

Bassocchi, fu ricostruita nel 1333, il cappellano percepiva i
diritti di pedaggio nef 1351, Giacomo di Savoia ordinò l'at-
tenamento della chiesa. La chiesa fu reedificata nell'ultimo
isolato di Piazza Vittorio tra via Bonafous ed il corso Lungo
Po e divenne Parrocchia del Borgo di Po, fu ricostruita nel
1740 su disegno del Vittone, fu demolita nel 1811. Per le
parrocchie cfr. P. BARICCO, 1869, pp. 204 e sgg.
La chiesa di S. Vito, già documentata nel 1128 viene
unita nel 1288 al Capitolo dal Vescovo Gaufredo, e ricordata
per tutto il Cinquecento. Nel 1694 viene fatta una donazione
di un Bosco, la vendita di questo viene legata alla nuova
costruzione della chiesa» sino al suo compimento. La Par-
rocchia possedeva una « Vigna ... giardino con Casiamento,
e forno ... regione S. Vito chiamato Ladate sin dal 1625 ».
Si ricorda inoltre il possesso del «Sargnasco» poi del-
l' « Hospedale di S. Giò » . Dalla visita pastorale del 1777 ri-
sulta a nave unica con battistero, a lato tre altari: il maggiore
a « Santi Christi Mastyribus Vito Modesto, e Crescentio eret-
to già dal 1684 dal Sodalizio intitolato al Corpo di Cristo»; il
secondo altare della Vergine del Rosario e il terzo al Santis-
simo Crocefisso». Si menziona inoltre il cimitero la sacrestia
e la torre ossia il campanile (cfr. ACMT,
Massa Capitolare:
Chiesa di S. Vito Miscellanea n. 2 [1507-1845] M 1/59/1/2
en. 1 [ 1544-1810] Vigna; AAT,
Visite Pastorali,
7/1/64, ff.
218 e sgg.). La chiesa parrocchiale di Sassi con titolo di S.
Giovanni Battista Decollato, con tre altari; quello maggiore
dedicato al titolare, quelli laterali alla B.M.V. del Rosario e
l'altro a S. Defendente. La descrizione della visita pastorale
ricorda l'ampia sacrestia la sua pianta a nave unica e le sepol-
ture negli altari laterali, il campanile.
Era già nel 1584, sede di cappellania con annessa la cura
delle anime. Nel 1821 ritorna parrocchia e nel 1869 vennero
fatti sostanziali lavori di trasformazione (cfr. AAT,
Visite
Pastorali,
7/1/64 ff. 171 e sgg.).
La parrocchiale di Mongreno fu riedificata nel 1630 circa
su un possibile edificio preesistente del XV-XVI sec. Nel
1757 furono realizzati dei lavori su progetto di Ignazio
Agliaudi Baroni di Tavigliano. L'altare maggiore con titolo
di S. Grato e quelli laterali sotto il titolo della Beata Maria
Vergine del Rosario (dal 1770 sotto il sodalizio omonimo) e
alla Concezione della Beata Maria Vergine. Questo altare
sotto la giurisdizione di una cappellania laica sotto il patrona-
to dell'Illuetre Abate Giuseppe Alliandi de Tavigliano di-
scendente dall
'Ill.moD. Conte Giovanni Pietro de Taviglia-
no fondatore della Cappellania. Viene descritta la sacrestia e
la casa parrocchiale (cfr. AAT,
Idem,
ff. 155 e sgg.).
La parrocchia di Superga la chiesa con il titolo della Na-
tività di Maria Vergine ha come patrono S. Bonifacio. Vi
sono due altari, di cui quello laterale a N. D. del Rosario. La
chiesa fu fondata nel XIV, poi ricostruita nel XVIII e abbelli-
ta nel 1848 per ordine e con i finanziamenti del Re Carlo
Alberto. Il parroco era di nomina regia sin dal 1717 per con-
cessione della città di Torino che l'aveva fatta riedificare nel-
la seconda metà del Quattrocento. Nel 1520 la chiesa fu ce-
duta agli Agostiniani. Ci rimane una suggestiva immagine
della chiesetta nell'affresco della Sala delle Magnificenze al
Valentino intorno al 1660/65 di Giovanni Paolo e Giovanni
Antonio Recchi.
La chiesa di S. Maria di Reaglie con tre altari, quello
maggiore con il titolo di
B. M.
Virginis in Coelum Assun-
ta» (1777), quelli laterali dedicati alla B. Vergine del Rosa-
rio e concepita senza peccato. Si menziona il sodalizio che
reggeva la cappella del Rosario dal 1632.
Tutte le chiese risultano dalle descrizioni settecentesche
con nave unica, altari di legno dipinti a "marmo" in buone
condizioni (AAT,
Id.,
ff. 202 e sgg.).
(17) Da questo momento la denominazione sarà sempre
quella di «vigne».
(18) II testo della Elisa Gribaudi Rossi risulta fondamen-
tale per la ricostruzione della storia delle famiglie e per l'in-
dividuazione delle vigne. Cfr. E. GRIBAUDI
RossI,
1981 e
ID.,
Storia e storie di Vigna Pingone,
in «Piemonte vivo»,
n. 5, Torino, 1981. AST,
Idem, Archivio Privato d'Har-
court, »Vigne
di Torino», Cassetti dal 76 all'81.
