page  178 / 851 Next Page
Information
Show Menu
Previous Page 178 / 851 Next Page
Page Background

— i complessi più distanti da Torino, oltre Sassi

(« C, ») e verso Moncalieri

(« C7 »),

risultano meno

densi di residenze e di parchi e presentano una fisio-

nomia maggiormente agricola

— i complessi più vicini alla città (« C

3

»,

C

4

», « C

s

», « C

6

»)

presentano una zona esterna,

rivolta verso il Po e la città, caratterizzata dalla pre-

senza prevalente di grandi «vigne» e ville di elevato

decoro, e delle zone interne, rivolte verso le valli

che scendono al Po, caratterizzate dalla presenza di

vigne » di media estensione, di minore decoro e di

relativamente recente utilizzazione residenziale.

Contemporaneamente alle vicende di inserimen-

to descritte, nello stesso arco di due secoli, si riscon-

tra una vicenda pressoché continua di miglioramento

e di riqualificazione delle residenze esistenti, orien-

tata nelle due direzioni caratteristiche

- dell'aggiornamento all'evoluzione del gusto

e degli standards funzionali e tipologici

- della trasposizione, in tono minore o in scala

ridotta, di esempi e caratteri propri alle « vigne »

esistenti di classe più elevata (

7

).

I11.2.2.2. Il confronto tra le successive mappe della

collina consente di cogliere i seguenti ricorrenti fe-

nomeni di riqualificazione e modificazione delle re-

sidenze, rilevanti alla scala di aggregazione d'in-

sieme

(a, b, c, d, e)

a) realizzazione, anche nei casi più modesti,

di un giardino su uno o più ripiani artificiali (« arte-

fatti piani ») adiacenti la residenza, realizzati me-

diante scavi, terrapieni e muri di sostegno

b) dilatazione del giardino con protendimenti

lineari e scenografici nella campagna e nel bosco

adiacenti in forma di « allee » (viali), « topie » (per-

golati), « viali di alberi archeggiati », per il « passeg-

gio » in direzione di poli o mete costituiti da « padi-

glioni», «pinnacoli», «berceaux», terrazzi, «ron-

dò » di alberi

c) realizzazione di un ingresso carrozzabile di

rappresentanza, immittente direttamente sul ripiano

del giardino senza passare attraverso i rustici

d) soprattutto dopo la metà Ottocento, pian-

tamento, anche sul ripiano principale del giardino,

di piante monumentali di essenze esotiche e rare

(come cedri del Libano, cipressi, tuie, faggi colora-

ti, lecci)

e) prevalentemente nell'ultimo quarto dell'Ot-

tocento, realizzazione di parchi in aggiunta o in pro-

lungamento al giardino preesistente su ripiano; tali

parchi venivano generalmente ottenuti senza elimi-

nare ma sfruttando le ondulazioni del terreno; veni-

vano organizzati « all'inglese » componendo masse

alberate con spazi di prato, eventualmente costellati

da ciuffi di arbusti fioriti.

I1L2.2.3. Nella collocazione e nell'organizzazione

dell'insieme costituito dalla residenza, dal giardino

e dall'eventuale parco, si cercava generalmente di

conseguire o di contemperare i seguenti obiettivi:

— fare in modo che gli ambienti di soggiorno e

di ricevimento (all'interno dell'edificio e all'aperto

sul giardino) fossero defilati allo sguardo di chi per-

corresse la strada

— fare in modo che gli ambienti principali pre-

detti, di ricevimento e di soggiorno, risultassero

dominanti su un proprio spazio di conca o di poggio,

non disturbati dalla presenza di altre «vigne», che

potevano risultare anche molto vicine.

Come conseguenza, percorrendo le strade pub-

bliche, diventa spesso impossibile vedere le parti

principali di talune costruzioni; numerosi edifici, tra

i più importanti, sono completamente nascosti allo

sguardo di chi vi passi vicino; la maggior parte delle

vigne» sono coglibili dalla strada solo di scorcio o

di fianco.

Percorrendo le strade collinari, la presenza delle

vigne » è segnata non tanto dagli edifici, quanto

dalle murature delle colossali sostruzioni dei giardi-

ni e dalle masse monumentali degli alberi che vi

sono piantati.

III.2.2.4. Conviene infine sottolineare come l'or-

ganizzazione del giardino fosse di solito legata fun-

zionalmente all'organizzazione dell'edificio destina-

to alla residenza. Per una stessa «vigna», tali legami

hanno costituito spesso carattere storico permanen-

te, anche se reinterpretati in modo diverso nelle suc-

cessive trasformazioni che hanno interessato giardi-

no ed edificio.

Lo spiazzo del giardino, antistante la casa ed i

locali principali di ricevimento e di soggiorno che vi

si affacciano, hanno generalmente costituito, ad un

tempo, nodo funzionale e polo strutturativo della

vigna».

In tali spazi principali, all'esterno nel giardino e

all'interno dell'edificio, convergeva la vita di vil-

leggiatura di ogni giorno e si addensava la vita di

relazione nel corso delle visite e dei ricevimenti.

I legami funzionali e compositivi tra tali spazi

esterni ed interni ed il loro ruolo polare nel comples-

so della «vigna» sono evidenti negli esempi più

rappresentativi di ville collinari, dal Seicento all'Ot-

tocento (dalla Villa della Regina, con il salone pas-

sante affacciato sull'emiciclo del giardino, alla neo-

classica Villa « Moncafi »

,

con il portico affacciato

sullo spiazzo antistante di terrazzo, compreso tra gli

avancorpi coronati da timpani).

Si tratta, per altro, di caratteri comuni e diffusi

tra le ville italiane ed europee coeve.

Nelle « vigne » torinesi più modeste, realizzate

con minore impegno e minori mezzi adattando pree-

sistenti edifici, il ruolo polare ed i legami distributivi

e compositivi predetti possono essere meno evidenti

anche se non meno importanti. Può non esistere un

salone principale ed i legami tra gli spazi predetti

possono ridursi

all'enfilade

delle porte tra i locali

interni più rappresentativi (di ingresso, di ricevimen-

to, di soggiorno e di scala) e ai collegamenti diretti,

semplici o in circuito, tra tali spazi interni e lo spiaz-

zo principale adiacente del giardino.

1II.2.2.5. I principi e i modi compositivi predetti

(punti III .3.3.3. - IlI.2.2.4.) ricorsero negli inter-

174