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della piazza, diretto a costituire ad un tempo itinera-

rio panoramico e strada atta a consentire un agevole

accesso ai mezzi pubblici di trasporto sino alla piaz-

za (

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); alla demolizione di alcuni antichi edifici che

insistevano su parte dell'area dell'attuale Piazza

Freguglia e all'ampliamento della piazza stessa di

fronte al nuovo edificio dei Bagni Pubblici.

III.4.2.

Caratteri edilizi

L'ampliamento della piazza sul lato lungo meri-

dionale, previsto negli aggiornamenti di piano rego-

latore del 1924, non venne realizzato. In compenso

gli edifici che esistevano su tale lato all'inizio della

Strada Comunale dei Ronchi vennero in gran parte

riattati o riplasmati da metà Ottocento in poi, per

meglio sfruttarli con negozi e altri servizi.

Tali iniziative erano legate alla accresciuta im-

portanza della piazza: come centro di servizi per il

territorio circostante ormai semiurbanizzato; come

capolinea di servizi di trasporto pubblico, punto di

partenza per escursioni collinari; come polo di servi-

zi ricreativi e di ristoro.

IV. CONNESSIONI

L'ambito ha collegamenti storici

— con i complessi di espansione otto-novecente-

schi predetti

- con l'antico territorio agricolo del Comune di

Cavoretto (all'incirca coincidente in mappa con le

aree T e C7), del quale l'ambito in questione ha

costituito e costituisce centro di servizi e polo di vita

di relazione civile, sociale e religiosa.

Area di rilevante interesse ambientale e paesisti-

co Monte dei Cappuccini

Il Monte dei Cappuccini, comprese le strade a

valle (Via Giardino, Via Gioanetti, Corso Moncalie-

ri) e le vie di adduzione (Bezzecca, Sforzesca),

è

spazio di grande interesse ambientale e paesistico

per la forte rilevanza morfologica nel panorama ur-

bano, per la presenza dell'antica chiesa e convento

dei frati Cappuccini, per le aree verdi su tutte le

pendici del monte, per le opere di sistemazione del

terreno (scalinate, muri, terrazzamenti) e per la vi-

suale panoramica sulla città, che costituiscono un

insieme di valori da preservare nella sua totalità.

Area di

rilevante interesse ambientale

e

paesisti-

co

Piazza Gran Madre di

Dio

e Via

Monferrato

Piazza Gran Madre di Dio e Via Monferrato,

costituiscono spazio

di

interesse socio-ambientale,

oltre che storico-artistico ed ambientale; definito da

cortine edilizie qualificate ed omogenee (di impianto

preordinato sulla piazza e riferibili all'antica orga-

nizzazione di borgo sulla via), qualificato dalla pre-

senza della chiesa, in attestamento strutturale e vi-

suale dell'asse di Via Po, da una fitta e viva rete di

esercizi commerciali e dalle visuali sul paesaggio

urbano, su quello fluviale e su quello collinare.

Area di interesse archeologico <, Bric della Mad-

dalena » (A22 / 1)

Si definisce come area di interesse archeologico

l'area dell'attuale Parco della Maddalena, zona

compresa tra il limite del Comune di Torino a Sud,

la Strada di Revigliasco a Ovest, il Viale Piave a

Nord, ed a Est la Regione del Mainero, anch'essa

luogo di ritrovamenti di età romana.

L'urbanizzazione del territorio dei Taurini, inte-

sa come passaggio da una fase preurbana o protour-

bana di tipo protostorico ad una fase urbana organiz-

zata, con una definizione territoriale precisa, coinci-

se con la fondazione della colonia in età romana

(I

sec. a.C.).

Le tracce di una stazione neolitica sul «bric»

della Maddalena, uniche di una certa consistenza

nell'attuale territorio comunale di Torino, rinvenute

durante i lavori di sistemazione del Parco della Ri-

membranza e segnalati da P. Barocelli (in

NSc,

1925, pp. 343-345 Atti SPABA X, 1925, pp.

41-48), testimoniano l'esistenza di stanziamenti sta-

bili in epoca anteriore alla fondazione della colonia.

La presenza nello stesso luogo di una necropoli

di età imperiale (gruppo di sei tombe di cremati,

intatte, ritrovate lungo il margine occidentale dello

sperone che si distacca dal Bric della Maddalena in

direzione Sud), suggerisce l'ipotesi di una continuità

di insediamento, legato all'organizzazione agricola

e fondiaria del territorio. Tale ipotesi risulta in qual-

che modo confermata dai ritrovamenti occasionali e

sporadici sulla destra del Po, in territorio collinare:

manufatti che datano dall'età preistorica (Sassi,

Superga, Baldissero, Pino) ad età barbarica (Sassi,

S. Vito, Fioccardo).

(1) Il Comune di Cavoretto è stato aggregato al Comune di

Torino con R. Decreto del 28.7.1889. Sino a quella data Cavo-

retto costituì comune dotato di relativa autonomia e di un pro-

prio ordinamento: il catasto più antico conservato dall'Archivio

Storico della Città di Torino è del 1547; l'ordinato più antico ivi

reperibile è del 1633.

(2) II « bric > del castello può dirsi, da sempre, luogo di

naturale importanza strategica; il castello, probabilmente anti-

chissimo, è designato come tale da un documento del 1257. Il

feudo di Cavoretto, fu venduto dai Balbo, negli anni 1729-32, a

Carlo Francesco Ferrero di Mondovì e di Ormea, ministro di

Vittorio Amedeo II. La costruzione della villa sul luogo del

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