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III.2. CARATTERI PAESISTICI

11I.2.2. Caratteri dei sistemi di « vigne » .

III.2.1. Legami con gli spazi di valle.

L'immagine di ciascuno dei complessi in que-

stione vive entro la cornice dello spazio di valle a cui

il complesso appartiene.

Collocandosi in uno di tali complessi, lo spazio

vallivo si presenta definito e caratterizzato, in rap-

porto al complesso stesso, da elementi e da strutture

ricorrenti.

- Guardando di fronte, lo spazio vallivo risulta

definito dalla quinta prevalentemente boscosa del

versante « inverso » della valle; relativamente poca

rilevanza assumono gli elementi contenuti in tale

versante, generalmente colto in controluce; gran-

de rilevanza assume invece la linea di crinale,

dalla quale emergono le sagome di edifici impor-

tanti, talvolta collocati intenzionalmente in tale

posizione, a costituire poli di riferimento visivo;

quando ci si pone nelle zone più elevate dei com-

plessi

ill

questione, emergono dal versante oppo-

sto le linee di crinale di più dorsali successive e

le sagome degli edifici rilevanti ivi collocati costi-

tuiscono una successione di poli di riferimento

scandenti

il

disegno dell'intero sistema a ventaglio

della collina torinese; da sud verso nord, costitui-

scono poli principali di riferimento, su altrettanti

crinali: il castello di Moncalieri; il castello e la chie-

sa di Cavoretto; la chiesa di S. Vito; la chiesa di S.

Margherita; la chiesa di S. Grato di Mongreno; la

basilica di Superga.

Il raccordo tra il versante « inverso » della valle,

prevalentemente boscoso, ed il versante solivo in

questione, prevalentemente coltivato a vigne, avve-

niva attraverso una fascia di campi e prati che si

estendevano nelle zone pianeggianti relativamente

fresche di fondo valle; alcuni lembi di tali fasce di

raccordo a campi e prati sono tuttora riconoscibili

nelle diverse valli.

- Guardando verso il Po, lo spazio vallivo

sbocca in pianura quintato dalle ultime propaggini

delle dorsali delimitanti la valle, costellate dalle

emergenze degli edifici monumentali e delle masse

verdi di parco, che si susseguono a corona sulle

prime alture lungo il fiume; oltre lo sbocco della

valle in pianura, la distesa di città a perdita d'occhio

sembra oggi estendersi sin quasi alla cornice delle

Alpi.

- Guardando verso monte, lo spazio vallivo è

delimitato dalla quinta boscosa costituita dall'affac-

cio sulla valle della vasta copertura di boschi che si

estendono lungo la sommità della catena collinare

torinese; il raccordo tra le aree in questione e la

quinta boscosa sommitale avviene spesso attraverso

le distese verdi a campi e prati dei pianori subsom-

mitali (il piano del Vialardi per la Valle dei Ronchi,

il pian del Lot per la Val Pattonera,

il

pian del Mai-

nero per la Val Salice,

il

piano della Bertera per la

Val S. Martino, la conca dei tetti Givanin di Superga

per la Valle Serralunga).

La collocazione e la conformità di ciascuna

«vigna» sono state studiate in modo da conseguire,

per quanto possibile, i seguenti obiettivi ricorrenti,

in rapporto al complesso ambientale del versante

— risultare da vicino, percorrendo la strada,

defilata allo sguardo negli spazi di ricevimento e di

soggiorno (all'interno e all'aperto nel giardino su

« artefatto » piano)

— risultare, dagli spazi principali predetti, di

ricevimento e di soggiorno, dominante su un proprio

spazio di conca o di poggio, non disturbata dalla

presenza delle altre «vigne» che possono risultare

anche molto vicine, soprattutto nella zona bassa,

prossima alla città

- risultare, da lontano, ben visibile nella se-

quenza modulata di « vigne » costellanti il versante.

La presenza di ciascuna « vigna » del versante è

generalmente segnata da lontano

- dal volume, spesso compatto e dominante,

dell'edificio « civile » , tinteggiato in toni contrastanti

con toni della campagna o del bosco circostante

- dai

volumi

squadrati delle costruzioni del

giardino, coronate da balaustre, « topie » , « pinnaco-

li » , statue, vasi

— dalle masse degli alberi d'alto fusto di fogge

e colori esotici, piantati nel giardino soprattutto

dopo la metà dell'Ottocento (cedri, lecci, faggi colo-

rati).

La strada carrozzabile, che dava accesso alle

« vigne » per i ricevimenti e le visite, costituisce ite-

nerario privilegiato e intenzionale per cogliere il di-

segno aggregativo di insieme. Percorrendo tale stra-

da, la sequenza delle « vigne » è scandita

- dalla successione dei « piloni» o degli archi

di ingresso « carrozzabile

- dalla successione degli imbocchi e delle pro-

spettive dei viali di accesso

- dalla successione delle cappelle private, in

parte ricostruite, come si è già detto, su strada nel

Settecento privilegiando

l'accessibilità

diretta in

occasione delle funzioni religiose.

III.2.3. Legami del giardino con

la

villa o con il

«civile ».

L'organizzazione del giardino è di solito legata

funzionalmente e compositivamente all'organizza-

zione dell'edificio destinato alla residenza. Per una

stessa « vigna» , tali legami hanno costituito spesso

carattere storico permanente, anche se reinterpretati

in modo diverso nelle successive trasformazioni che

hanno interessato giardino ed edificio.

Lo spiazzo del giardino antistante la casa ed i

locali principali di ricevimento e di soggiorno che vi

si affacciano, hanno generalmente costituito, ad un

tempo, nodo funzionale e polo strutturativo della

« vigna».

In tale spazi principali, all'esterno nel giardino e

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