Per la Margherita» cfr. AST,
Art. 180,
1607 in 1609,
Conto del Sig. Alessandro Valle... » dal cap. 2221 al 2257.
La vigna proprietà dei Savoia fu in tale data ripristinata in
alcune sue parti, in particolare sono documentari lavori alla
scuderia ed alla cucina e la sistemazione dei giardini.
(19) II Monte prima del 17 dicembre 1743 era infeudato
a Michele Maletto consignore di Altessano superiore >. per la
Bastia con Torre vicina in Torino oltre il Ponte di Po con
beni e gerbidi adiacenti ».
Dopo mezzo secolo il luogo passò alla famiglia Scaragel-
lo e il 15 dicembre 1580 una patente ricorda la « torre-casa et
vigna... ». Nel 1636 il luogo viene ricordato come «Sito del
Sacro Monte di Torino dalli Ill"" R. Padri Cappuccini ».
La chiesa fu conclusa nel 1637 da Carlo di Castellamon-
te, nel 1640 durante l'assedio fu saccheggiata e nel 1697 il
Convento incendiò. Fu in parte ripristinato e subì nuovi danni
nel 1707 la cupola ricostruita sull'antico modello. Cfr. DINA
REBAUDENGO, I
Cappuccini det Monte,
AIACE, Torino,
1966; A. SCOTTI, 1969, pp. 23 e sgg.
(20) Per l'Eremo dei Camaldolesi cfr. AAT, A. TOREL-
LI, cit., vol.
I. L'autore precisa che il disegno è dello Juvarra
e fà riferimento al Catalogo Grande: >. Scritture dell'Arcive-
scovado di Torino», p. 291. Ascanio Vittozzi partecipa alla
scelta del luogo nel 1601 ed in quella occasione visita anche
il colle di Superga. Cfr. ScorrI, 1969, p. 132. La chiesa e
parte delle strutture del convento furono ristrutturati nel 1787
su progetto dei Dellala di Beinasco. Il Grossi nel 1840 ricor-
da che l'intero complesso in tale data era stato trasformato in
villa di proprietà dei banchieri Raineri. Cfr. G. CASALIS,
1851,
ad
vocem »Torino»,
p. 82.
(21) La vigna preesistente al secolo XVII fu acquistata
nell'ottobre del 1622 da Maria Cristina di Francia dal Padre
Ludovico Tesauro. Il progetto di ristrutturazione fu affidato
al Padre Costaguta; i lavori erano già in parte completati nel
1652. Nel 1679 fu ceduta all'ospizio di Carità e i lavori di
trasformazione furono di Amedeo di Castellamonte che li
ricorda nel suo libro della Venaria Reale. Nel 1686 ritornò a
Vittorio Amedeo II e ancora nel 1713 all'Ospizio. Con alter-
ne vicende per tutta la metà del Settecento rimase ai Padri
Missionari e quindi nel 1798 passò al governo Nazionale. Gli
avvenimenti ottocenteschi della vigna sono complessi sino
all'ultimo passaggio recentissimo dagli Abegg in parte all'I-
stituto S. Paolo di Torino (l'edificio) ed in parte al Comune
(il parco).
Per la Vigna del Cardinale Maurizio oggi Villa della
Regina, cfr. COSTANZA ROGGERO BARDELLI,
Vitla detla Re-
gina,
collana Ville Italiane», ed. Rusconi Torino e il suo
territorio storico» (in corso di stampa). La vigna fu edificata
intorno al 1615 su progetto di Ascanio Vitozzi e i lavori nel
1622 dovevano essere parzialmente conclusi. L'edificio nel-
l'inventario redatto alla morte del principe ricorda una « fab-
brica rustica», un ., Palazzo Nobile », e 49 giornate di terreno
comprensive di una vigna, bosco, prato e giardino. Alla pri-
ma metà del Settecento furono realizzati sostanziali lavori in
parte su idea dello Juvarra. Il rifacimento della facciata è
attribuito ad Ignazio Agliaudi, alias Giovanni Pietro Baroni
di Tavigliano. In questo periodo fu anche rinnovato l'appa-
rato decorativo interno. Nel 1786 fu costruita la « fabbrica
rustica» ed il « Palazzo Chiablese» su progetto di Felice Mo-
raris.
Nel 1942/43 l'edificio subì gravi danni a seguito della
caduta di spezzoni incendiari. Nel 1950 fu in parte ripristina-
ta la Villa e solo nel 1963 le architetture del Giardino. Il
palazzo Chiablese, irrimediabilmente compromesso, fu de-
molito.
Per la Vigna della Regina, cfr. A. ADAMINI,
La Vigna di
Madama Reate
(tesi di laurea, Politecnico di Torino, Facoltà
di Architettura, relatore prof. Vera Comoli, a.a. 1976).
(22) Nel 1790 si ricordano ventinove religiosi proprietari
di vigne e venti congregazioni religiose. Cfr. E. GRIBAUDI
RossI, 1981. Nella Valle di Sassi le Prebende Saorgio, Bor-
gese, le vigne dei Missionari, di S. Domenico. A Mongreno
le vigne della Mensa Arcivescovile, dei Carmelitani (ora
Lombard); a Reaglie la vigna della Commenda di Malta;
quella degli Agostiniani (villa Koelfiker); la vigna dei Gesuiti
ceduta nel secondo quarto del Seicento ad Angelo Melano
767