Table of Contents Table of Contents
Previous Page  758 / 851 Next Page
Information
Show Menu
Previous Page 758 / 851 Next Page
Page Background

— in rapporto ad una certa cultura architettonica e

tecnologica e ad un certo gusto.

Tuttavia, se da una parte ciascuna cellula si pre-

senta, in conseguenza, globalmente caratterizzata in

modo singolare, dall'altra parte le diverse cellule

realizzate o riplasmate in una stessa stagione cultura-

le presentano numerosi caratteri strutturali ricorrenti

o, per così dire, tipici e tipizzanti.

Tali caratteri derivano da modi e schemi struttu-

rativi frequentemente adottati in sedi di progetto, per

risolvere ricorrenti problemi particolari (o « sotto-

problemi », come si suol dire), rientranti, per esem-

pio, in una o più delle categorie predette, di produt-

tività agricola, di funzionalità edilizia, di validità e

significatività estetica.

La ragione della frequente adozione di tali

schemi e modi strutturativi risulta generalmente le-

gata ad una loro duplice qualità:

- di essere atti a risolvere efficacemente un pro-

blema particolare;

— di essere atti ad essere integrati e composti nella

strutturazione globale della cellula agricola e/o

insediativa e dei suoi complessi legami istituiti

con il tessuto e l'ambiente.

Per chiarezza e facilità espositiva è possibile il-

lustrare separatamente (come si farà nei paragrafi

seguenti) i principi, i modi e gli schemi strutturativi

ricorrentemente adottati in ciascuna epoca, in rela-

zione a particolari sottoproblemi, purché si abbia

cura di sottolinearne ogni volta le attitudini ad inte-

grarsi in strutturazioni più complesse, atte ad assol-

vere alle altre problematiche normalmente connesse

ed inscindibili (

2

).

Nei paragrafi seguenti e in altri saggi, verranno

separatamente illustrati quei principi, modi e schemi

strutturativi la cui ricorrente e diffusa adozione

maggiormente contribuì alla caratterizzazione d'in-

sieme del sistema collinare e delle sue parti (sottosi-

stemi, complessi, tessuti).

Il presente saggio esaminerà, in particolare, i

principi, i modi e gli schemi strutturativi legati ai

problemi:

- di sfruttamento agricolo forestale (punto 3.2.);

— di integrazione e di legamento delle cellule nei

tessuti e nei complessi ambientali caratteristici

(punto 3.3.).

Altri saggi esaminano ed illustrano le struttura-

zion i:

— del sistema viario (cfr. il saggio di V. DEFABIA-

NI);

— del sistema delle «maisons de plaisance» delle

corti dei principi (cfr. il saggio di C. ROGGERo);

— del sistema delle residenze private (cfr. il saggio

di M.G. VINARDI).

3.2.

Strutturazioni agricolo forestali

La fig. TC5 rappresenta sinteticamente le strut-

ture agricolo-forestali della collina di Torino ad ini-

zio Ottocento. Il disegno

è

stato esteso oltre il con-

fine del Comune, sino al versante meridionale della

collina, verso Pecetto, Revigliasco e Pino, in modo

da comprendere l'intera fascia boscosa sommitale e

gli interi bacini collinari scendenti al Po.

La figura è stata redatta (per la parte principale di

attuale interesse dei versanti torinesi verso Po) sulla

base delle qualificazioni parcellari riportate dai cata-

sti del periodo napoleonico. Con diversi colori sono

stati individuate quattro categorie storiche caratteri-

stiche di sfruttamento dei terreni collinari torinesi:

a colture erbacee (campi e prati), (in giallo);

a vigneti, « vigne campivi » , « alieni », (in aran-

cione);

a boschi (cedui, in prevalenza), (in verde

chiaro);

a giardini, orti-giardini, frutteti (in verde scuro).

Analoghi criteri di raggruppamento vennero usa-

ti a metà Settecento nella splendida

Carta topografi-

ca detta Caccia [ 1762],

fig. C4, per configurare la

parte della collina torinese ivi rappresentata (la fa-

scia collinare medio-bassa lungo il Po, a Sud della

Valpiana) e, prima ancora

CARTE l DE LA MON-

TAGNE / DE TURIN [...], [

1694-1703], fig. e4,

disegnata meno vivacemente della carta predetta,

ma non meno significativa.

Non molto diverso si presentava ancora l'assetto

agricolo-forestale del 1936, coglibile nella « mosai-

catura » delle fotografie aeree realizzate per il primo

rilevamento aerofotogrammetrico. Uno stralcio è

riportato nella fig. Cl.

La serie dei quattro documenti consente di co-

gliere l'evoluzione delle strutture agricolo-forestali

nel corso di due secoli e mezzo, fino alla vigilia

della fase di decadimento accelerato dall'ultimo

dopoguerra.

Stupisce oggi constatare, nei tre documenti sto-

rici, una collina torinese coltivata ovunque possibile

con gran cura e prevalentemente in modo intensivo e

specializzato (a vigneti, orti, frutteti).

Negli assetti illustrati di metà Settecento

(Carta

topografica delta Caccia

[17621), e d'inizio Otto-

cento (catasti napoleonici), la struttura fondiaria del-

la collina risulta prevalentemente costituita da due

categorie di proprietà rurali, rispettivamente legate a

due categorie ricorrenti di iniziative di colonizzazio-

ne o di riorganizzazione dei fondi (già elencate e

definite in paragrafo precedente).

a) aziende agricole di 15-- 25 giornate, le cosiddette

« vigne » , con annesso « civile » per villeggiatura,

generalmente riorganizzate nelle colture e ristrut-

turate negli edifici nel corso del Seicento e del

Settecento, con notevoli apporti di capitale ester-

no cittadino;

b) poderi relativamente piccoli e frazionati, di solito

posti in località marginali o meno favorevoli alle

colture, generalmente realizzati per « roncatura»

di un lembo di bosco ad iniziativa di contadini

piccolo-proprietari, abitanti spesso dei cosiddetti

tetti » , caratteristici piccoli aggregati rurali.

Nell'assetto descritto d'anteguerra (aerofoto-

grammi del 1936), alle due categorie predette di

754