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anime distribuite in 96 famiglie: comunque sempre

una densità territoriale piuttosto bassa. A metà Otto-

cento si ha una presenza di 509 persone; ma il salto

di popolazione avverrà nella seconda metà del seco-

lo, quando, in concomitanza dell'ampliamento della

chiesa parrocchiale (1885, ing. Capuccio) si annote-

rà l'esigenza di raccogliere più di mille fedeli (

46

).

La formazione delle nuove giurisdizioni parroc-

chiali della Madonna del Pilone dopo il 1821, la

costruzione di S. Margherita (1826-34) e della Gran

Madre di Dio (1818-1831) (

47

), suddivisero il terri-

torio collinare separandolo ulteriormente dalla zona

piana a sinistra del Po. La mediazione svolta dalle

cappelle dalle grandi ville lungo tutto il Settecento

viene riconosciuta insufficiente, soprattutto nei pe-

riodi in cui i proprietari non erano presenti, e si

constata il generale disagio per la popolazione delle

aree più elevate di raggiungere i luoghi di culto, le

scuole e i cimiteri (

48

).

Anche gli edifici religiosi, come quelli civili su-

birono di regola susseguenti notevoli trasformazioni

e si può osservare come nella loro immagine attuale

sia prevalente la connotazione ottocentesca. Si ri-

cordano le chiese parrocchiali di Sassi, Superga, di

Reaglie, di Cavoretto.

L'ultima stagione fortunata per l'insediato colli-

nare si può far coincidere con la seconda metà del-

l'Ottocento e il primo Novecento, in cui la moda di

villeggiare e passeggiare in collina incisero nella

crescita e nella riqualificazione delle residenze.

II miglioramento della percorrenza pedecollinare

attraverso la fascia urbanizzata e i corsi di ronda

della cinta daziaria diede avvio a questo processo,

che interessò progressivamente tutta la collina. I

modi di questa riqualificazione si concretarono o con

la costruzione ex novo di ville, palazzine e casette, o

con la trasformazione dei « rustici » in « civili », o

con la costruzione di « civili » nuovi in adiacenza dei

rustici esistenti.

Il confronto tra le Mappe francese del Sappa e il

Catasto Rabbini indica un leggero incremento delle

unità residenziali, ma precisa l'avvenuta crescita dei

complessi delle ville e un frazionamento della pro-

prietà. Sono privilegiate le zone di margine delle

grandi proprietà, le zone di fondo valle, le aree di

bordo ai percorsi, e quelle pedecollinari.

La villa di nuovo impianto si colloca al centro

del lotto, circondata dal parco, distributivamente

organizzata attorno allo scalone e all'ingresso; que-

sto nucleo è affiancato da ambienti di rappresentanza

a piano terreno; al primo livello le zone private.

Gli edifici esistenti, vengono ampliati con nuovi

corpi di fabbrica (villa Lombard) o vengono giu-

stapposte facciate nel gusto eclettico (neogotico o

neobarocco) (Villa Allason, l'Ariot, Villa d'Har-

court) privilegiando l'affaccio sulla città (

49

). Anche

gli

,

s artefatti piani » subiscono una sostanziale rimo-

dellazione: diventano luogo per la piantumazione di

alberi ad alto fusto di essenze rare; in sostituzione

del giardino ad aiuole sono create aree a prato con

ciuffi di alberi e percorsi tortuosi nel gusto dei giar-

dini paesaggistici (

50

). Le serre sono sistemate nei

muri di sostegno e vengono creati piccoli padiglioni

raggiungibili attraverso pergolati.

L'incidenza di questa trasformazione risulta, nel

disegno collinare, sostanziale, infatti le nuove gran-

di macchie di verde, di impianto ottocentesco, na-

scondono la visuale diretta dell'edificio e ne denun-

ciano allo stesso tempo la presenza.

Altri due processi si accompagnano a quelli

enunciati: sono la conclusiva definizione dei «tetti»

e la formazione dei tipi edilizi riconducibili ai villini

e casette.

I « tetti », tipologia storica comune nella pianura

e nel versante della collina verso Chieri, trovano

definizione nell'area collinare solo alla fine del Set-

tecento dalla toponomastica del Grossi, ad eccezio-

ne per i tetti Lencia già indicati nella

CARTE I DE

LA MONTAGNE I DE TURIN I [ ... ] . [ 1694

-

l

703] a

fine Seicento.

Tutti gli altri aggregati rustici paiono derivare

dal frazionamento di un'unica cellula edilizia talvol-

ta indicata nella cartografia come vigna o cascina. In

questo caso la loro denominazione deriva dalla fa-

miglia proprietaria, ad esempio, i tetti « Roey » a

Cavoretto, in alcuni casi si ha il trasferimento della

denominazione da un aggregato all'altro (Tetti

Gioanin a Superga sono ricordati nella cartografia

del Settecento come Bertoglio) (

51

). Il tipo si carat-

terizza dall'unione di piccole cellule edilizie rustiche

a due piani intorno ad una corte; la loro localizza-

zione prevalente è nelle valli di Superga, Reaglie,

Mongreno e Cavoretto.

Le « villette », riconnettendosi maggiormente ai

modelli edilizi della parte piana della città (

52

), sono

andate aggregandosi in prossimità degli antichi nu-

clei di Reaglie e di Cavoretto, lungo la strada

di

Chieri e la strada del Fioccardo. Questi edifici uni-

familiari di ridotte dimensioni, preceduti da piccoli

giardini, con caratteri formali legati al gusto « liber-

ty » e « decò » , si accompagnano alle « casette » e

denunciano il consolidarsi della presenza collinare

di una nuova classe sociale: la piccola borghesia.

Soprattutto le « casette » (

53

), sistemate sui de-

clivi a terrazzamenti, paiono legate intrinsecamente

con il loro ristretto ambito di pertinenza coltivato ad

orto e giardino, e nella loro aggregazione hanno

definito in modo nuovo alcune porzioni del territorio

collinare, a coltura frazionata ad orti.

Nei primi anni del nostro secolo si verificarono

altri due fenomeni significativi che incisero sui ca-

ratteri dell'insediato: la prassi di rifacimento in stile

di alcune ville esistenti, quella della loro distruzione

e la loro sostituzione.

Nel primo filone, del rifacimento, è esemplare

nel 1908 la ricostruzione della villa S. Germano su

progetto dell'ingegnere Fenoglio; all'esterno l'edi-

ficio si presenta con forme neosettecentesche, men-

tre all'interno, per l'atrio, furono usate decora-

zioni neomedioevali e per il salone lo stile delle

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