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— i complessi «

C2 » , «

C

3

» , « C4 » , « C

s

» , Co-

stituiti

da piccole conche o da dorsali secondarie

relativamente soleggiate, sviluppati sui versanti set-

tentrionali delle grandi dorsali collinari, erano sfrut-

tati prevalentemente a campo, a prato e a prato con

alberi da frutto sui fondi freschi e pianeggianti delle

conche; erano sfruttati a vigneto e a « vigne campi-

ve » (o « alieni ») nei pendii di conca o di dorsale

relativamente bene esposti, verso Sud-Est e verso

Sud-Ovest.

Le vicende descritte di «roncatura», terrazza-

mento e messa a cultura di terreni già a bosco o a

pascolo avvennero, nei complessi in questione, sotto

due forme spesso concomitanti

— per opera diretta di contadini piccolo-pro-

prietari, dando luogo a caratteristiche lottizzazioni

minute e frazionate, generalmente associate allo svi-

luppo di « tetti », piccoli aggregati rurali (punto

111.2.)

- per iniziative e con capitali di cittadini, dan-

do luogo ad aziende agricole di relativamente grandi

dimensioni, di solito associate a « civili » per villeg-

giatura (punto III.3.).

III.2.

Vicende di svituppo di « tetti »; caratteri con-

seguenti.

Le vicende di « roncatura» e di colonizzazione

condotte da contadini piccolo-proprietari risultano

spesso associate, come si è detto, allo sviluppo dei

tetti » collinari, caratteristici piccoli aggregati rura-

li. Gli abitanti dei «tetti», secondo le notizie dei

catasti e dei censimenti, oltre a coltivare i propri

piccoli poderi da cui traevano gran parte dei mezzi

di sopravvivenza alimentare, svolgevano attività

abituali di salariati e di manovali « lavoranti a gior-

nata», nei poderi, nelle cave, nell'edilizia, nelle

opere pubbliche.

I « tetti » erano costituiti da edifici a manica sem-

plice, per abitazione contadina e per usi agricoli (tet-

toia, stalla, fienile), aggregati a schiera, lineare o

spezzata, su uno spazio di cortile comune, aperto o

chiuso a seconda dei casi.

Le mappe successive disponibili per la collina

consentono di cogliere una rilevante fase di sviluppo

sette e ottocentesca dei « tetti » collinari: tale svilup-

po avvenne, sia per successiva aggregazione di nuo-

ve unità edilizie relativamente modulari sia per tra-

sformazione di unità esistenti ad uso agricolo in uni-

tà per abitazione, generalmente costituite da cucina

e dispensa a piano terreno e da camere da letto al

piano superiore.

Le vicende di sviluppo illustrate si sovrappose-

ro, in taluni casi, a vicende circoscritte di riqualifi-

cazione di una o più unità edilizie, trasformate da

unità rurali (di abitazione contadina e di uso agrico-

lo) in unità « civili », dotate degli standards residen-

ziali e dei caratteri decorativi propri delle piccole

« vigne » coeve della zona (punto 111.3.).

In anni recenti, gran parte degli edifici dei «tet-

ti » sono stati riattati, o come si dice « messi in civi-

le », con interventi per buona parte incontrollati.

Tali interventi hanno notevolmente alterato gli stessi

caratteri esterni degli edifici, con vistosi e inadatti

rivestimenti di facciata, sostituzioni dei balconi,

nuove recinzioni nei cortili comuni.

III.3.

Vicende e caratteri

di

inserimento residen-

ziale.

L'inserimento di residenze per villeggiatura nei

complessi in questione è vicenda relativamente re-

cente. Nel Seicento e nel Settecento, la relativa lon-

tananza, il dislivello da superare e la disponibilità di

siti più vicini e meglio raggiungibili rendevano tali

aree relativamente poco idonee ed appetite per vil-

leggiatura.

Nelle Guida del Grossi di fine Settecento e nel

PLAN GEOMETRIQUE I de la Commune de / TU

RIN

[...], 1805, tali aree presentano, come è già

stato detto, numerosi «edifici rustici» senza civile

annesso e un numero relativamente limitato di « vi-

gne » per villeggiatura prevalentemente qualificate

come « di poca considerazione » o come dotate di

«civile» direttamente «annesso a semplici edifici

rustici» .

Nel corso dell'Ottocento e all'inizio di questo

secolo, si ebbe una progressiva valorizzazione

residenziale delle aree e degli edifici in questione,

connessa all'incremento del numero di famiglie

torinesi che potevano aspirare ad una villeggiatura in

«vigna» e alla migliorata qualità delle strade colli-

nari, rese percorribili anche da «carrozze a due ca-

valli» (

2

).

111.3. 1. L'inserimento di nuove residenze per vil-

leggiatura avvenne nei seguenti modi ricorrenti, ri-

levabili confrontando nel dettaglio le successive

mappe storiche della collina disponibili

— con costruzione ex novo di una villa o palaz-

zina

— con costruzione di un «civile» in adiacenza

ad un rustico preesistente

— con riduzione a «civile» di una parte di un

rustico preesistente.

Contemporaneamente alle vicende di inserimen-

to descritte, si riscontra una fase progressiva di mi-

glioramento e di riqualificazione delle residenze esi-

stenti, orientata nelle due direzioni caratteristiche

- dell'aggiornamento all'evoluzione del gusto

e degli standards funzionali e tipologici

- della trasposizione, in tono «minore» o in

scala ridotta, di elementi e caratteri propri delle vi-

gne esistenti di «classe» più elevata.

II1.3.2. Il confronto tra le successive mappe della

collina consente di cogliere i seguenti ricorrenti fe-

nomeni di riqualificazione e di modificazione delle

residenze, rilevanti alla scala di aggregazione di in-

sieme (a, b, c, d)

a)

realizzazione, anche nei casi più modesti,

di un giardino su uno o più ripiani artificiali (« arte-

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