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tro di convergenza e dominante su un proprio spazio

di pertinenza.

Tale complesso di intenzioni, se da un lato con-

dizionavano chi progettava a riprendere certi schemi

componitivi, aggregativi e di inserimento, dall'altro

lato, lo stimolavano a reinterpretarli volta per volta,

in modo originale ed efficace, prendendo spunto,

come si è visto, dalle particolari condizioni conte-

stuali, dalle singolari esigenze ed intenzioni del pro-

prietario, dalle tendenze evolutive del gusto.

3.4.2. « Un altro Torino »

Nell'insieme, la collina era divenuta, per i Tori-

nesi, come « un altro Torino » (quale la definì sem-

pre il Botero ad inizio Seicento) (

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): per certi aspet-

ti, era divenuta l'analogo di una città, anche se,

beninteso « altra» , ossia ben diversa dalla singo-

larissima Torino, con strade e piazze a fronti unita-

rie rivestenti ogni casa, prestigiosa o modesta che

fosse.

La collina, come una città, costituiva, nei con-

fronti delle singole realizzazioni architettoniche, un

quadro ambientale conglobante e ad un tempo indi-

vidualizzante.

L'immagine, vividamente strutturata e modulata

del sistema collinare, analogamente all'immagine

della città, conglobava, come sua parte integrante e

costitutiva, ogni edificio grande o piccolo, prestigio-

so o modesto che fosse; ed in ognuno di tali edifici

una certa famiglia poteva riconoscersi ed essere ri-

conosciuta come parte integrante e costitutiva del

corpo cittadino.

Nello stesso tempo, in rapporto al quadro globa-

lizzante ed integrante del sistema collinare (come in

rapporto all'immagine globale di una città), poteva-

no emergere, con chiarezza, l'individualità, il valore

e la significatività specifica di ciascun edificio, in

relazione alle particolari intenzioni di chi lo realiz-

zava.

4. VALORE CULTURALE AMBIENTALE

DI ALCUNI LEMBI RESIDUI E

RICONOSCIBILI DI TESSUTI E DI

COMPLESSI STORICI COLLINARI

4.1.

Criteri di individuazione e di valutazione delle

aree e dei percorsi da tutetare

La collina di Torino è oggi per noi, come per i

torinesi di due-tre secoli fa « un altro Torino » . O

meglio, la città e la « sua » collina costituiscono oggi

preziose manifestazioni storiche complementari,

integrate e inscindibili, della stessa civiltà e delle

medesime culture torinesi.

Le celebri tradizionali « passeggiate » collinari

offrono una ricchezza, una densità e una varietà di

manifestazioni e di testimonianze storico-culturali

paragonabili a quelle offerte da un itinerario attra-

verso la città.

E ciò avviene, in particolare, percorrendo quei

certi itinerari collinari progressivamente valorizzati,

nel corso di tre secoli, come ambiti di legamento e di

supporto per complessi di « ville », « vigne » e « ca-

sette » (itinerari evidenziati, come si è detto, nella

carta dei beni culturali ambientali in scala 1:5000,

con linee a trattini inclinati e, nella fig. TC6, con

linee a tratti).

Lungo tali itinerari collinari, come lungo certi

itinerari privilegiati della città, l'individualità di cia-

scuna realizzazione architettonica e le caratteristiche

ricorrenti dei diversi tessuti emergono tuttora vivide

e significative, quando è ancora possibile coglierne

gli storici rapporti reciproci e con l'ambiente nel suo

complesso (a seconda dei casi, come si è visto, rap-

porti intenzionali di integrazione, di emulazione, di

contrapposizione).

Purtroppo tale possibilità sussiste oggi solo per

taluni tratti di tali percorsi e per alcuni lembi residui

dei complessi che questi solcavano e reggevano.

Ciascuno di tali tratti di percorso, con i relativi

lembi residui di tessuto, assume per noi, nel suo

insieme, un valore di bene culturale ambientale ben

superiore alla somma dei valori attribuibili ai sin-

goli edifici e agli altri elementi storici che lo costi-

tuiscono.

Nella fig. TC6 (schema di insieme del sistema

collinare), tali percorsi storici sono contrassegnati

da una sigla e sono indicati, come si è detto, con una

linea a tratti; le aree racchiudenti i lembi tuttora

riconoscibili di tessuto storico sono evidenziati me-

diante campiture, puntinate con tre diverse intensità

a seconda del valore attribuito.

La puntinatura più fitta indica le aree ritenute di

elevato valore ambientale » (ai sensi della L.R.

56/77, art. 24), in quanto costituiscono cornice am-

bientale ad edifici di valore storico artistico, o in

quanto costituiscono connessione ambientale a par-

ticolarmente importanti complessi di edifici storici.

La puntinatura intermedia indica le aree ritenute

di «valore ambientale», in quanto racchiudono un

singolare complesso ambientale tuttora riconoscibile

(come il parco Michelotti, sviluppato lungo l'asse

alberato dell'antico canale), o in quanto compren-

dono sistemi di unità storiche colonizzative e resi-

denziali tuttora riconoscibili.

La puntinatura più rada indica

le

aree semplice-

mente segnalate come degne di attenzione, in quanto

concorrono alla qualificazione ambientale di aree

adiacenti delle due categorie predette (indicate come

di « elevato valore ambientale», ai sensi della legge

regionale predetta, o di « valore ambientale »).

4.2.

Particotari esigenze di tutela dei poli di riferi-

mento paesistico

Si tratta di quegli edifici storici di particolare

rilevanza architettonica che hanno via via assunto,

complessivamente, il valore di poli di riferimento

visuale e mnemonico nell'immagine globale della

collina e che sono stati evidenziati nelle carte con

asterischi (cfr. punti 2.2.3.1. e 2.2.3.3.).

A riguardo di tali edifici, è particolarmente im-

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