Table of Contents Table of Contents
Previous Page  179 / 851 Next Page
Information
Show Menu
Previous Page 179 / 851 Next Page
Page Background

venti successivi nell'arco di tre secoli, reinterpretati,

via via, con soluzioni e caratteri diversi nelle diverse

stagioni architettoniche che si sono succedute.

La costanza nei princìpi e nei modi di composi-

zione e di inserimento contribuirono a determinare i

caratteri di continuità e di omogeneità che si colgono

tuttora nel disegno aggregativo di insieme. In tali

condizioni la varietà delle soluzioni tipologiche e dei

caratteri stilistici dei successivi interventi risultò in

un arricchimento del disegno di insieme stesso.

L'effetto disturbante dovuto alla presenza di

molti edifici recentemente inseriti è provocato non

tanto dai caratteri architettonici differenti quanto dai

modi di inserimento che sono spesso l'opposto dei

modi tradizionali: tali nuovi edifici sono collocati in

modo da risultare visibili quasi da ogni lato, impo-

nendosi nel paesaggio e dominando nell'ambiente;

sembrano disposti intenzionalmente in modo da atti-

rare l'attenzione e da distinguersi dagli altri edifici

vicini.

I1L2.3. Vicende di inserimento pedecollinare di

casette, villini e ville con orti e giardini, da fine

Ottocento alla seconda Guerra Mondiale.

Da fine Ottocento alla seconda guerra mondiale,

in un periodo che comprende anni di notevole

espansione demografica ed economica della città, si

assiste ad un fenomeno relativamente nuovo per i

complessi in questione: l'inserimento di edifici per

abitazione o residenza a sé stanti (casette, villini,

ville), non associati, come le « vigne » torinesi tradi-

zionali, ad un rustico o al podere di una azienda

agricola collinare.

Ciascun edificio venne collocato entro un'area

verde privata, generalmente cintata, tenuta, a se-

conda dei casi, a giardino o a orto-giardino.

Un certo numero di tali edifici sorsero sparsi ed

isolati tra le « vigne » preesistenti. La maggior parte

però vennero a costituire insiemi relativamente ad-

densati, localizzati prevalentemente ai margini delle

aree agricole, dove erano stati messi a disposizione

terreni frazionati in piccoli lotti di adeguata dimen-

sione.

In anni in cui le «vigne» torinesi costituivano

ancora aziende agricole produttive, tali fraziona-

menti e i conseguenti insiemi di ville, villini e caset-

te trovarono caratteristica localizzazione nei terreni

freschi di fondovalle, a campi e prati, poco adatti

all'impianto della vite e viceversa agevolmente e

rapidamente accessibili dalla città (i fondi valle del

Cartman, di Mongreno, di Reaglie, di Val Piana, di

Val San Ma

rt

ino, di Valsalice, di Val San Vito, di

Val Pattonera).

Altra caratteristica localizzazione per tali insiemi

fu la fascia alta pedecollinare ai margini dei com-

plessi in questione.

Gli insiemi di ville, villini e casette di maggiore

dimensione o di più spiccata individualità architet-

tonica e ambientale sono stati trattati come « piccoli

nuclei» e illustrati con schede. Gli insiemi meno

addensati o meno caratterizzati sul piano architetto-

nico e ambientale sono stati mantenuti aggregati ai

complessi in questione.

Facendo riferimento agli standards abitativi e al

gusto coevi, si possono distinguere le due categorie

architettoniche delle così dette, a quei tempi, casette

o villini e delle così dette ville. Le due categorie

corrispondono ad atteggiamenti culturali e ad inten-

zioni ricorrenti, tuttora riconoscibili e sufficiente-

mente distinguibili.

II1.2.3.1.

Casette e viltini.

Sono piccoli edifici,

generalmente unifamigliari, improntati a caratteri di

relativo decoro, circondati da giardino con orto-frut-

teto. Rispondono alle esigenze di residenza (di solito

permanente, raramente solo estiva) di una famiglia

medio o piccolo borghese cittadina; presentano ca-

ratteri distributivi e tipologici molto semplici e ricor-

renti

- a corpo allungato, organizzato su manica

semplice, con o senza corridoio; oppure

- a corpo circa quadrato, organizzato su mani-

ca doppia con quattro affacci.

I volumi edilizi sono generalmente sviluppati su

più piani, sfruttando i dislivelli del terreno, con loca-

li di soggiorno affacciati sul ripiano principale del

giardino.

Nel collocamento dell'edificio, nel suo collega-

mento con la strada e nell'organizzazione a ripiani

del giardino, associato a frutteto e orto, vengono

generalmente ripresi, in tono minore e in scala ridot-

ta, criteri e caratteri tradizionali propri delle « vi-

gne» collinari torinesi (punto 111.1 .3.)

- l'edificio è collocato e il giardino è struttura-

to in modo da defilare, agli occhi indiscreti di chi

percorre la strada, le zone di soggiorno nella casa e

nel giardino

- l'ingresso principale sulla strada è sottolinea-

to da un elemento architettonico di una certa rile-

vanza, come un cancello fiancheggiato da «piloni

»

in muratura, o come una « portina » coperta da un

piccolo terrazzo sporgente

- il percorso di ingresso è spesso coperto da un

pergolato; in ogni caso un pergolato con un « ber-

ceau» (o «pinnacolo ») non possono mancare nel

giardino, coperti con viti, con glicine o con le carat-

teristiche roselline gialle senza spine

- dal muro di cinta o dalla balaustra del terraz-

zo verso strada emergono le masse arboree decorati-

ve piantate nella parte principale e di relativa rappre-

sentanza del giardino; ricorrono ancora le specie

sempre-verdi care al gusto neoclassico e al gusto

locale ottocentesco in generale, come lauri, lecci,

magnolie, nespoli, sofore, cameropi e talvolta anche

qualche cedro, poi divenuto colossale e sproporzio-

nato.

III.2.3.2.

Vitte tra Ottocento e Novecento.

Sono

edifici, generalmente unifamigliari, più grandi e

complessi dei villini predetti, circondati da un giar-

dino, ben distinto e separato da un eventuale orto.

/75