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III. 1.1.

Caratteri urbanistici

Le case rurali documentate dal

Catasto SERE-

NA, Cavoretto

costituivano aggregazioni a schiere

lineari o spezzate affacciate su spazi di cortile co-

mune, aperti o chiusi. Tale struttura di impianto si

è

conservata sino ad oggi per estesi lembi di tessuto

urbano, nonostante le trasformazioni che hanno inte-

ressato pressoché ogni cellula di tale tessuto.

Caratteristiche aggregazioni a corte su cortili

chiusi sono ancora riscontrabili nell'impianto degli

isolati sui lati lunghi settentrionali e meridionali del-

la Piazza Freguglia; una caratteristica aggregazione

lineare, su cortile aperto verso strada, si riscontra

tuttora sul lato settentrionale della Via di S. Rocco,

in prossimità dell'incrocio con la Via Nuova.

111.1 .2. Caratteri edilizi

I caratteri aggregativi descritti e gli originali ca-

ratteri edilizi di tali antichi edifici erano simili ai

caratteri tuttora riscontrabili nei « tetti ». Si tratta di

edifici a manica semplice, generalmente a due o tre

piani, costituiti da unità costruttive relativamente

modulari, con scala esterna, ballatoi di distribuzione

e aperture principali collocate sulla fronte meglio

esposta al sole, con copertura in legno e coppi, dota-

ta di ampio spiovente («pantalera») a protezione dei

ballatoi.

Qualche edificio di Cavoretto ancora oggi do-

cumenta in parte tali antichi caratteri e strutture (cfr.

Via S. Rocco 6 e 9, verso cortile).

1II.2.

Fase di riptasmazione e di addensamento,

tegata a inserimento di residenze con giardino e

orto, per vilteggiatura, tra Sei-Settecento

e

inizi

Novecento

Il fenomeno può essere puntualmente seguito

nella sua fase più recente, da inizio Ottocento in poi,

attraverso la successione dei catasti. Nel

Catasto

SERENA, Cavoretto

i proprietari delle case civili per

villeggiatura, realizzate nel Seicento e nel Settecen-

to, risultano in massima parte « abitanti a

Torino»,

di ceto borghese (un ex monaco, ufficiali, banchieri,

medici, avvocati, negozianti, sarti). Di analoga

estrazione sociale borghese risultano, nei catasti

successivi otto

e

novecenteschi, i proprietari delle

case per residenza «civile» con giardino, di nuova

realizzazione e preesistenti. Nel corso di quasi tre

secoli, il tessuto urbanistico del vecchio borgo, a

larghe maglie e a carattere rurale, ha fornito alla

crescente borghesia torinese buone e convenienti

opportunità per realizzare residenze « di campa-

gna», grazie alla disponibilità di lotti bene esposti,

di dimensione modesta ma sufficiente alla realizza-

zione di una casa e di un piccolo giardino con orto,

grazie ancora alla possibilità di riutilizzare preesi-

stenti strutture edilizie rurali, adattabili in modo re-

lativamente agevole e flessibile ed alla qualità del-

l'ambiente e della vita di villeggiatura offerta dal

borgo, che è venuto caratterizzandosi sempre più

come località di residenza estiva e, in tempi più

recenti, anche di residenza permanente suburbana.

III.2.1.

Caratteri urbanistici

L'inserimento di nuove residenze civili si mani-

festò nel tempo come fenomeno puntuale e disconti-

nuo: sino all'inizio di questo secolo le case per resi-

denza civile risultano dai catasti inframmezzate da

case rurali con rustici.

Ciò nonostante, in alcune zone del borgo le resi-

denze civili si infittirono via via e finirono per preva-

lere. Si tratta delle zone meglio esposte e in decli-

vio, particolarmente adatte alla realizzazione di

giardini e orti terrazzati: le pendici collinari sotto il

Castello, su Via S. Rocco oltre la chiesetta; le pen-

dici dell'ultima propaggine della dorsale della Creu-

sa, a monte della Strada Comunale dei Ronchi.

Nella tessitura del borgo si evidenziano, per sca-

la e per conformazione, alcune cellule urbanistiche

costituite da edifici residenziali con giardino e da

ampie dipendenze rustiche. Tali cellule vanno di-

stinte dalle residenze civili con giardino e orto pre-

dette; si tratta di vere e proprie « vigne » collinari (

8

)

inserite nel borgo, legate a proprietà terriere relati-

vamente estese e di antica origine: la casa del mar-

chese Ferrero D'Ormea (

9

), all'inizio della Via alla

Parrocchia; la casa del conte Millo (

1

o), banchiere,

all'inizio di Via S. Lucia, sul lato della chiesa; la

casa parrocchiale (il), di fronte alla chiesa, note-

volmente trasformata in anni recenti.

III.2.2. Caratteri edilizi

Le case predette, per «residenza civile» con

giardino, presentano caratteri architettonici ricorren-

ti, nonostante siano state realizzate in anni lontani e

influenzate da gusti architettonici e decorativi diver-

si. Gli edifici presentano caratteri distributivo tipo-

logici molto semplici: manica semplice con o senza

corridoio, sviluppo su più piani sfruttando i dislivelli

del terreno, locali di soggiorno e di «ricevimento»

affacciati sul ripiano principale del giardino.

Nell'organizzazione del giardino a terrazze, nel-

la collocazione della casa e nel collegamento della

casa con la strada vengono adottati criteri ricorrenti

che riprendono, in tono minore e in scala ridotta,

criteri diffusamente seguiti nell'organizzazione delle

« vigne » e delle ville collinari di maggior decoro

(cfr. relazioni sulle aree collinari V e C).

I caratteri sono i seguenti: l'edificio è collocato e

il giardino è strutturato in modo da defilare agli oc-

chi indiscreti di chi percorre la via pubblica le zone

di soggiorno nella casa e nel giardino; le strutture di

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